domenica 27 gennaio 2013

Il Papa libera le colombe della pace e scherza con i ragazzi dell'Azione Cattolica. Benedetto XVI: sono vicino ai malati di lebbra ed a chi lotta per loro (Izzo)

PAPA: LIBERA COLOMBE PACE E SCHERZA CON RAGAZZI AZIONE CATTOLICA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 gen.

Dopo l'Angelus, Benedetto XVI ha compiuto il gesto di liberare due colombe, in occasione della "Carovana della pace" dell'Azione Cattolica Ragazzi giunta oggi in piazza San Pietro.
Due giovanissimi di Ac erano saliti per questo alla terza loggia del Palazzo Apostolico e si sono affacciati dalla finestra dello studio privato accanto al Papa, al quale hanno chiesto - parlando con comprensibile emozione e con il microfono aperto davanti alla folla - "di pregare per noi ragazzi e per le nostre comunita', affinche' riusciamo a fare della nostra vita un meraviglioso spettacolo, guidati dall'unico, vero, grande autore e regista: Gesu'".
Aggiungendo poi: "ricordati, caro Papa: l'Acr di Roma non smette mai di volerti bene!".
Il Papa li ha rincuorati accennando un abbraccio che i fanciulli non hanno pero' assecondato rimanendo un po' impacciati. Cosi' Benedetto ha tagliato corto: "ora - ha detto - liberiamo le colombe simbolo della pace". Ma non succedeva nulla.
"Cerchiamo di liberare queste colombe", ha ripetuto, e esse finalmente hanno spiccato il volo dalla finestra, non tentando nemmeno di rientrare nello studio del Pontefice, come invece e' capitato talvolta in queste occasioni. "Era un successo", ha commentato l'anziano Papa Benedetto che a 86 anni era molto divertito dalla situazione.
Il cammino della Carovana della pace ha toccato diverse regioni italiane e si e' concluso con un corteo festoso e colorato che ha attraversato in mattinata le strade del centro di Roma, accompagnato dallo slogan: "Vediamo se sei capace".
La giornata ha rappresentato il culmine di un percorso svolto nei gruppi parrocchiali incentrato sull'importanza - per i ragazzi - di essere protagonisti della propria storia. E in piazza San Pietro c'erano alle 12 almeno duemila bambini dell'Acr guidati dal cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma. "Veniamo da tante parrocchie di Roma, insieme ai nostri genitori, educatori e sacerdoti per gridare di nuovo alla nostra Citta' - hanno detto i ragazzi nel messaggio letto da uno di loro al Papa e ai 40 mila fedeli presenti - il bisogno di pace che c'e' nel mondo". "Stiamo sperimentando - ha aggiunto il piccolo portavoce - se siamo veramente capaci di pace, ovvero di essere collaboratori della Pace che viene da Dio, analizzando tutte le situazioni di non pace che viviamo all'interno degli ambienti che frequentiamo, e ci siamo proposti di provare a impegnarci, con atteggiamenti nuovi, a diventare protagonisti di pace, nel rispetto, nella comprensione e nella giustizia verso gli altri".
Nell'occasione i ragazzi di Acr si sono impegnati a raccogliere le offerte, "frutto, hanno spiegato, "delle nostre piccole rinunce e della carita' delle nostre comunita', per donarli ad un gruppo di ragazzi egiziani che, con l'aiuto di fratel Atef e della sua Comunita' di gesuiti, per dare la possibilita' ai ragazzi di strada di diventare protagonisti di una nuova vita".

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PAPA: SONO VICINO AI MALATI DI LEBBRA E A CHI LOTTA PER LORO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 gen.

Dopo l'Angelus, Benedetto XVI ha ricordato oggi anche la Giornata mondiale dei malati di lebbra. "Esprimo la mia vicinanza - ha assicurato - alle persone che soffrono per questo male e incoraggio i ricercatori, gli operatori sanitari e i volontari, in particolare quanti fanno parte di organizzazioni cattoliche e dell'Associazione Amici di Raoul Follerau".
"Invoco per tutti - ha aggiunto - il sostegno spirituale di san Damiano de Veuster e di santa Marianna Cope, che hanno dato la vita per i malati di lebbra".
L'affermazione di una societa' piu' inclusiva e giusta che permetta il reinserimento di chi e' stato guarito" e' auspicata nel messaggio della Santa Sede per l'odierna Giornata mondiale della lotta alla lebbra. Secondo i dati piu' recenti dell'Oms, circa duecentoventimila fra uomini, donne e bambini hanno contratto la lebbra nel 2011 e molti dei nuovi casi sono stati diagnosticati quando la malattia era in uno stato avanzato. "Questi dati - afferma il Pontificio consiglio per la pastorale sanitaria - mostrano il permanere, nonostante la meritoria azione di realta' internazionali e nazionali, governative e non, come l'OMS e le Fondazioni Raoul Follereau e Sasakawa, di un'ancora insufficiente possibilita' di accesso alle strutture diagnostiche e della carenza nella formazione alla prevenzione delle comunita' a rischio di contagio, come pure il bisogno di azioni igienico-sanitarie mirate".
Tutto cio' - sottolinea il Messaggio - e' fondamentale per la lebbra, ormai senza esito mortale se adeguatamente curata, cosi' come lo e' in larga misura per le altre 'malattie neglette', che, nella loro totalita', continuano a provocare annualmente centinaia di migliaia fra decessi, gravi invalidita', o comunque compromissioni permanenti dello stato di salute, di adulti, adolescenti e bambini nei Paesi economicamente svantaggiati: patologie che costituiscono degli autentici flagelli in alcune parti del mondo, ma che non riscuotono la sufficiente attenzione da parte della comunita' internazionale; tra di esse ritroviamo la dengue, la malattia del sonno, la bilarziosi, l'oncocercosi, la leishmaniosi e il tracoma". Il dicastero vaticano per la pastorale sanitaria sottolinea con forza nel testo la necessita' che per primi siano i malati di lebbra ad essere protagonisti del loro riscatto, forti delle parole di San Paolo secondo le quali "nessuno di noi ha ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura". E ricorda agli hanseniani "la possibilita' di vivere la propria condizione in una prospettiva di fede trovandone il senso mediante l'unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore, pregando e offrendo la propria tribolazione per il bene della Chiesa e dell'umanita'".
Anche se, ammette il Messaggio, "certamente non e' facile e richiede carita' verso se stessi e verso il prossimo, speranza, coraggio, pazienza e determinazione". La Giornata Mondiale - osserva infine il dicastero - costituisce, per tutti i cristiani, gli enti benefici e le persone di buona volonta', una preziosa occasione per rilanciare l'impegno in favore di quanti sono colpiti direttamente dal Mycobacterium Leprae o ne sono indirettamente interessati, come i familiari, promuovendo un rinnovato slancio per il reinserimento sociale delle persone che ne portano i segni".
Per i cristiani, conclude, rappresenta inoltre "un'occasione propizia per intensificare la diaconia della carita' nelle nostre comunita' ecclesiali, per essere ciascuno buon samaritano verso l'altro" seguendo "l'esempio di Santi, Beati, e persone di buona volonta'", tra i quali il documento elenca san Damiano Veuster e santa Marianna Cope (che collaboro' con lui sull'isola lebbrosario di Molokai) il beato gesuita Jan Beyzym, e la beata Madre Teresa di Calcutta, fondatrice delle Missionarie della Carita', il servo di Dio Marcello Candia (industriale italiano che dono' se stesso e le sue ricchezze agli ultimi) e Raoul Follereau, di cui ricorre quest'anno anche il 110* anniversario della nascita.

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