sabato 26 gennaio 2013

Il Papa alla Rota Romana: la carenza di fede può ferire la validità del matrimonio (Radio Vaticana)


Il Papa alla Rota Romana: la carenza di fede può ferire la validità del matrimonio

La carenza di fede può ferire i beni del matrimonio: procreatività, fedeltà coniugale e indissolubilità. E’ quanto affermato, stamani, da Benedetto XVI nel discorso ai componenti del Tribunale della Rota Romana ricevuti in udienza per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Il Papa ha ribadito che l’attuale crisi di fede porta con sé una crisi dell'unione coniugale e ha sottolineato che il rifiuto della proposta divina conduce a uno squilibrio profondo in tutte le relazioni umane. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La cultura contemporanea, afferma il Papa, pone alla famiglia “pressanti sfide” a causa del suo “accentuato soggettivismo e relativismo etico e religioso”. In particolare, osserva, c’è chi pone in contrasto la libertà della persona con “la capacità stessa dell’essere umano di legarsi” per tutta la vita. C’è, infatti, una “mentalità diffusa” che porta a pensare che la persona “diventi se stessa rimanendo ‘autonoma’ ed entrando in contatto con l’altro solo mediante relazioni che si possono interrompere in ogni momento”: 

“A nessuno sfugge come sulla scelta dell’essere umano di legarsi con un vincolo che duri tutta la vita influisca la prospettiva di base di ciascuno, a seconda cioè che sia ancorata a un piano meramente umano, oppure si schiuda alla luce della fede nel Signore”. 

“Solo aprendosi alla verità di Dio, infatti – aggiunge - è possibile comprendere, e realizzare nella concretezza della vita anche coniugale e familiare, la verità dell’uomo quale suo figlio, rigenerato dal Battesimo”. Il Papa rivolge, così, il pensiero alla indissolubilità del patto tra un uomo e una donna. Un patto, constata, che “non richiede, ai fini della sacramentalità, la fede personale dei nubendi”. Ciò che si richiede, “come condizione minima necessaria – sottolinea – è l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa”:

“Ma se è importante non confondere il problema dell’intenzione con quello della fede personale dei contraenti, non è tuttavia possibile separarli totalmente”. 

Al riguardo, il Papa cita un documento del 1977 della Commissione teologica internazionale, nel quale si evidenziava che, qualora “non si avverta alcuna traccia della fede in quanto tale” si pone “il problema di sapere” se “l’intenzione generale e veramente sacramentale” sia “presente o no, e se il matrimonio è contratto validamente o no”. Di qui, si sofferma a riflettere sul bene coniugale e sul suo elemento essenziale. Il Papa cita Sant’Agostino che parla di tre beni: procreatività, fedeltà coniugale e indissolubilità. E avverte che non si deve prescindere “dalla considerazione che possano darsi dei casi nei quali proprio l’assenza di fede, il bene dei coniugi risulti compromesso e cioè escluso dal consenso stesso”:

“Con le presenti considerazioni, non intendo certamente suggerire alcun facile automatismo tra carenza di fede e invalidità dell’unione matrimoniale, ma piuttosto evidenziare come tale carenza possa, benché non necessariamente, ferire anche i beni del matrimonio, dal momento che il riferimento all’ordine naturale voluto da Dio è inerente al patto coniugale”.

Il Papa non manca di riconoscere le difficoltà “da un punto di vista giuridico e pratico, di enucleare l’elemento essenziale” del bene coniugale. Al contempo, evidenzia che sulla problematica della validità del matrimonio, “soprattutto nel contesto attuale, occorrerà promuovere ulteriori riflessioni”. Il Papa ricorda così quei Santi che hanno vissuto l’unione matrimoniale, “nella prospettiva cristiana”, e così sono riusciti “a superare anche le situazioni più avverse, conseguendo talora la santificazione del coniuge e dei figli con un amore sempre rafforzato da una solida fiducia in Dio”:

“Proprio queste esperienze, contrassegnate dalla fede, fanno comprendere come, ancor oggi, sia prezioso il sacrificio offerto dal coniuge abbandonato o che abbia subito, se – riconoscendo l’indissolubilità del vincolo matrimoniale valido – riesce a non lasciarsi ‘coinvolgere in una nuova unione… In tal caso il suo esempio di fedeltà e di coerenza cristiana assume un particolare valore di testimonianza di fronte al mondo e alla Chiesa’(Familiaris Consortio)”. 

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