Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
domenica 28 settembre 2014
Benedetto XVI ai giovani di Genova: la bontà in persona è Gesù Cristo. Quel Gesù che voi conoscete o che il vostro cuore cerca. Lui è l’Amico che non tradisce mai, fedele fino al dono della vita in croce. Arrendetevi al suo amore! (YouTube)
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Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo una vera "chicca" :-)
Il 18 maggio 2008 Benedetto XVI incontrava, a Genova, una folla di giovani.
Bellissimo ed intenso il discorso del Papa (in gran parte "a braccio") con parole commoventi e sempre attuali. E' bello riascoltare le sue parole proprio nei giorni in cui si festeggiano tutti i nonni, i nostri "angeli custodi". Come diceva Lino Banfi, Benedetto è il "nonno del mondo" :-)
Il discorso integrale e' consultabile qui.
Rileggiamo:
Carissimi giovani,
purtroppo la pioggia mi perseguita in questi giorni, ma prendiamola come segno di benedizione, di fecondità per la terra, anche come simbolo dello Spirito Santo che viene e rinnova la terra, anche la terra arida delle nostre anime. Voi siete la giovinezza di Genova! Felice di vedervi qui! Vi abbraccio con il cuore di Cristo! Ringrazio i due rappresentanti che si sono fatti vostri "portavoce". E ringrazio tutti voi per tutto il lavoro di preparazione, non solo esteriore, ma soprattutto spirituale: con l’adorazione eucaristica, la veglia di preghiera, così realmente siete andati incontro allo Spirito Santo e, nello Spirito, entrate nella festa della Santissima Trinità, che celebriamo oggi. Grazie per questo cammino che avete fatto!
E vi ringrazio per quell’entusiasmo che deve sempre caratterizzare la vostra anima non solo negli anni giovanili, pieni di aspettative e di sogni, ma sempre, anche quando gli anni della giovinezza saranno passati e sarete chiamati a vivere altre stagioni. Ma nel cuore dobbiamo tutti rimanere giovani! E’ bello essere giovani ed oggi tutti vogliono essere giovani, rimanere giovani, e si mascherano da giovani, anche se il tempo della giovinezza è passato, visibilmente passato. E mi domando – ho riflettuto – perché è bello essere giovani? Perché il sogno della perenne giovinezza?
Mi sembra che ci siano due elementi determinanti. La gioventù ha ancora tutto il futuro davanti a sé, tutto è futuro, tempo di speranza. Il futuro è pieno di promesse. Ad essere sinceri, dobbiamo dire che per molti il futuro è anche oscuro, pieno di minacce. Non si sa: troverò un posto di lavoro? troverò una casa? troverò l’amore? che sarà il mio vero futuro? E davanti a queste minacce, il futuro può anche apparire come un grande vuoto. Perciò oggi, non pochi vogliono arrestare il tempo, per paura di un futuro nel vuoto. Vogliono subito consumare tutte le bellezze della vita. E così l’olio nella lampada è consumato, quando comincerebbe la vita. Perciò è importante scegliere le vere promesse, che aprono al futuro, anche con rinunce. Chi ha scelto Dio, ancora nella vecchiaia ha un futuro senza fine e senza minacce davanti a sé. Quindi, è importante scegliere bene, non distruggere il futuro. E la prima scelta fondamentale deve essere Dio, Dio rivelatosi nel Figlio Gesù Cristo, e nella luce di questa scelta, che ci offre allo stesso tempo una compagnia nel cammino, una compagnia affidabile che non mi lascia mai, nella luce di questa scelta si trovano i criteri per le altre scelte necessarie.
Essere giovane implica essere buono e generoso. E di nuovo la bontà in persona è Gesù Cristo. Quel Gesù che voi conoscete o che il vostro cuore cerca. Lui è l’Amico che non tradisce mai, fedele fino al dono della vita in croce. Arrendetevi al suo amore! Come portate scritto sulle magliette preparate per questo incontro: "scioglietevi" davanti a Gesù, perché solo Lui può sciogliere le vostre ansie e i vostri timori e colmare le vostre attese.
Egli ha dato la vita per noi, per ciascuno di noi. Potrebbe mai tradire la vostra fiducia? Potrebbe Egli condurvi per sentieri sbagliati? Le sue sono le vie della vita, quelle che portano ai pascoli dell’anima, anche se salgono verso l’alto e sono ardite. E’ la vita spirituale che vi invito a coltivare, cari amici. Gesù ha detto: "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla" (Gv 15, 5).
Gesù non fa giri di parole, è chiaro e diretto. Tutti lo comprendono e prendono posizione. La vita dell’anima è incontro con Lui, Volto concreto di Dio; è preghiera silenziosa e perseverante, è vita sacramentale, è Vangelo meditato, è accompagnamento spirituale, è appartenenza cordiale alla Chiesa, alle vostre comunità ecclesiali.
Ma come si può amare, entrare in amicizia con chi non si conosce? La conoscenza spinge all’amore e l’amore stimola la conoscenza. E’ così anche con Cristo. Per trovare l’amore con Cristo, per trovarlo realmente come compagno della nostra vita, dobbiamo innanzitutto conoscerlo. Come quei due discepoli che lo seguono dopo le parole del Battista e dicono in modo timido: "Rabbì, dove abiti?", vogliono conoscerlo da vicino. E’ lo stesso Gesù che, parlando con i discepoli, distingue: "Chi dice la gente chi io sia", riferendosi a coloro che lo conoscono da lontano, per così dire, "di seconda mano", e "Chi dite voi chi io sia?", riferendosi a coloro che lo conoscono "di prima mano", avendo vissuto con Lui, essendo entrati realmente nella sua vita personalissima fino ad essere testimoni della sua orazione, del suo dialogo con il Padre. Così anche per noi è importante non ridurci semplicemente alla superficialità dei tanti che hanno sentito qualcosa di Lui - che era una grande personalità ecc. - ma entrare in una relazione personale per conoscerlo realmente. E questo esige la conoscenza della Scrittura, dei Vangeli soprattutto, dove il Signore parla con noi. Non sempre sono facili queste parole, ma entrando in esse, entrando in dialogo, bussando alla porta delle parole, dicendo al Signore "Aprimi", troviamo realmente parole di vita eterna, parole vive per oggi, attuali come lo erano in quel momento e come lo saranno in futuro. Questo colloquio con il Signore nella Scrittura deve essere sempre anche un colloquio non solo individuale, ma comunionale, nella grande comunione della Chiesa, dove Cristo è sempre presente, nella comunione della liturgia, dell’incontro personalissimo della Santa Eucaristia e del sacramento della Riconciliazione, dove il Signore dice a me "Ti perdono". E anche un cammino molto importante è aiutare i poveri bisognosi, avere tempo per l’altro.
Ci sono tante dimensioni per entrare nella conoscenza di Gesù. Naturalmente anche le vite dei Santi. Avete tanti Santi qui in Liguria, a Genova, che ci aiutano a trovare il vero volto di Gesù. Solo così, conoscendo personalmente Gesù, possiamo anche comunicare questa nostra amicizia agli altri. Possiamo superare l’indifferenza. Perché anche se appare invincibile – in effetti, qualche volta l’indifferenza sembra che non abbia bisogno di un Dio - in realtà, tutti sanno che qualcosa manca nella loro vita. Solo avendo scoperto Gesù, si rendono conto: "Era questo che aspettavo". E noi, quanto più siamo realmente amici di Gesù, tanto più possiamo aprire il cuore anche agli altri, perchè anche loro diventino veramente giovani, avendo cioè davanti a sé un grande futuro.
Al termine del nostro incontro avrò la gioia di consegnare il Vangelo ad alcuni di voi come segno di un mandato missionario. Andate, carissimi giovani, negli ambienti di vita, nelle vostre parrocchie, nei quartieri più difficili, nelle strade! Annunciate Cristo Signore, speranza del mondo.
Quanto più l’uomo si allontana da Dio, la sua Sorgente, tanto più smarrisce se stesso, la convivenza umana diventa difficile, e la società si sfalda.
State uniti tra voi, aiutatevi a vivere e a crescere nella fede e nella vita cristiana, per poter essere testimoni arditi del Signore. State uniti, ma non rinchiusi. Siate umili, ma non pavidi. Siate semplici, ma non ingenui. Siate pensosi, ma non complicati. Entrate in dialogo con tutti, ma siate voi stessi.
Restate in comunione con i vostri Pastori: sono ministri del Vangelo, della divina Eucaristia, del perdono di Dio. Sono per voi padri e amici, compagni della vostra strada. Voi avete bisogno di loro, e loro – noi tutti – abbiamo bisogno di voi.
Ciascuno di voi, cari giovani, se resta unito a Cristo e alla Chiesa può compiere grandi cose. E’ questo l’augurio che vi lascio come una consegna. Do un arrivederci a Sydney a quanti tra voi si sono iscritti a partecipare all’Incontro mondiale di luglio, e lo estendo a tutti, perché chiunque potrà seguire l’evento anche da qui. So che in quei giorni le diocesi organizzeranno appositamente dei momenti comunitari, perché vi sia veramente una nuova Pentecoste sui giovani del mondo intero. Vi affido alla Vergine Maria, modello di disponibilità e di umile coraggio nell’accogliere la missione del Signore. Imparate da Lei a fare della vostra vita un "sì" a Dio! Così Gesù verrà ad abitare in voi, e lo porterete con gioia a tutti. Con la mia Benedizione!
Libreria Editrice Vaticana 2008
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