Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
sabato 29 novembre 2014
Benedetto XVI a Pavia: Il percorso di Agostino testimonia la feconda interazione tra fede e cultura (YouTube)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo una vera "chicca".
Il 22 aprile 2007 Benedetto XVI venne accolto all'Università di Pavia dove incontrò il mondo della cultura della città. Tenne un bellissimo discorso su fede e ragione citando più volte Sant'Agostino.
Il testo è consultabile qui.
In particolare:
"La vostra è una delle più antiche ed illustri Università italiane, ed annovera - ripeto quanto ha detto il Magnifico Rettore - tra i docenti che l'hanno onorata personalità quali Alessandro Volta, Camillo Golgi e Carlo Forlanini. Mi è caro pure ricordare che nel vostro Ateneo sono passati docenti e studenti segnalatisi per un'eminente statura spirituale. Tali furono Michele Ghislieri, diventato poi Papa san Pio V, san Carlo Borromeo, sant'Alessandro Sauli, san Riccardo Pampuri, santa Gianna Beretta Molla, il beato Contardo Ferrini e il servo di Dio Teresio Olivelli.
Cari amici, ogni Università ha una nativa vocazione comunitaria: essa infatti è appunto una universitas, una comunità di docenti e studenti impegnati nella ricerca della verità e nell'acquisizione di superiori competenze culturali e professionali. La centralità della persona e la dimensione comunitaria sono due poli co-essenziali per una valida impostazione della universitas studiorum. Ogni Università dovrebbe sempre custodire la fisionomia di un Centro di studi "a misura d'uomo", in cui la persona dello studente sia preservata dall'anonimato e possa coltivare un fecondo dialogo con i docenti, traendone incentivo per la sua crescita culturale ed umana".
"Incontrandovi, cari amici, viene spontaneo pensare a sant'Agostino, co-patrono di questa Università insieme a santa Caterina d'Alessandria. Il percorso esistenziale e intellettuale di Agostino sta a testimoniare la feconda interazione tra fede e cultura. Sant'Agostino era un uomo animato da un instancabile desiderio di trovare la verità, di trovare che cosa è la vita, di sapere come vivere, di conoscere l'uomo. E proprio a causa della sua passione per l'uomo ha necessariamente cercato Dio, perché solo nella luce di Dio anche la grandezza dell'uomo, la bellezza dell'avventura di essere uomo può apparire pienamente. Questo Dio inizialmente gli appariva molto lontano. Poi lo ha trovato: questo Dio grande, inaccessibile, si è fatto vicino, uno di noi. Il grande Dio è il nostro Dio, è un Dio con un volto umano. Così la fede in Cristo non ha posto fine alla sua filosofia, alla sua audacia intellettuale, ma, al contrario, lo ha ulteriormente spinto a cercare le profondità dell'essere uomo e ad aiutare gli altri a vivere bene, a trovare la vita, l'arte di vivere. Questo era per lui la filosofia: saper vivere, con tutta la ragione, con tutta la profondità del nostro pensiero, della nostra volontà, e lasciarsi guidare sul cammino della verità, che è un cammino di coraggio, di umiltà, di purificazione permanente. La fede in Cristo ha dato compimento a tutta la ricerca di Agostino".
"Da una vita impostata sulla ricerca egli è passato ad una vita totalmente donata a Cristo e così ad una vita per gli altri. Ha scoperto - questa è stata la sua seconda conversione - che convertirsi a Cristo vuol dire non vivere per sé ma essere realmente al servizio di tutti. Sant'Agostino sia per noi, proprio anche per il mondo accademico, modello di dialogo tra la ragione e la fede, modello di un dialogo ampio, che solo può cercare la verità e così anche la pace".
mercoledì 26 novembre 2014
Benedetto XVI in Croazia: Se la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene c’è speranza per il futuro (YouTube)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma riascoltiamo una delle pietre miliari del Pontificato di Joseph Ratzinger.
Il 4 giugno 2011, in occasione del suo Viaggio Apostolico in Croazia, Benedetto XVI tenne uno dei discorsi più appassionati del suo Papato, descrivendo in modo magistrale il concetto di "coscienza".
Il testo del discorso è consultabile qui.
In particolare:
"La dimensione dell’universalità, distintiva dell’arte e della cultura, è particolarmente congeniale al Cristianesimo e alla Chiesa Cattolica. Cristo è pienamente uomo, e tutto ciò che è umano trova in Lui e nella sua Parola pienezza di vita e di significato.
Questo splendido Teatro è un luogo simbolico, che esprime la vostra identità nazionale e culturale. Potervi incontrare qui, riuniti insieme, è un motivo ulteriore di gioia dello spirito, perché la Chiesa è un mistero di comunione e gioisce sempre della comunione, nella ricchezza delle diversità".
"La religione mette l’uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace. Le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione.
E qui vorrei introdurre il tema centrale della mia breve riflessione: quello della coscienza. Esso è trasversale rispetto ai differenti campi che vi vedono impegnati ed è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale. Penso, naturalmente all’Europa, di cui la Croazia è da sempre parte sul piano storico-culturale, mentre sta per entrarvi su quello politico-istituzionale.
Ebbene, le grandi conquiste dell’età moderna, cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti umani, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi. La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto “critico” che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione.
Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro".
"Ritorniamo dunque alla coscienza come chiave di volta per l’elaborazione culturale e per la costruzione del bene comune. È nella formazione delle coscienze che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso. Un contributo che comincia nella famiglia e che trova un importante rinforzo nella parrocchia, dove i bambini e i ragazzi, e poi i giovani imparano ad approfondire le Sacre Scritture, che sono il “grande codice” della cultura europea; e al tempo stesso imparano il senso della comunità fondata sul dono, non sull’interesse economico o sull’ideologia, ma sull’amore, che è “la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera".
venerdì 21 novembre 2014
Benedetto XVI: Il primo servizio del Successore di Pietro è quello della fede (YouTube)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo un altro importante tassello del Pontificato di Benedetto XVI.
Esattamente quattro anni fa, il 21 novembre 2014, Benedetto XVI consegnava l'anello ai nuovi cardinali e teneva un'omelia il cui testo è consultabile qui.
Benedetto XVI ai cardinali: Nella Chiesa nessuno è padrone, ma tutti sono chiamati, tutti sono inviati, tutti sono raggiunti e guidati dalla grazia divina (YouTube)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo un'altra pietra miliare del Pontificato di Joseph Ratzinger.
Il 20 novembre 2010 Benedetto XVI tenne un Concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Nella bellissima omelia (testo integrale) pronunciò parole importantissime sul ruolo dei porporati.
In particolare:
"Gesù è in cammino verso Gerusalemme e preannunzia per la terza volta, indicandola ai discepoli, la via attraverso la quale intende portare a compimento l’opera affidatagli dal Padre: è la via dell’umile dono di sé fino al sacrificio della vita, la via della Passione, la via della Croce. Eppure, anche dopo questo annuncio, come è avvenuto per i precedenti, i discepoli rivelano tutta la loro fatica a comprendere, a operare il necessario “esodo” da una mentalità mondana alla mentalità di Dio. In questo caso sono i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, che chiedono a Gesù di sedere ai primi posti accanto a lui nella “gloria”, manifestando attese e progetti di grandezza, di autorità, di onore secondo il mondo. Gesù, che conosce il cuore dell’uomo, non rimane turbato per questa richiesta, ma ne mette subito in luce la portata profonda: “voi non sapete quello che chiedete”; poi guida i due fratelli a comprendere che cosa comporta mettersi alla sua sequela".
"Qual è allora la via che deve percorrere chi vuole essere discepolo? E’ la via del Maestro, è la via della totale obbedienza a Dio. Per questo Gesù chiede a Giacomo e a Giovanni: siete disposti a condividere la mia scelta di compiere fino in fondo la volontà del Padre?
Siete disposti a percorrere questa strada che passa per l’umiliazione, la sofferenza e la morte per amore? I due discepoli, con la loro risposta sicura, “lo possiamo”, mostrano, ancora una volta, di non aver capito il senso reale di ciò che prospetta loro il Maestro.
E di nuovo Gesù, con pazienza, fa compiere loro un passo ulteriore: neppure sperimentare il calice della sofferenza e il battesimo della morte dà diritto ai primi posti, perché ciò è “per coloro per i quali è stato preparato”, è nelle mani del Padre Celeste; l’uomo non deve calcolare, deve semplicemente abbandonarsi a Dio, senza pretese, conformandosi alla sua volontà".
Nella Chiesa nessuno è padrone, ma tutti sono chiamati, tutti sono inviati, tutti sono raggiunti e guidati dalla grazia divina. E questa è anche la nostra sicurezza! Solo riascoltando la parola di Gesù, che chiede “vieni e seguimi”, solo ritornando alla vocazione originaria è possibile intendere la propria presenza e la propria missione nella Chiesa come autentici discepoli".
"E Gesù indica anche il punto di riferimento: il Figlio dell’uomo, che è venuto per servire; sintetizza cioè la sua missione sotto la categoria del servizio, inteso non in senso generico, ma in quello concreto della Croce, del dono totale della vita come “riscatto”, come redenzione per molti, e lo indica come condizione per la sequela. E’ un messaggio che vale per gli Apostoli, vale per tutta la Chiesa, vale soprattutto per coloro che hanno compiti di guida nel Popolo di Dio. Non è la logica del dominio, del potere secondo i criteri umani, ma la logica del chinarsi per lavare i piedi, la logica del servizio, la logica della Croce che è alla base di ogni esercizio dell’autorità. In ogni tempo la Chiesa è impegnata a conformarsi a questa logica e a testimoniarla per far trasparire la vera “Signoria di Dio”, quella dell’amore".
martedì 18 novembre 2014
Le suggestive immagini dell'arrivo di Benedetto XVI a Mariazell, in Austria (YouTube)
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L'8 settembre 2007, Giorno della Natività della Vergine Maria, in occasione del suo Viaggio Apostolico in Austria, Benedetto XVI si reca a Mariazell per la celebrazione della Santa Messa. Suggestive le immagini e bellissimi i canti.
L'omelia della Santa Messa è a questo link.
Grazie come sempre a Gemma :-)
R.
domenica 16 novembre 2014
La parabola dei talenti spiegata da Benedetto XVI (Angelus, 13 novembre 2011)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo l'Angelus del 13 novembre 2011 nel quale Benedetto XVI spiegava la celebre parabola dei talenti.
Il testo integrale si trova qui.
lunedì 10 novembre 2014
Discorso di Giovanni Paolo II ai giovani di Bologna sull'Eucarestia, 27 settembre 1997 (YouTube)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo una vera "chicca". E' un video molto prezioso perché purtroppo non ce ne sono molti relativi al Pontificato di Papa Wojtyla.
Il 27 settembre 1997 Giovanni Paolo II presenziò al concerto organizzato a Bologna in occasione del XXIII Congresso Eucaristico Nazionale. Al termine della manifestazione canora pronunciò un discorso bellissimo sul concetto di Eucarestia. Prima di congedarsi rimarcò il discorso con alcune parole "a braccio".
La trascrizione integrale è consultabile qui.
Rivediamo anche gli interventi artistici di Andrea Bocelli e degli indimenticabili Lucio Dalla e
Michel Petrucciani.
giovedì 6 novembre 2014
Benedetto XVI a Les Combes fra fedeli e giornalisti: il videoracconto (YouTube)
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Immagini bellissime e commoventi delle vacanze di Benedetto XVI a Les Combes (2005-2006-2009).
Da notare l'immensa cordialità e l'inimitabile disponibilità del Santo Padre con TUTTI.
Grazie a Gemma per il suo instancabile lavoro :-)
R.
martedì 4 novembre 2014
Il grande cuore di Benedetto XVI con i fedeli ed i giornalisti a Les Combes (SkyTg24)
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Grazie alla nostra Gemma rivediamo una vera "chicca" che dice molto sul carattere e la bontà di Joseph Ratzinger.
Il servizio di SkyTg24 sulle vacanze di Benedetto XVI a Les Combes nel 2006.
Da notare la grandissima disponibilità del Santo Padre con i fedeli e con i giornalisti.
sabato 1 novembre 2014
Benedetto XVI e la santità...quegli indicatori di strada, quelle persone buone che non saranno mai canonizzate (YouTube)
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Buongiorno carissimi amici e buona Festa di Ognissanti a tutti!!!
Grazie al lavoro della nostra Gemma possiamo rivedere e riascoltare una bellissima catechesi di Benedetto XVI tenuta nel corso dell'udienza generale del 13 aprile 2011. L'argomento era proprio la santità. C'è un bellissimo passaggio (riportato nel primo video) pronunciato dal Papa "a braccio" e che commuove ancora adesso.
La frase esatta è la seguente: "In realtà devo dire che anche per la mia fede personale molti santi, non tutti, sono vere stelle nel firmamento della storia. E vorrei aggiungere che per me non solo alcuni grandi santi che amo e che conosco bene sono "indicatori di strada", ma proprio anche i santi semplici, cioè le persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate. Sono persone normali, per così dire, senza eroismo visibile, ma nella loro bontà di ogni giorno vedo la verità della fede. Questa bontà, che hanno maturato nella fede della Chiesa, è per me la più sicura apologia del cristianesimo e il segno di dove sia la verità".
Il testo integrale della catechesi è consultabile qui.
Buona Festa a tutti con un pensiero specialissimo ai nostri amati defunti.
R.