martedì 19 febbraio 2013

La curia romana si divide tra colpevolisti e innocentisti e Mahony conferma la sua presenza nella Cappella Sistina (Galeazzi)


Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:


Attacco a Mahony “Coprì i pedofili, fuori dal Conclave”

Contro il cardinale i cattolici Usa e Famiglia Cristiana Il Los Angeles Times: fu il Vaticano a non ascoltarlo

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Per un Papa che si ritira in monastero, c’è un porporato contestato che entra nella Cappella Sistina. Roger Mahony, accusato di aver coperto i preti pedofili della sua diocesi, è tra i i 117 cardinali che eleggeranno il successore di Benedetto XVI. Contro di lui infuria la campagna di un gruppo cattolico di sinistra (Catholics United), rilanciata dalla stampa americana. Immediata l’eco dentro e fuori gli Stati Uniti, con molte voci schierate contro l’ex arcivescovo di Los Angeles. Per il Washington Post, Mahony è «fortunato a non essere in prigione». La «sua continua preminenza riflette la cultura dell’impunità nella Chiesa cattolica un decennio dopo che la sua tolleranza e complicità nell’abuso dei bambini è stata svelata». Non tutti, però, sono di questa opinione: per il reverendo Thomas Welbers della Chiesa del Buon Pastore di Beverly Hills, la posizione di Mahony come membro del conclave è parte del processo elettivo: «Il diritto di voto non è determinato da come gli altri percepiscono la persona». Prudenza anche Oltretevere. Era già accaduto nei casi Groer, Maciel, Brady: rispetto alla «purificazione» voluta da Ratzinger il collegio cardinalizio e la Curia romana frenano e tendono a fare quadrato a difesa di prelati accusati di scandali. Una presunzione di innocenza e un ipergarantismo tacciati di corporativismo dal cattolicesimo di base e dalle associazioni di vittime. In passato erano stati i più stretti collaboratori di Giovanni Paolo II a perorare la causa di maggiorenti travolti dalle accuse. Stavolta sono stati i vescovi Usa (attraverso il loro presidente Dolan) e settori del collegio cardinalizio ad invocare un’attenuazione delle sanzioni nei confronti dell’arcivescovo. Alla vigilia delle dimissioni papali, anche il decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano avrebbe tentato invano di chiedere al Pontefice una linea «soft» . 
Ora, malgrado sia stato sollevato da tutti gli incarichi, il cardinale americano entrerà in conclave e ciò provoca accese proteste in tutto il mondo. Gli viene addebitato l’insabbiamento di 129 casi di abusi e, mentre lui chiede «la grazia di sopportare le umiliazioni», nelle parrocchie Usa si raccolgono firme per la sua esclusione dall’elezione pontificia. La rivista dei Paolini «Famiglia Cristiana», lancia un appello a Mahony a restare a casa. Il porporato dovrà chiarire ai giudici i suoi rapporti con i preti molestatori. Il suo ruolo nell’insabbiamento degli scandali ha indotto il suo successore José Gomez a «degradarlo» impedendogli ogni impegno pubblico nel territorio della arcidiocesi. 
E tuttavia, secondo il Los Angeles Times, il cardinale cercò più volte senza successo di ottenere dalla Santa Sede la rimozione di sacerdoti pedofili, ma si trovò spesso davanti un muro: la burocrazia romana riluttante ad affrontare un problema potenzialmente esplosivo. Mahony ha ammesso sul suo blog la sofferenza provocata dalle critiche degli ultimi giorni: «Per essere onesto non posso dire di avere raggiunto il punto in cui posso pregare per ulteriori umiliazioni». Inoltre,«sono stato affrontato in più di un luogo da gente molto infelice, posso capire la loro rabbia nei confronti miei e della Chiesa». Sulla tolleranza zero antipedofilia interviene a Radio Vaticana Charles Scicluna, ex pm anti-abusi: «Benedetto XVI ci lascia un’eredità irremovibile che segna il futuro della Chiesa, ha rotto la cortina di silenzio che copriva molti casi, ha imposto il principio che solo la verità ci rende liberi». Insomma, lo scandalo degli abusi estende i suoi rami velenosi anche sull’imminente conclave. La Curia si divide tra colpevolisti e innocentisti e Mahony conferma la sua presenza nella Cappella Sistina. Prima, però,sarà interrogato sotto giuramento in tribunale.

© Copyright La Stampa, 19 febbraio 2013

1 commento:

Anonimo ha detto...

La vicenda degli abusi sessuali nella diocesi di los angeles si e' gia' conclusa con una condanna al pagamento di un risarcimento di piu' di 600 milioni di dollari mesi fa. I numerosi documenti che la diocesi e' stata obbligata a pubblicare sono gia' stati consultati dagli attori in quella causa. E' roba gia' andata in giudicato e la restante parte riguarda faccende penalmente non piu' rilevanti perche' ormai cadute in prescrizione. L'attacco a mahony e' solo strumentale ad un maldestro e goffo tentativo di voler condizionare l'azione degli elettori al prossimo conclave. Una sorta di prova di forza da parte di queste associazioni di cattolici sedicenti progressisti che negli anni dell'attuale pontificato hanno tacciato Benedetto xvi di essere, nella migliore delle ipotesi, un despota oscurantista e, nella peggiore, un omertoso protettore di pedofili. Tutto questo mentre all'interno della curia e della chiesa i roditori sedicenti conservatori, fingendo di ossequiarlo, gli facevano terra bruciata attorno. Potremmo dunque giungere alla conclusione che su Benedetto xvi entrambe le ali del pensiero cattolico cosi' litigiose hanno finalmente trovato un punto d'incontro.