PAPA: SOLO CONVERTENDOSI I CRISTIANI RINNOVANO LA SOCIETA'
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 1 apr.
"La Grazia contenuta nei Sacramenti pasquali e' un potenziale di rinnovamento enorme per l'esistenza personale, per la vita delle famiglie, per le relazioni sociali". Papa Francesco ha voluto ribadirlo nel suo secondo appuntamento mariano in piazza San Pietro, che nel tempo di Pasqua e' la recita del Regina Caeli. Senza la mozzetta bianca che Benedetto XVI indossava per segnalare questo particolare momento liturgico, il nuovo Pontefice ha riproposto pero' lo stesso accorato appello alla conversione che ha caratterizzato molti discorsi del suo predecessore.
"Tutto - ha spiegato Francesco ai 40mila fedeli presenti - passa attraverso il cuore umano: se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo risorto, se le permetto di cambiarmi in quel mio aspetto che non e' buono, che puo' far male a me e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azione benefica. Questo e' il potere della grazia!". "Senza la grazia - ha poi ripetuto per due volte - non possiamo nulla". "E - ha continuato - con la grazia del Battesimo e della Comunione eucaristica posso diventare strumento della misericordia di Dio". In questo modo si concretizza nella vita di tutti il Mistero pasquale. L'auspicio del Papa e' infatti che esso "possa operare profondamente in noi e in questo nostro tempo, perche' l'odio lasci il posto all'amore, la menzogna alla verita', la vendetta al perdono, la tristezza alla gioia". E cioe' "che la forza della Risurrezione di Cristo possa raggiungere ogni persona, specialmente chi soffre, e tutte le situazioni piu' bisognose di fiducia e di speranza". "Cristo - ha scandito il Pontefice argentino - ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ogni tempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita e nelle realta' concrete della storia e della societa'". "Per questo - ha spiegato il Papa - mi sembra importante sottolineare quello che oggi domandiamo a Dio nella liturgia: 'O Padre, che fai crescere la tua Chiesa donandole sempre nuovi figli, concedi ai tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede'". Per Papa Francesco, dunque, "il Battesimo che ci fa figli di Dio, l'Eucaristia che ci unisce a Cristo, devono diventare vita, tradursi cioe' in atteggiamenti, comportamenti, gesti, scelte". Occorre cioe' "esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto: ecco, cari fratelli e sorelle, il nostro impegno quotidiano, ma direi anche - ha aggiunto - la nostra gioia quotidiana". "La gioia - ha concluso - di sentirsi strumenti della grazia di Cristo, come tralci della vite che e' Lui stesso, animati dalla linfa del suo Spirito".
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PAPA: TRE QUARTI D'ORA LA VISITA ALLA NECROPOLI VATICANA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 1 apr.
E' durata tre quarti d'ora, dalle 17 alle 17,45, la visita di Papa Francesco alla Necropoli vaticana. E' stato - ha precisato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi - il primo Papa a scendere negli scavi della Necropoli vaticana. "Papa Francesco ha percorso tutta la via centrale della Necropoli, che si trova sotto la Basilica e le Grotte vaticane, ascoltando le spiegazioni, avvicinandosi cosi' - in leggera salita - al luogo dove si trova la tomba di San Pietro, esattamente sotto l'altare centrale e la cupola della Basilica", ha aggiunto Lombardi. "Nella Cappella Clementina, il luogo piu' vicino alla tomba del Principe degli Apostoli, il Papa ha - poi - sostato in preghiera silenziosa, in raccoglimento profondo e commosso".
"La visita - ha detto ancora padre Lombardi - si e' conclusa nelle Grotte vaticane, rendendo omaggio alle tombe dei Papi del secolo scorso che vi si trovano: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo I. Uscendo dalla Grotte, il Papa ha salutato il personale presente ed e' rientrato a piedi a Santa Marta, come a piedi era giunto all'ingresso degli scavi sul fianco sinistro della Basilica". Il Pontefice era accompagnato dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana, dal delegato della Fabbrica di San Pietro, monsignor Vittorio Lanzani, dal segretario monsignor Alfred Xuereb e dai responsabili della Necropoli vaticana, Pietro Zander e Mario Bosco.
La Tomba di San Pietro e successivamente le sue ossa furono localizzate in modo del tutto inatteso. Gli scavi iniziarono nel 1939: Pio XI aveva dato ordine di essere sepolto in un dato luogo delle grotte vaticane e si decise di abbassare il pavimento per rendere piu' agevole il lavoro, fu cosi' che si scopri' quelli che inizialmente sembravano resti di un sarcofago, ma che ad un piu' attento esame si rilevo' essere il cornicione di una casa. Per ordine di Pio XII iniziarono cosi' gli scavi che portarono alla scoperta di una necropoli utilizzata da cristiani e non cristiani fino alla seconda meta' del III secolo, e situata a lato del Circo di Nerone. In essa fu rinvenuto un apparentemente insignificante tumulo di terra verso cui erano orientate le tombe, anche pagane, e che un muro di rispetto metteva in evidenza. Il famoso "muro rosso" davanti al quale gia' nel II secolo era stata eretta l'edicola del trofeo di Gaio che, con le sue colonnine, segnava l'ingresso alla "tomba gloriosa" dell'Apostolo Pietro: qui Costantino eresse nel IV secolo un'edicola che corrisponde all'attuale Altare della confessione. Pio XII ne diede l'annuncio alla Radio Vaticana in occasione dell'Anno Santo del 1950: "E' stata trovata - disse - la tomba del Principe degli Apostoli". Ma l'ossario era vuoto. Solo nel 1953 il ritrovamento fortunoso di alcune ossa di un uomo di 60-70 anni, avvolte in un prezioso panno di porpora intessuto con fili d'oro e con attendibilita' provenienti dal loculo (ma spostate ai tempi di Costantino nell'edicola, come rivelano frammenti di muro rosso), e poi anche l'interpretazione come "Pietro e' qui", da parte dell'epigrafista Margherita Garducci, del graffito succitato, diedero a Paolo VI la convinzione che doveva trattarsi con ogni probabilita' dei resti del corpo di San Pietro; i resti sono stati quindi ricollocati nella posizione originaria, racchiusi in una scatola di plexiglas insieme a un cartiglio chiuso in cui si afferma che "si pensa" che essi siano dell'Apostolo Pietro.
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scusate ma benedetto xvi metteva la mozzetta bianca per recitare il regina caeli?
RispondiEliminaPortava la mantellina bianca per il Regina Coeli.
RispondiEliminaEcco due esempi:
http://magisterobenedettoxvi.blogspot.it/2012/04/il-papa-come-i-discepoli-di-emmaus.html
http://magisterobenedettoxvi.blogspot.it/2011/06/il-papa-lo-spirito-santo-proviene-da.html
La mozzetta bianca veniva utilizzata durante il periodo di Pasqua (fino a Pentecoste) nelle occasioni solenni nelle quali, negli altri mesi dell'anno, veniva usata quella rossa per esempio quando il Santo Padre incontrava Capi di Stato.
Qui la visita alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani in occasione della chiusura del mese mariano:
http://magisterobenedettoxvi.blogspot.it/2011/05/il-papa-dobbiamo-sempre-chiederci.html
R.
E tutte le volte che lo vedevo così non pensavo mai e poi mai (ammesso che lo avessi pensato in altri momenti vedendolo con la mozzetta rossa) a glorie da papi cinquecenteschi, ma, davvero, solo alla "Resurrectionis gloria." Omnia (symbola) munda, mundis.
RispondiEliminaOmnia munda mundis (tutte le cose sono pure per i puri)...bellissima citazione :-)
RispondiEliminaR.
la mozzetta bianca era davvero bellissima, il solo fatto di guardarla ti ricordava la gioia che contraddistingue il periodo pasquale.
RispondiEliminaAntonio.
Al tg1 delle 7 di stamattina Valli ha detto che è la prima volta che un Papa visita la necropoli in vaticano e vero?
RispondiEliminaUhm, a lume di naso, se la visita è privata, potrebbe essere avvenuta anche in passato ma senza "suonare la tromba dinanzi". Può anche essere accaduto e noi possiamo non saperlo: certi atti di Carità, di pietà, possono avvenire nel segreto senza che la stampa sia sempre tra i piedi, no? ;-)
RispondiEliminaPS: Valli ha detto pure che adesso tutte le necropoli italiane sono piene di visitatori?
(i "necropolitani" li chiamava Totò in "Totò sceicco")
Lo scivolone delle confessioni mi viene in mente ogni volta che lo sento, scusate!
Ester. :-)
Ratzinger era già bello di suo,con un'innata eleganza di tratti e portamento,che facevano risaltare qualsiasi tipo di vesti,anche quando il venerdì santo si spogliava di tutto,pure delle famigerate scarpe rosse,lasciava intravedere una classe inarrivabile,mi spiace,ma non è questione di abiti,è altro,quel quid che solo lui possedeva,ed altri no.Tanto nomini nullum par elogium.GR2
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