martedì 18 dicembre 2012

Caro Gesù Bambino, la letterina di Joseph Ratzinger (Ambrogetti)

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4 commenti:

laura ha detto...

Era già un santo

Raffaella ha detto...

:-))
R.

Anonimo ha detto...

Quando si dice di essere un predestinato o un prescelto dal Signore,nessun bambino di 7 anni avrebbe mai chiesto simili doni se non avesse avuto già davanti a sè un percorso ben definito di santità,del resto basta guardare la determinazione del suo sguardo nella foto,2 occhi profondi che guardano lontano ed oltre.Che Dio lo benedica.GR2.P.S.Io nelle letterine a Gesù bambino mi rimettevo molto onestamente alla sua bontà,perchè sapevo di non essere stato affatto bravo, né tantomeno ubbidiente....

Caterina63 ha detto...

DOOOOOOOOOOOOLCEE!!! ^__^

Basta scorrere il volume della sua autobiografia La mia vita. Ricordi (1927-1977) – Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, pagine 122, euro 16,53 – per cogliere come già nel fanciullo Joseph si delineasse ben presto quel paesaggio interiore che lo avrebbe condotto molti anni dopo, una volta eletto Papa, a preferire a tutti gli altri il nome di Benedetto, il santo fondatore di Montecassino e patriarca dei monaci d’Occidente. Lo spazio della liturgia attrasse infatti in modo avvincente l’interesse del fanciullo Ratzinger: “Questo misterioso intreccio di testi e di azioni (…) cresciuto nel corso dei secoli dalla fede della Chiesa. Portava in sé il peso di tutta la storia ed era, insieme, molto di più che un prodotto della storia umana”, scrive in quei suoi Ricordi. E questo mondo gli divenne familiare proprio grazie alla mediazione di un benedettino, Anselm Schott abate di Beuron, che aveva pubblicato il messale in lingua tedesca corredandolo di commenti, sì da avvicinare alla comprensione della messa anche un pubblico semplice e intuitivo come quello dei ragazzi.
E il cardinale ricordava come egli ricevette appunto “uno Schott per bambini, in cui erano già riportati i testi più importanti della liturgia; poi lo Schott della domenica, in cui la liturgia della domenica e dei giorni festivi era riportata integralmente, e, infine, il messale quotidiano completo”.
E continuava: “Ogni nuovo passo che mi faceva entrare più profondamente nella liturgia era per me un grande avvenimento. I volumetti che di volta in volta io ricevevo erano qualcosa di prezioso, come non potevo sognarne di più belli. Era un’avventura avvincente entrare a poco a poco nel misterioso mondo della liturgia”.