martedì 18 dicembre 2012

Con le giovani famiglie nella domenica della gioia. Prima della messa al Colle Prenestino il Papa ha incontrato i bambini (Biccini)


Prima della messa il Papa ha incontrato i bambini

Con le giovani famiglie nella domenica della gioia

«Nella liturgia della Chiesa, questa terza domenica dell'Avvento è domenica della gioia. Perché gioia? Perché c'è Dio. E Dio è buono ed è vicino. Preghiamo affinché anche noi possiamo essere vicini a Dio e così conoscere la gioia». 
Dal piazzale antistante la moderna chiesa in cemento armato e mattoncini rossi, Benedetto XVI si è congedato con questo invito dalla parrocchia romana di San Patrizio a Colle Prenestino, dove si è recato in visita pastorale la mattina del 16 dicembre.
Con questa comunità della periferia orientale di Roma, in pieno clima prenatalizio, il Papa ha trascorso un paio d'ore, celebrando la messa nella chiesa gremita di fedeli e incontrando le varie componenti parrocchiali, prima di rientrare in Vaticano per l'Angelus. 
Al termine della preghiera mariana ha poi rinnovato la tradizionale benedizione delle statuine dei Bambinelli del presepio, portate da cinquemila ragazzini del Centro oratori romani. Ed erano stati proprio i bambini ad accoglierlo al suo arrivo nel piccolo quartiere che sorge lungo la via Prenestina, subito dopo il grande Raccordo anulare: settemilacinquecento abitanti, molte famiglie giovani e tanta voglia di fare nonostante le numerose difficoltà. Il primo incontro del Pontefice -- appena giunto all'interno dei locali di San Patrizio -- è stato infatti con i giovanissimi chierichetti della parrocchia e con i tanti neonati che sono stati battezzati in questo 2012. In braccio ai genitori, gli sono stati presentati uno alla volta dal parroco, don Fabio Fasciani. Tra loro, anche due piccole di nome Benedetta.
Indossati i caratteristici paramenti color rosa della domenica Gaudete, il vescovo di Roma ha poi presieduto l'Eucaristia, concelebrata dal cardinale vicario, Agostino Vallini, dal vescovo Giuseppe Marciante, ausiliare per il settore est, dal parroco e da altri sacerdoti legati a vario titolo a San Patrizio, tra cui il fondatore, monsignor Arnaldo D'Innocenzo, che l'ha retta dal 1973 fino al 2009. Hanno accompagnato Benedetto XVI il prefetto della Casa Pontificia, l'arcivescovo eletto Georg Gänswein, il reggente della Prefettura, monsignor Leonardo Sapienza, e il medico personale Patrizio Polisca.
All'inizio del rito -- diretto da monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice -- don Fasciani ha presentato al Papa la comunità di Colle della Mentuccia, come veniva chiamata in passato la borgata. Stiamo parlando di una quarantina di anni fa: tempi pionieristici in cui mancava tutto, ma non -- ha ricordato -- «l'entusiasmo e lo spirito di collaborazione e di solidarietà che ha animato le giovani famiglie qui insediatesi». Il sacerdote ha rievocato l'opera pionieristica dei religiosi monfortani, che da queste parti avevano il loro scolasticato e che ben prima della nascita della parrocchia «con generosità tenevano il catechismo e l'oratorio; e vicini alla gente ne hanno condiviso i momenti difficili». Ora le cose sembrano essere cambiate in meglio, almeno dal punto di vista delle strutture e dei servizi. L'inaugurazione della nuova parrocchia nel marzo 2007 ne è la prova più evidente. Eppure -- ha avvertito il giovane parroco -- «il gregge di Dio è attaccato dai lupi rapaci del materialismo e della scristianizzazione, radice dell'indifferenza cinica e dello spiritualismo indefinito di cui ancora oggi siamo spettatori».
«Viviamo -- ha aggiunto -- un tempo non facile della nostra storia, della nostra politica, della nostra economia. Falsi idoli insidiano ogni uomo, tentando di occupare il posto del Dio vero, e illudono, umiliano, dividono, distruggono. E non mancano quanti sono caduti nella trappola tesa da questi miti e si sono allontanati da Cristo e dalla Chiesa». Ma -- ha subito precisato, illustrando le numerose attività della sua dinamica comunità -- «come credenti viviamo la speranza di Colui che viene, che nasce nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, rivelandoci la nostra identità e rendendoci capaci di vivere da figli di Dio e da fratelli del nostro prossimo». Il parroco ha anche rivelato come «in questi tempi così difficili» siano in molti a bussare alla porta di San Patrizio «per avere parole di incoraggiamento, di consolazione e non raramente di concreto aiuto». Come testimoniano i numerosi annunci di richiesta di lavoro affissi nella bacheca collocata all'ingresso degli uffici parrocchiali.
Dopo la proclamazione delle letture il Papa ha tenuto l'omelia, aggiungendo alcune considerazioni improvvisate al testo preparato. Infine, al termine della celebrazione, smessi i paramenti liturgici, ha rivolto un breve saluto e impartito la benedizione agli anziani e agli ammalati che lo attendevano nella cappella feriale, augurando loro «buon tempo di Avvento e buon Natale». (gianluca biccini)

(©L'Osservatore Romano 17-18 dicembre 2012)

Nessun commento: