lunedì 20 maggio 2013

J. Ratzinger: Per Agostino diventare cristiani significa essenzialmente: dalla dispersione raccogliersi in unità; dalla torre di Babilonia convenire al desco della Pentecoste, dai molti popoli dell'umanità, convenire nell'unità del popolo nuovo

Con espressioni di grande efficacia, Agostino contrappone il miracolo delle lingue che avviene nella Pentecoste alla confusione degli idiomi che si era verificata a Babilonia. 
In esso egli vede una raffigurazione di ciò che da allora continua ad accadere nella Chiesa: l'unica Chiesa abbraccia ogni Paese ed ogni lingua; la comunione d'amore con il Signore raccoglie in unità quanti sono divisi dalla lingua: nel corpo di Cristo, il miracolo della Pentecoste è continuamente presente, e parla in tutte le lingue.
Ascoltiamo dunque Agostino: "Perché non vuoi parlare in tutte le lingue? Guarda, là risuonò ogni lingua sconosciuta.
 Perché mai colui, al quale viene donato lo Spirito, non è in grado adesso di parlare tutte le lingue?
Questo infatti fu allora il segno del dono dello Spirito Santo fatto agli uomini: venne dato loro il potere di esprimersi in tutte le lingue. Che cosa dirai ora, eretico? Forse che lo Spirito Santo non viene più donato?
Ma se esso è donato, perché coloro ai quali è donato non parlano tutte le lingue? Perché ora lo Spirito Santo non si manifesta in tutti gli idiomi? Eppure no, anche oggi esso si manifesta in tutte le lingue. Allora la Chiesa non era ancora diffusa in tutto il mondo, in maniera che membri di Cristo parlassero in tutti gli idiomi. Allora si adempì tutto in una volta ciò che nel contempo venne prefigurato per sempre. Già il corpo di Cristo parla tutte le lingue, e quelle che ancora non parla, le parlerà. Deve dunque crescere la Chiesa, per abbracciare tutti gli idiomi. Io parlo in tutte le lingue, questo oso dirti. Appartengo al corpo di Cristo; ed alla sua Chiesa; se il corpo di Cristo parla già tutte le lingue, allora anche io sono a casa mia in ogni idioma: il greco mi è familiare, così il siriaco, e anche l'ebraico, e così ciò che appartiene ad ogni popolo, poiché io esisto nell'unità di tutti i popoli".
E più oltre: "Quanto quella torre aveva disperso, ora la Chiesa raduna. Da una lingua ne vennero molte; non meravigliarti, è opera della superbia umana. Da tante lingue ne nasce una sola; non meravigliarti, è opera dell'amore".
Dunque, per Agostino, diventare cristiani significa essenzialmente: dalla dispersione raccogliersi in unità; dalla torre di Babilonia convenire al desco della Pentecoste, dai molti popoli dell'umanità, convenire nell'unità del popolo nuovo.

(Joseph Ratzinger, "L' unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa", pag. 99ss)

3 commenti:

  1. Nel leggere questi brani sembra di tornare in un altro mondo. Ora si parla solo di odore di pecore....

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  2. Raffy,Raffy,ci fai venire gli stranguglioni sia con le foto che con i brani,uno più bello dell'altro,e la nostalgia monta,mi sento come l'abbazia di Mont S.t Michel,in balìa delle maree....quando ne hai tempo e possibilità,vorrei che tu postassi la catechesi del 1 febbraio 2012,La preghiera di Gesù al Getsemani,una delle più belle in assoluto,mi fece piangere e mi tornò in mente l'11 febbraio dell'anno dopo....GR2

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