Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
giovedì 31 dicembre 2015
Benedetto XVI, la pace e l'irragionevolezza della violenza. L'accensione del lume (2006)
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In occasione della presentazione degli auguri alla curia romana, Benedetto XVI si soffermò in particolare sul tema della pace. Poi, la sera della Vigilia di Natale, accese il lume della pace affacciandosi alla finestra del suo studio privato.
Il testo integrale del discorso si trova qui.
Grazie come sempre a Gemma per il grande lavoro :-)
Dal discorso sopra segnalato:
""Et erit iste pax" – tale sarà la pace, dice il profeta Michea (5,4) circa il futuro dominatore di Israele, di cui annuncia la nascita a Betlemme. Ai pastori che pascolavano le loro pecore sui campi intorno a Betlemme gli angeli dissero: l'Atteso è arrivato. "Pace in terra agli uomini" (Lc 2,14). Egli stesso Cristo, il Signore, ha detto ai suoi discepoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace" (Gv 14,27). Da queste parole si è sviluppato il saluto liturgico: "La pace sia con voi". Questa pace che viene comunicata nella liturgia è Cristo stesso. Egli si dona a noi come la pace, come la riconciliazione oltre ogni frontiera. Dove Egli viene accolto crescono isole di pace. Noi uomini avremmo desiderato che Cristo bandisse una volta per sempre tutte le guerre, distruggesse le armi e stabilisse la pace universale. Ma dobbiamo imparare che la pace non può essere raggiunta unicamente dall'esterno con delle strutture e che il tentativo di stabilirla con la violenza porta solo a violenza sempre nuova. Dobbiamo imparare che la pace – come diceva l'angelo di Betlemme – è connessa con l'eudokia, con l'aprirsi dei nostri cuori a Dio. Dobbiamo imparare che la pace può esistere solo se l'odio e l'egoismo vengono superati dall'interno. L'uomo deve essere rinnovato a partire dal suo interno, deve diventare nuovo, diverso. Così la pace in questo mondo rimane sempre debole e fragile. Noi ne soffriamo. Proprio per questo siamo tanto più chiamati a lasciarci penetrare interiormente dalla pace di Dio, e a portare la sua forza nel mondo. Nella nostra vita deve realizzarsi ciò che nel Battesimo è avvenuto in noi sacramentalmente: il morire dell'uomo vecchio e così il risorgere di quello nuovo. E sempre di nuovo pregheremo il Signore con ogni insistenza: Scuoti tu i cuori! Rendici uomini nuovi! Aiuta affinché la ragione della pace vinca l'irragionevolezza della violenza! Rendici portatori della tua pace! "
mercoledì 30 dicembre 2015
Benedetto XVI parla del Natale, dei falsi profeti e della salvezza "a basso prezzo" nella catechesi del 20 dicembre 2006 (YouTube)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma ascoltiamo un'altra chicca straordinaria del Magistero di Joseph Ratzinger.
Il 20 dicembre 2006 Benedetto XVI tenne, nel corso dell'udienza generale, una catechesi sul Mistero del Natale il cui testo è consultabile qui.
In particolare:
"“Il Signore è vicino: venite, adoriamo”. Con questa invocazione la liturgia ci invita, in questi ultimi giorni dell’Avvento, ad avvicinarci, quasi in punta dei piedi, alla grotta di Betlemme, dove si è compiuto l’evento straordinario, che ha cambiato il corso della storia: la nascita del Redentore. Nella Notte di Natale ci fermeremo, ancora una volta, dinanzi al presepe, a contemplare stupiti il “Verbo fatto carne”. Sentimenti di gioia e di gratitudine, come ogni anno, si rinnoveranno nel nostro cuore ascoltando le melodie natalizie, che in tante lingue cantano lo stesso straordinario prodigio. Il Creatore dell’universo è venuto per amore a porre la sua dimora tra gli uomini. Nella Lettera ai Filippesi, san Paolo afferma che Cristo “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini” (2,6). E’ apparso in forma umana, aggiunge l’Apostolo, umiliando se stesso. Nel Santo Natale rivivremo la realizzazione di questo sublime mistero di grazia e di misericordia".
"Ma la domanda è: l’umanità del nostro tempo attende ancora un Salvatore? Si ha la sensazione che molti considerino Dio come estraneo ai propri interessi. Apparentemente non hanno bisogno di Lui; vivono come se non esistesse e, peggio, come se fosse un “ostacolo” da rimuovere per realizzare se stessi. Anche fra i credenti – siamo certi - alcuni si lasciano attrarre da allettanti chimere e distrarre da fuorvianti dottrine che propongono illusorie scorciatoie per ottenere la felicità. Eppure, pur con le sue contraddizioni, le sue angustie e i suoi drammi, e forse proprio per questi, l’umanità oggi cerca una strada di rinnovamento, di salvezza, cerca un Salvatore e attende, talora inconsapevolmente, l’avvento del Salvatore che rinnova il mondo e la nostra vita, l’avvento di Cristo, l’unico vero Redentore dell’uomo e di tutto l’uomo. Certo, falsi profeti continuano a proporre una salvezza a “basso prezzo”, che finisce sempre per generare cocenti delusioni. Proprio la storia degli ultimi cinquant’anni dimostra questa ricerca di un Salvatore a “basso prezzo” ed evidenzia tutte le delusioni che ne sono derivate. E’ compito di noi cristiani diffondere, con la testimonianza della vita, la verità del Natale, che Cristo reca a ogni uomo e donna di buona volontà. Nascendo nella povertà del presepe, Gesù viene ad offrire a tutti quella gioia e quella pace che sole possono colmare l’attesa dell’animo umano".
"Ma come prepararci ad aprire il cuore al Signore che viene? L’atteggiamento spirituale dell’attesa vigile ed orante rimane la caratteristica fondamentale del cristiano in questo tempo di Avvento. È l’atteggiamento che contraddistingue i protagonisti di allora: Zaccaria ed Elisabetta, i pastori, i Magi, il popolo semplice e umile. Soprattutto l’attesa di Maria e di Giuseppe! Questi ultimi, più di ogni altro, hanno provato in prima persona l’affanno e la trepidazione per il Bambino che doveva nascere. Non è difficile immaginare come abbiano trascorso gli ultimi giorni, nell’attesa di stringere il neonato fra le loro braccia. Il loro atteggiamento sia il nostro, cari fratelli e sorelle!
...
Nascendo fra noi, Gesù Bambino non ci trovi distratti o impegnati semplicemente ad abbellire con le luminarie le nostre case. Allestiamo piuttosto nel nostro animo e nelle nostre famiglie una degna dimora dove Egli si senta accolto con fede e amore".
lunedì 21 dicembre 2015
Benedetto XVI visita il "Bambino Gesù di Praga" (2009): ci fa percepire la vicinanza di Dio (YouTube)
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Il 26 settembre 2009, in occasione del suo Viaggio Apostolico nella Repubblica Ceca, Benedetto XVI si recò in visita Chiesa di Santa Maria della Vittoria di Praga dove è venerata l’effigie del Bambino Gesù, conosciuta dappertutto come il “Bambino di Praga”.
Il discorso integrale del Santo Padre è consultabile qui.
In particolare:
"L’immagine del Bambino Gesù fa subito pensare al mistero dell’Incarnazione, al Dio Onnipotente che si è fatto uomo, ed è vissuto per 30 anni nell’umile famiglia di Nazaret, affidato dalla Provvidenza alla premurosa custodia di Maria e di Giuseppe. Il pensiero va alle vostre famiglie e a tutte le famiglie del mondo, alle loro gioie e alle loro difficoltà. Alla riflessione uniamo la preghiera, invocando dal Bambino Gesù il dono dell’unità e della concordia per tutte le famiglie. Pensiamo specialmente a quelle giovani, che debbono fare tanti sforzi per dare ai figli sicurezza e un avvenire dignitoso. Preghiamo per le famiglie in difficoltà, provate dalla malattia e dal dolore, per quelle in crisi, disunite o lacerate dalla discordia e dall’infedeltà. Tutte le affidiamo al Santo Bambino di Praga, sapendo quanto sia importante la loro stabilità e la loro concordia per il vero progresso della società e per il futuro dell’umanità.
L’effigie del Bambino Gesù, con la tenerezza della sua infanzia, ci fa inoltre percepire la vicinanza di Dio e il suo amore. Comprendiamo quanto siamo preziosi ai suoi occhi perché, proprio grazie a Lui, siamo divenuti a nostra volta figli di Dio. Ogni essere umano è figlio di Dio e quindi nostro fratello e, come tale, da accogliere e rispettare. Possa la nostra società comprendere questa realtà! Ogni persona umana sarebbe allora valorizzata non per quello che ha, ma per quello che è, poiché nel volto di ogni essere umano, senza distinzione di razza e cultura, brilla l’immagine di Dio.
Questo vale soprattutto per i bambini. Nel Santo Bambino di Praga contempliamo la bellezza dell’infanzia e la predilezione che Gesù Cristo ha sempre manifestato verso i piccoli, come leggiamo nel Vangelo (cfr Mc 10,13-16). Quanti bambini invece non sono amati, né accolti, né rispettati! Quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli! Possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell’attenzione loro dovuti: i bambini sono il futuro e la speranza dell’umanità.
Vorrei ora rivolgere una parola particolare a voi, cari bambini, e alle vostre famiglie. Siete venuti numerosi ad incontrarmi e per questo vi ringrazio di cuore. Voi, che siete i prediletti del cuore del Bambino Gesù, sappiate ricambiare il suo amore, e, seguendone l’esempio, siate ubbidienti, gentili e caritatevoli. Imparate ad essere, come Lui, il conforto dei vostri genitori. Siate veri amici di Gesù e ricorrete a Lui con fiducia sempre. Pregatelo per voi stessi, per i vostri genitori, parenti, maestri ed amici, e pregatelo anche per me. Grazie ancora per la vostra accoglienza e di cuore vi benedico, mentre su tutti invoco la protezione del Santo Bambino Gesù, della sua Madre Immacolata e di san Giuseppe".