Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
giovedì 28 febbraio 2013
L'attesa e l'affetto dei fedeli di Castel Gandolfo per Benedetto XVI
L'attesa e l'affetto dei fedeli di Castel Gandolfo per Benedetto XVI
Sarà la piazza di Castel Gandolfo lo sfondo dell’ultimo atto pubblico di Benedetto XVI come Papa con il saluto dalla loggia centrale del Palazzo Apostolico rivolto ai fedeli presenti. “E’ in preghiera che vogliamo farci trovare, ci saranno canti e meditazioni” così al microfono della nostra inviata a Castel Gandolfo, Gabriella Ceraso, il vicario della diocesi di Albano, mons. Franco Marando:
R. - Lo spirito è quello di dare un saluto veramente affettuoso nel momento in cui Benedetto XVI concluderà il suo impegno di vescovo di Roma, Successore di San Pietro. Egli “sale al monte” - così come ha detto - e in maniera discreta, ma molto affettuosa, vogliamo essere vicini a Lui per salutarlo, ma anche per dirgli grazie per tutta l’attenzione che in tutti questi anni di Pontificato ha voluto manifestare concretamente verso la nostra diocesi. Allora, invitiamo tutti fedeli della diocesi a ritrovarsi insieme in piazza a Castel Gandolfo. Chi vuole, da Albano, potrà fare un percorso a piedi, impegnandosi in una sorta di piccolo pellegrinaggio. Poi, alle ore 17 è previsto il Santo Rosario, le meditazioni sono proprio tratte dai discorsi del Papa.
D. - È Maria, come ha ribadito sempre tante volte anche in questi ultimi giorni, il punto di riferimento…
R. - Maria non è solo il punto di riferimento e vera costante del Magistero del Papa ma lo è stata anche nel momento stesso in cui ha annunciato la sua volontà di rinunciare al suo mandato. Lui stesso ha detto: “Affidiamo la Chiesa tutta a Maria”. In questo si intravede il desiderio di fare la volontà del Signore. Non si tratta quindi di allontanarsi da un impegno, ma di continuare a servire la Chiesa in una forma differente.
D. - Secondo lei, è anche un momento forte della nostra Quaresima?
R. - Sicuramente. Io credo che quello che ha compiuto il Papa sia un serio discernimento della volontà del Signore e la Quaresima ci chiama veramente a scrollarci di dosso quella polvere che si addensa sulle pareti della nostra anima per recuperare quella che, nella stessa Liturgia, viene chiamata “la primavera dello Spirito”.
Tra le migliaia di persone che attenderanno questo pomeriggio il Papa nella Piazza di Castel Gandolfo ci saranno anche tanti ragazzi, e per chi non potrà essere presente, l’appuntamento è sul web. Il sito della Diocesi ha pensato, infatti, di pubblicare una preghiera da pronunciare insieme quando l’elicottero papale atterrerà sul comune dei Castelli romani. Ma quanto i giovani amano Benedetto XVI e come hanno reagito alla sua decisione? La nostra inviata a Catel Gandolfo, Gabriella Ceraso, lo ha chiesto al responsabile della Pastorale giovanile di Albano don Antonio Scigliuzzo:
R. - All’inizio, i nostri giovani sono stati un po’ disorientati. Si attendevano di poter celebrare la Giornata mondiale dei Giovani con “il nostro Papa”. Lo chiamiamo con affetto “il nostro Papa” perché, in questi anni, nel loro cuore i giovani si sono affezionati a Benedetto XVI. I messaggi che a loro ha lasciato li hanno davvero coinvolti, in modo particolare, li ha coinvolti poi quest’ultima sfida che ha rivolto ai giovani di tutto il mondo: annunciare il Vangelo e annunciarlo a tutti quei ragazzi che si sentono ancora lontani.
D. - Lei ha parlato della Giornata mondiale della Gioventù. Quanti ragazzi ci sono stati, e che cosa custodiscono? Cosa li ha segnati di più di questo Pontificato e dell’esperienza con Benedetto XVI?
R. - Nella Giornata mondiale di Madrid, abbiamo portato circa 300 giovani. È stato molto bello poter condividere con loro questo desiderio di poter incontrare il Papa, soprattutto in quella notte tempestosa. La cosa che hanno apprezzato di più del Santo Padre è il fatto che sia rimasto con loro. I giovani cercano un punto di riferimento forte. Di Papa Benedetto XVI ricorderanno sicuramente l’affetto e la gioia di annunciare la fede.
D. - In questi ultimi giorni Benedetto XVI sta insistendo tanto su questa scelta di Dio che dà pace al di là del male che c’è nel mondo, anche questa è una sfida! Pensa che loro l’abbiano sentita, l’abbiano fatta propria?
R. - In questo periodo, per i giovani, la vita non è molto facile soprattutto per le tante difficoltà che ci sono dal punto di vista del lavoro, della famiglia, sono tante le difficoltà che incontrano per inserirsi nella società, per far sentire la loro voce. Queste sono le cose che più li disorientano, rendendoli veramente vulnerabili di fronte ai tanti messaggi contrari al cammino di fede. Queste cose, delle quali sono più o meno consapevoli, certamente li stimolano a diversi interrogativi soprattutto di fronte ad un Papa che lascia il proprio Ministero per vivere una vita di preghiera. Quale tipo di vita ci chiede oggi il Papa? È questa la loro domanda! La preghiera è un punto fondamentale. I giovani hanno il desiderio di mettere ordine nella propria vita, talvolta di trovare dei punti di riferimento saldi che li rendano più consapevoli e considerano questa scelta di preghiera una scelta “rivoluzionaria”.
D. - La loro presenza è assicurata a Castel Gandolfo. Come vi state organizzando?
R. - Nell’orario in cui il Santo Padre arriverà a Castel Gandolfo, la maggior parte dei ragazzi starà lavorando. Per cui, attraverso il nostro sito internet, abbiamo pensato di vivere insieme un momento. Nel sito lasceremo un messaggio di preghiera in modo che essi possano pregare ovunque si trovino nel momento in cui il Papa lascerà Roma per venire a Castel Gandolfo. Con il resto della diocesi invece ci ritroveremo proprio a Castel Gandolfo, pregheremo insieme il Santo Rosario e vivremo un momento di preghiera e di veglia con il Papa.
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