sabato 19 gennaio 2013

Sul «Daily Telegraph» una petizione del clero britannico contro la proposta governativa sulle unioni omosessuali

Sul «Daily Telegraph» una petizione del clero britannico contro la proposta governativa sulle unioni omosessuali

La verità sul matrimonio

Londra, 18. Non si placa la polemica contro la decisione del Governo britannico di procedere alla ridefinizione per legge del matrimonio, che aprirebbe anche alla celebrazione delle unioni tra persone dello stesso sesso nei luoghi di culto, a eccezione di quelli anglicani. L'iniziativa sta incontrando la forte opposizione della comunità cattolica, che ha recentemente visto oltre un migliaio di rappresentanti del clero aderire, con la loro firma, a un appello rivolto al Parlamento per bloccare la proposta. L'appello è contenuto in una lettera pubblicata dal quotidiano «The Daily Telegraph» ed è stata siglata da 1.067 fra preti e vescovi. La proposta, è spiegato, di modificare la naturale definizione di matrimonio, che diventerebbe così un atto di unione tra due persone e non tra un uomo e una donna, comporterà delle conseguenze legali andando a incidere pesantemente sulle attività educative della Chiesa. I cattolici, si ricorda, «partecipano pienamente alla vita del Paese», ma se la proposta di legge dovesse essere approvata, si puntualizza, «avrà molte conseguenze legali, limitando severamente la capacità di insegnare la verità sul matrimonio nelle scuole, negli istituti caritativi e nei luoghi di culto». Per i rappresentanti del clero «non ha senso infatti sostenere che i cattolici e altri possono ancora impartire i loro insegnamenti sul matrimonio nelle scuole e in altre realtà se, allo stesso tempo, sono costretti a rispettare il contrario».
La proposta dovrebbe essere avanzata per la discussione in Parlamento tra la fine del corrente mese e l'inizio di febbraio. L'intenzione è quella di legalizzare i “matrimoni” tra persone dello stesso sesso entro il 2015. La Coalition for Marriage, che si batte per il matrimonio naturale, formata da organizzazioni religiose e laiche ha già raccolto oltre 600.000 firme per bloccare l'iniziativa. In una nota dell'episcopato cattolico dello scorso dicembre si definisce «caotico» l'intero processo legislativo. Il Governo ha voluto puntualizzare che nessuna comunità religiosa (per quella anglicana è stato previsto un espresso divieto) sarà costretta a celebrare le unioni omosessuali all'interno dei propri luoghi di culto, ma le organizzazioni contrarie hanno espresso scetticismo, osservando il pericolo che il loro rifiuto possa ingenerare nelle persone la volontà di muovere contestazioni nei tribunali. Nella nota dell'episcopato si osserva che, decidendo di procedere con la proposta, «il Governo ha scelto di ignorare le opinioni di 600.000 persone che hanno firmato una petizione perché vogliono che l'attuale definizione di matrimonio resti immutata». L'episcopato chiede quindi al Governo un ripensamento: «Non è ancora troppo tardi per fermare questa legge».
Nella lettera degli oltre mille rappresentanti del clero si rinnova l'appello, ora che la proposta si appresta a giungere alla discussione delle aule parlamentari. «Sollecitiamo i membri del Parlamento -- si sottolinea -- a non aver paura di rifiutare questa normativa, ora che le sue conseguenze appaiono chiare». Il matrimonio, si ricorda, «è possibile solo tra un uomo e una donna ed è il fondamento della nostra società». Il vescovo di Portsmouth, monsignor Philip Anthony Egan, ha commentato che coloro che si oppongono alla legge «potranno essere accusati di bigottismo o di omofobia»; mentre un sacerdote, Andrew Pinsent, ha aggiunto «che vi è preoccupazione per quello che sta accadendo, a causa di leggi che violano l'obiezione di coscienza». Alla voce dei cattolici inglesi si unisce quella dei cattolici scozzesi. Nel marzo scorso una forte presa di posizione era giunta dal cardinale Keith Michael Patrick O'Brien, arcivescovo di Saint Andrews and Edinburgh. In un articolo pubblicato dal «The Sunday Telegraph», il porporato aveva affermato che «nessun Governo può far valere l'autorità morale per smantellare la definizione universalmente riconosciuta di matrimonio». Anche tra i non cattolici il fronte del “no” alla proposta del Governo gode di ampia adesione. L'ex arcivescovo di Canterbury, Lord George Carey, è tra i rappresentanti anglicani più attivi, che peraltro ha contribuito a lanciare la Coalition for Marriage. In una lettera inviata al primo ministro David Cameron, il presule ha osservato che la legge «porterà a gravi contrasti e di ampio respiro tra le istituzioni religiose e le autorità civili». Per Lord George Carey, il matrimonio fra omosessuali è un grave oltraggio culturale.

(©L'Osservatore Romano 19 gennaio 2013)

2 commenti:

Andrea ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-da-trieste-la-gender-persecution-contro-la-chiesa-5623.htm

un ins.di Religione ha detto...

ho saputo anch'io delle vicende di Trieste e della posizione splendida,ammirevole,coraggiosa..addirittura eroica oserei dire, assunta dal vescovo mons. Crepaldi. un vescovo che parla chiaro senza ambiguità e carambole verbali e che non teme di schierarsi contro i "poteri forti" e le lobby che li sostengono. quanti ce ne vorrebbero di vescovi così! spero che questo blog se ne occupi, perchè mons. Crepaldi ha detto delle cose estremamente importanti e che vale la pena di divulgare e approfondire! e poi perchè è più che giusto che un vescovo così abbia tutto il nostro sostegno e incoraggiamento!!