Gli incontri con Dio
Lucetta Scaraffia
Le donne che incontrano Dio e dedicano la loro vita a testimoniare questo rapporto — sia religiose che laiche — sono molto creative, e rispondono alla chiamata in mille modi, che si differenziano nel tempo e nello spazio, oltre che nel tipo di risposta che danno alla chiamata.
La laica Christine McGrievy ha dedicato la vita a un particolare e nuovo tipo di assistenza: la convivenza con i disabili mentali, anche molto gravi, creando legami umani in cui l’amore e l’accettazione totale dell’altro trasformano e quasi trasfigurano rapporti in sé molto difficili e quasi sempre poco gratificanti. Molto originale è anche la scrittrice medievale a cui dedichiamo lo spazio della spiritualità: Margherita Porete, morta sul rogo ma autrice di uno dei trattati di mistica più fortunati della cultura cristiana, Lo specchio delle anime semplici, circolato senza il nome dell’autore, e forse proprio per questo ripreso e sviluppato da Meister Eckart e dopo di lui dalla filosofia tedesca. Ancora diverse le donne della nostra inchiesta: le coreane, spesso di recente conversione, che si impegnano in una vita di preghiera e di carità, organizzate in un’associazione dedicata a Maria. Esse trovano così una dignità che la cultura locale negava loro.
Da una simile e condivisa scelta di fede sono germogliati tanti modi differenti di tradurre in carità per gli altri — nell’assistenza e nella parola — l’amore di Dio che sapevano di ricevere, di cui sentivano — e sentono — il calore e l’intensità. Donne capaci di rispondere alle esigenze del tempo e del luogo in cui si trovano a vivere, vedendo in ogni situazione l’occasione di testimoniare la loro identità cristiana: sono un modello vivo di evangelizzazione. Un modello oggi molto necessario perché, come dice la metodista Sarah Frances Davis, «Saranno gli evangelizzatori a essere messi sotto la lente d’ingrandimento, e non i processi, i programmi o i piani (...). La gente vuole sapere che cosa ciò che gli evangelizzatori stanno proponendo ha già operato nelle loro vite».
(©L'Osservatore Romano 29 novembre 2012)
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