Il Patriarca di Babilonia dei Caldei sulla rinuncia di Benedetto XVI
Gesto profetico
Baghdad, 26. «Ammiro questo gesto profetico, ricco di umiltà molto profonda. Il Papa non fugge dalla responsabilità ma è consapevole che, nelle sue condizioni fisiche, non può continuare la sua missione. Quindi lascia il suo posto a un altro che il Signore indicherà per guidare la Chiesa in questo momento critico»: è la riflessione offerta all'agenzia Sir dal Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël i Sako. Il presule ha commentato la scelta del Papa, con riferimento all'impatto sulle Chiese del Vicino Oriente e agli orientamenti spirituali per il futuro. Benedetto XVI, ha sottolineato monsignor Sako, in occasione dell'intervista, «è per noi tutti, cardinali, vescovi, patriarchi, religiosi e laici, un modello da seguire. Egli ci ricorda che dobbiamo servire la Chiesa e non il contrario». Nel corso del colloquio il presule ha fatto cenno anche alle iniziative che accompagneranno l'inizio della sede vacante: «Il 28 febbraio avremo, nella cattedrale di Baghdad, una liturgia ecumenica per tutti i martiri iracheni, monsignor Paulos Faraj Raho, padre Ragheed Gianni e tanti altri. Nello stesso tempo, pregheremo per Benedetto XVI, perché aiuti con la sua presenza e preghiera la Chiesa». Domenica 3 marzo, ha aggiunto, «celebreremo una messa per tutti i cardinali che entreranno in conclave affinché lo Spirito santo possa suscitare in loro la giusta scelta. In tutte le parrocchie pregheremo per Benedetto XVI e i cardinali».
Il Patriarca ha quindi voluto esprimere l'auspicio personale e quello della comunità da lui rappresentata sul futuro della Chiesa. «Aspettiamo un Papa che sia un padre e un uomo coraggioso. Una persona che conosca bene la situazione e che sappia guidare con chiarezza e senza compromessi». Il presule prega inoltre «per un Pontefice che pensi a una nuova pastorale per la Chiesa, che rinnovi la disciplina, che l'avvicini ancor di più ai giovani; per esempio, che sappia comunicare il Vangelo con un linguaggio ancora più comprensibile, a questo mondo assetato di speranza».
Alla fine dello scorso gennaio, la comunità cattolica mediorientale ha vissuto l'importante momento del sinodo, in occasione del quale è avvenuta l'elezione del nuovo Patriarca, avvenuta il 31 gennaio. «Recentemente, come Chiesa caldea, abbiamo vissuto il nostro sinodo -- ha ricordato monsignor Sako -- e, in quella occasione, noi vescovi abbiamo potuto verificare che, quando è il divino a guidare l'uomo, allora si va verso il bene. Al contrario, quando l'uomo vuole sopravanzare il divino, allora c'è lo stallo». E ha concluso con la speranza: «Io credo che lo Spirito santo donerà alla sua Chiesa un ottimo Papa».
Tra le questioni affrontate durante il colloquio vi è stata quella del difficile contesto in cui vivono i fedeli irakeni. L'Iraq, ha osservato a tale proposito, il presule, «vive nell'incertezza, oggi potrebbe essere una giornata tranquilla, ma domani chissà. Non abbiamo stabilità, la situazione è precaria sotto ogni profilo, sociale, economico, politico, ma non dobbiamo perdere la fiducia e la speranza di ricostruire il nostro Paese».
(©L'Osservatore Romano 27 febbraio 2013)
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