giovedì 27 dicembre 2012

Il Papa: la cultura di oggi vorrebbe fare a meno di Dio. Benedetto XVI ha ripetuto due volte l'appello per Siria e Medio Oriente (Izzo)

PAPA: LA CULTURA DI OGGI VORREBBE FARE A MENO DI DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic. 

"L'uomo di oggi non ha tempo per Dio, anzi: tanto piu' velocemente si muove, tanto meno tempo ha a disposizione. E la questione che riguarda Dio non sembra mai urgente". Lo ha denunciato Benedetto XVI nella sua omelia della Notte di Natale. 
"La metodologia del nostro pensare - ha detto - e' impostata in modo che Egli, in fondo, non debba esistere. Anche se sembra bussare alla porta del nostro pensiero, Egli deve essere allontanato con qualche ragionamento. Per essere ritenuto serio, il pensiero deve essere impostato in modo da rendere superflua l''ipotesi Dio'. Non c'e' posto per Lui".
Eppure, ha osservato il Pontefice teologo, "sempre di nuovo" ci colpisce la bellezza infinita del Natale, la bellezza che e' "splendore della verita'", quella verita' di un Dio che si fa bambino e "si mette fiduciosamente nelle nostre mani affinche' possiamo accoglierlo ed amarlo".
"Dio - ha ricordato - e' buono, e' il bene per eccellenza e dove non si da' gloria a Dio, dove Egli viene dimenticato o addirittura negato, non c'e' neppure pace".
Sulle orme dei pastori che con "santa curiosita' e santa gioia" si recarono a Betlemme, dunque, "l'uomo deve andare incontro a Signore, oltrepassando i propri limiti materiali per giungere all'essenziale". Ma davvero, si e' chiesto Papa Ratzinger, "siamo pronti ad accogliere Dio?".

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PAPA: HA RIPETUTO DUE VOLTE APPELLO PER SIRIA E MEDIO ORIENTE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic. 

La drammatica situazione del Medio Oriente con la guerra civile in atto in Siria e le nuove fiammate del conflitto israelo-palestinese preoccupano moltissimo Benedetto XVI che questo Natale ha ripetuto due volte il suo accorato appello di pace per l'area: prima nella messa di mezzanotte celebrata nella Basilica di San Pietro e poi, dodici ore dopo, nel messaggio che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi e gli auguri in 65 lingue, letto dalla Loggia delle Benedizioni davanti ad una piazza S.Pietro gremita da circa 80mila fedeli. Nella Basilica ha chiesto di pregare "perche' Israeliani e Palestinesi possano sviluppare la loro vita nella pace dell'unico Dio e nella liberta'". 
"Preghiamo - ha aggiunto - anche per i Paesi circostanti, per il Libano, per la Siria, per l'Iraq e cosi' via: affinche' li' si affermi la pace. Che i cristiani in quei Paesi dove la nostra fede ha avuto origine possano conservare la loro dimora; che cristiani e musulmani costruiscano insieme i loro Paesi nella pace di Dio".
"La pace - ha poi invocato nuovamente a mezzogiorno - germogli per la popolazione siriana, profondamente ferita e divisa da un conflitto che non risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti". "Ancora una volta - ha scandito - faccio appello perche' cessi lo spargimento di sangue, si facilitino i soccorsi ai profughi e agli sfollati e, tramite il dialogo, si persegua una soluzione politica al conflitto".
"La pace, ha poi concluso, "germogli nella Terra dove e' nato il Redentore, ed Egli doni a Israeliani e Palestinesi il coraggio di porre fine a troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino del negoziato". 

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