mercoledì 6 marzo 2013

Il Pontificato di Benedetto XVI. Una Chiesa che si rinnova

Il pontificato di Benedetto XVI

Una Chiesa che si rinnova

«La Chiesa non smette mai di rinnovarsi perché è un organismo vivo, animato dallo spirito del Signore». Lo afferma il cardinale spagnolo Carlos Amigo Vallejo, in un'intervista rilasciata a Paola Del Vecchio su «Il Messaggero» del 4 marzo. Richiamando il significato del pontificato ratzingeriano, il porporato ricorda che «Benedetto XVI ci ha lasciato il grande programma della nuova evangelizzazione, che è soprattutto recuperare l'allegria della fede».
Gli fa eco il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, che paragona gli otto anni di Benedetto XVI all'«esperienza dei due discepoli di Emmaus. Il nostro cuore -- ha detto durante la messa pro eligendo Pontifice celebrata nella basilica bolognese di San Luca -- ardeva quando lui parlava del mistero di Gesù e della Chiesa: per la profondità, la semplice umanità delle sue parole. La luce semplicemente illumina; basta non chiudere gli occhi. Ed i semplici lo hanno capito e vissuto». Gratitudine significa, secondo il porporato anche impegnarci «a fare nostro, sempre più profondamente, il magistero di Benedetto XVI». Il quale «ha continuamente reso testimonianza alla luce di una presenza: la presenza di Cristo, Signore risorto, nella sua Chiesa. Tutto il magistero di Benedetto XVI, tutta la sua vita -- sin dentro al suo ultimo gesto radicale -- ha splendidamente mostrato che la Chiesa è la Chiesa del Signore Gesù e che è lo Spirito del Signore Risorto, vivo ed operante, che la guida». Il cardinale ha così concluso: «Ora il Santo Padre Benedetto XVI si è chiuso nel silenzio; si è nascosto al mondo. Noi sentiamo, in una fede più pura, che in questo scendere nel silenzio, diventa ancor più radice che nutre l'albero. Gesù è la vita del mondo, ed è invisibile, come non fosse».
I pilastri del pontificato di Benedetto XVI sono «la centralità di Cristo e l'affermazione che la Chiesa è viva»: lo afferma l'arcivescovo Rino Fisichella nell'intervista a Mimmo Muolo, pubblicata su «Avvenire» nell'edizione di domenica 3 marzo. Per il presule, Benedetto XVI «ha creato stupore e meraviglia, perché se a molti era noto il pensiero di Joseph Ratzinger, pochi ne conoscevano l'affabilità, la mansuetudine e l'umiltà». Ed ha suscitato «sorpresa» anche per la sua capacità di trasmettere «la profondità del suo pensiero, lui grande teologo e memoria viva del concilio, in una semplicità di linguaggio. Così abbiamo scoperto anche un grande predicatore e un grande catecheta». In particolare, monsignor Fisichella insiste sulla centralità di Cristo: «Benedetto XVI ci ha ricordato ciò che è essenziale del cristianesimo. Poteva sembrare una constatazione ovvia, ma il Papa l'ha riproposta con intelligenza e con forza come l'orizzonte sul quale far convergere gli sguardi».

(©L'Osservatore Romano 4-5 marzo 2013)

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