Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
mercoledì 27 febbraio 2013
Oggi l'ultimo abbraccio del Papa a Piazza San Pietro (Galeazzi)
OGGI L’ULTIMO ABBRACCIO CON LA PIAZZA
Il desiderio di Benedetto XVI
“Chiamatemi Papa emerito”
GIACOMO GALEAZZI
CITTA’ DEL VATICANO
Resterà «Sua Santità Benedetto XVI». Alle 20 di domani il picchetto della Guardia Svizzera sguarnirà il portone della residenza di Castel Gandolfo e Joseph Ratzinger sarà «Papa emerito» o «Romano Pontefice Emerito».
Vestirà la talare bianca, senza mantellina. Sfilerà dalla mano l’anello del pescatore e tornerà a indossare quello vescovile. Titolo, veste, elementi dal valore anche simbolico. È stato lui ad indicarli «Ha detto: desidero chiamarmi cosi», riferisce padre Federico Lombardi. Niente titolo di vescovo emerito di Roma. Il Papa non tornerà nemmeno alla talare nera, che pure da cardinale amava indossare spesso al posto di quella porpora. Porterà la veste bianca, ma lascerà le scarpe rosse. «Il Pontefice ha gradito il dono delle scarpe marroni realizzate per lui dagli artigiani di Leon in Messico e continuerà ad utilizzarle», precisa Lombardi.
Trasloco quasi ultimato. Tra i bagagli del Papa non ci saranno i documenti legati al pontificato e al governo della Chiesa, nè quelli del periodo in cui guidava l’ex Sant’Uffizio. Lo seguiranno solo gli appunti di carattere più personale. Gli altri andranno agli archivi competenti. Oggi l’udienza e domani l’ultimo giorno da Papa e, forse suo malgrado, Ratzinger sarà tutta la giornata sotto i riflettori: prima l’udienza per il saluto con i porporati, nel pomeriggio il trasferimento in elicottero a Castel Gandolfo. La gente vedrà per l’ultima volta Benedetto XVI (almeno nella sua veste di Papa) domani alle 17.30 quando si affaccerà dalla loggia del palazzo di Castel Gandolfo per salutare i fedeli nella piazza antistante. Poi si chiuderà la finestra e Ratzinger si ritirerà per una vita isolata nella preghiera. Il segno pubblico, visibile, della fine del pontificato sarà legato ai suoi «angeli custodi».
Alle 20 di domani si chiuderà il portone del Palazzo di Castel Gandolfo e gli «svizzeri» lasceranno la guardia: da quel momento in poi loro punto di riferimento sarà il Collegio dei cardinali, fino alla fumata bianca in conclave. Il titolo di «Papa emerito» e la veste bianca vanno insieme. «L’ipotizzata dizione “vescovo emerito di Roma” avrebbe causato confusione - spiega Lombardi -.Hanno riflettuto e lavorato autorevoli esperti», però alla fine «ha deciso l’interessato». Alcuni giuristi della Curia Romana avevano immaginato che Ratzinger potesse vestire una talare giallo oro ed essere chiamato «Sua Beatitudine» come i patriarchi orientali. Domani si abbassano le luci sui 7 anni, 10 mesi e 9 giorni del pontificato. Termina il regno della «purificazione».
Ma la bufera continua. «Ci sono vittime degli abusi dei preti per cui abbastanza non è mai abbastanza», afferma il conclavista William Levada, favorevole come Dolan alla partecipazione del connazionale Roger Mahony all’elezione pontificia malgrado le accuse di aver coperto il clero pedofilo di Los Angeles. «Si è scusato per gli errori di giudizio fatti in passato», spiega Levada. E sul suo blog Mahony scrive: «Prego anche per quei miei nemici che non possono proprio perdonarmi».
© Copyright La Stampa, 27 febbraio 2013 consultabile online anche qui.
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