sabato 26 gennaio 2013

Boffo: Basta con questa ubriacatura da social network, anche dentro la Chiesa


Chiesa: Boffo, basta con ubriacatura da social network

(ASCA) - Venezia, 26 gen 

''Basta con questa ubriacatura da social network, anche dentro la Chiesa. 
Basta, basta. Questa ubriacatura la pagheremo cara, ci sveglieremo che non avremo piu' i nostri media cattolici, quelli classici''. 
Lo ha detto Dino Boffo, direttore di ''TV2000'', intervenendo all'incontro organizzato in patriarcato a venezia per la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. ''Permettetemi di dire che non lo vedo l'85enne Papa, teologo e pensoso, ad avere a che fare con twitter'', ha esemplificato Boffo, invitando ad una maggiore prudenza quanti, anche nella Chiesa, si lasciano fagocitare dai new media. 
''Questi mezzi sembrano dare sprint, ti portano a la page, sembrano darti un tocco di notorieta' a buon prezzo'' ma ha aggiunto Boffo, ''ma i nuovi media possono aggiungersi, non sostituirsi a quelli classici, che non sono la sopravvivenza di ruderi, ma i media che ci mettono a contatto con il cuore vivo della comunita' cristiana''. 

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Anche i media tradizionali, pero', devono dare il buon esempio. Come? Beh, potrebbero trasmettere l'udienza generale per intero tanto per iniziare
Internet e' uno strumento essenziale e lo abbiamo visto soprattutto nel 2010. Purtroppo i media cattolici tradizionali, tre anni fa, non hanno brillato per difesa del Santo Padre (vale comunque anche per il Vaticano ed i suoi uffici).
R.

4 commenti:

Vera ha detto...

si aggiungono e non sostituiscono, ok! proprio domani leggeremo del corpo e delle membra e delle funzioni diverse e utili tutte. 1Cor 12,12-30

Anonimo ha detto...

Non tutti si fanno fagocitare! I social media devono essere utilizzati come mezzi utili a raggiungere dei fini, nel caso della Chiesa cercare di stabilire un contatto con persone irraggiungibili altrimenti. Altri mezzi (eheheheh) sono i blog come dimostrato nel 2010, nel quasi totale (e imperdonabile) silenzio dei mezzi tradizionali vaticani e CEI.
Alessia

gianniz ha detto...

'Pro domo sua'. Ovvio che Boffo deve difendere il cadreghino!
Sarà anche un ottimo giornalista, Boffo, ma da quando, dopo avergli scritto per lamentare la mutilazione dell'udienza di Papa Benedetto, ho ricevuto, in risposta, una sua ruvida mail, veramente sgradevole e un al di sopra di qualsiasi possibile riga, non riesco più ad apprezzarlo. Anzi, lo sento come un don Chisciotte che si inventa i mulini a vento pur di combattere contro qualcosa e contro qualcuno.
E poi, in questo intervento, voi non sentite una velata critica? A chi??? A Papa Benedetto ovviamente!.

Anonimo ha detto...

Si può discutere all'infinito sull'entrata del papa sui social networks,però,ragionandoci con calma,oggi come oggi sono l'unica risorsa che si ha per avere visibilità presso quella fascia di giovani extra ecclesiam, che non leggono,non comunicano in altro modo che attraverso il tweet,corto,semplice,leggibilissimo;ora il papa non è un vero tweeter,perchè non risponde,i cinguettii sono presi da sue frasi,approvati da lui,ma lui non entra di persona nell'agone,poi con 2.000.000 di utenti come potrebbe?Boffo ha diversi sassi nelle scarpe...de illo taceam.L'unico commento sensato nel mare di opinioni più o meno contro l'acconto tweeter di BXVI,è questo:qualcuno ha detto che il papa prepara la strada al suo successore,perchè Ratzinger vede lontano,mi sembra esaustivo.GR2