Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
sabato 2 febbraio 2013
Benedetto XVI ai consacrati: dal dono di se stessi la luce che evangelizza le genti (Radio Vaticana)
Benedetto XVI ai consacrati: dal dono di se stessi la luce che evangelizza le genti
“Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente” non dubitate che “la kenosi di Cristo è già vittoria pasquale”. Lo ha detto Benedetto XVI nell’omelia alla Messa celebrata questo pomeriggio nella Basilica vaticana, nella festa della Presentazione del Signore. Oggi è anche la XVII Giornata mondiale della Vita Consacrata e ai religiosi e alle religiose presenti, il Papa ha rivolto un invito ad alimentare la fede e a non unirsi "ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni". Il servizio di Debora Donnini:
“La salvezza che Gesù porta al suo popolo” passa “attraverso la morte violenta che egli vincerà”. L’omelia di Benedetto XVI si sofferma sul sacrificio di Cristo e il suo essere un “sommo sacerdote” che “proprio per aver sofferto personalmente”, “è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova”. Anche “la gioia della vita consacrata – ricorda il Papa - passa necessariamente attraverso la partecipazione alla Croce di Cristo”, così è stato per Maria, alla quale viene profetizzato che una spada le trafiggerà l’anima:
“La sua è la sofferenza del cuore che forma un tutt’uno col Cuore del Figlio di Dio, trafitto per amore. Da quella ferita sgorga la luce di Dio, e anche dalle sofferenze, dai sacrifici, dal dono di se stessi che i consacrati vivono per amore di Dio e degli altri si irradia la stessa luce, che evangelizza le genti”.
Ai consacrati presenti Benedetto XVI ricorda che con i molteplici carismi di vita contemplativa e apostolica cooperano alla missione della Chiesa nel mondo e rivolge tre inviti. Prima di tutto, ad alimentare la fede, a fare memoria “del ‘primo amore’ con cui – dice - il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il vostro cuore”. Da questo incontro d’amore, nell’adorazione, “voi lasciate ogni cosa per stare con Lui e mettervi come Lui al servizio di Dio e dei fratelli”. Quindi, l'esortazione ad una fede "che sappia riconoscere la sapienza della debolezza" :
“Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente, quando la durezza e il peso della croce si fanno sentire, non dubitate che la kenosi di Cristo è già vittoria pasquale”.
“Nelle società dell’efficienza e del successo”, prosegue il Papa, la vostra vita segnata “dalla debolezza dei piccoli, dall’empatia con coloro che non hanno voce, diventa un evangelico segno di contraddizione”. Infine, l’invito a rinnovare la fede che “fa essere pellegrini verso il futuro”. La vita consacrata è infatti pellegrinaggio alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si vela: questo sia l’anelito costante del vostro cuore nei piccoli passi quotidiani e nelle grandi decisioni:
“Non unitevi ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e indossate le armi della luce – come esorta san Paolo – restando svegli e vigilanti”.
Nel Vangelo della Festa della Presentazione del Signore, il Papa sottolinea che Maria e Giuseppe compiono tutto ciò che è prescritto dopo il parto di un primogenito maschio. Per la donna è stabilito che si astenga per quaranta giorni dalle pratiche rituali e poi offra un duplice sacrificio, se povera “due tortore o due colombi”. Per il primogenito maschio “che secondo la Legge di Mosè è proprietà di Dio – ricorda il Papa - è invece prescritto il riscatto con l’offerta di cinque sicli. Maria e Giuseppe decidono di compiere tutto questo a Gerusalemme. L’avvenimento principale diventa quindi “la presentazione” di Gesù al Tempio, “che significa l’atto di offrire il Figlio dell’Altissimo al Padre che lo ha mandato”. Il bambino Gesù che viene presentato al Tempio è quello stesso che, una volta adulto, “farà di se stesso il sacrificio e il sommo sacerdote della nuova Alleanza”. Nella celebrazione della Messa riecheggia anche il tema della luce, come ricorda la suggestiva processione a cui hanno partecipato i Superiori e le Superiori Generali degli Istituti di Vita consacrata presenti, portando ceri accesi. Un segno che, sottolinea Benedetto XVI, manifesta la bellezza della vita consacrata e richiama l’ingresso di Maria nel Tempio, che portava in braccio “la Luce stessa, il Verbo incarnato venuto a scacciare le tenebre dal mondo con l’amore di Dio”. "In voi, conclude, la Buona Novella sia vissuta, testimoniata annunciata e risplenda come Parola di verità". Nella tarda mattinata il Papa aveva giù offerto, con un tweet, una riflessione per la Giornata per la vita Consacrata. “Un mio pensiero affettuoso va oggi a ogni religiosa e religioso: possano sempre - ha scritto -seguire Cristo fedelmente nella povertà castità e obbedienza”.
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