martedì 4 dicembre 2012

Che cosa spinge il Papa a «sbarcare» su un social media come Twitter? (Il Tempo)


Cosa spinge il Papa a «sbarcare» su un social media come Twitter?

Cosa spinge il Papa a «sbarcare» su un social media come Twitter? 
L'ha spiegato l'arcivescovo Claudio M. Celli, presidente del Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali presentando l'account di Benedetto XVI che lancerà il primo «cinguettio» il 12 dicembre, festa della Madonna di Guadalupe, durante l'udienza del mercoledì: «Il desiderio del Papa è di colloquiare con gli uomini e le donne di oggi, di incontrarli lì dove si trovano, con un atteggiamento di dialogo rispettoso nei confronti delle loro verità».
A dirla tutta, molti non mostrano la stessa apertura mentale dell'anziano pontefice: sono già decine i «tweet» che ironizzano sull'iniziativa di Benedetto XVI, spingendosi fino all'insulto e alla bestemmia. Ma evidentemente questo non ha scoraggiato né il Papa né i suoi collaboratori che sono convinti dell'opportunità offerta dalle nuove tecnologie per diffondere il messaggio della Chiesa. È ovvio, infatti, che i tweet del Papa non riguarderanno la sua vita privata ma saranno diffusi in spirito di servizio Possibile in appena 140 caratteri, come impone l'inflessibile legge di Twitter? «Certo, è una sfida - ha spiegato ancora mons. Celli - Ma nella essenzialità di brevi messaggi, non più lunghi di un versetto del Vangelo, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno coltiva la propria interiorità. Sono scintille di verità - ha detto l'arcivescovo - pillole di saggezza che il Papa lascia nel cammino di ricerca di uomini e donne». Quanto sia importante per la Chiesa essere presente sui moderni media, aspetto dibattuto anche nel recente Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, lo dimostrano i numeri. Nel mondo ci sono 500 milioni di account Twitter, 140 milioni lo usano attivamente. 
Di questi, il 40% sono giovani tra i 18 e i 34 anni. Quindi, come ha spiegato Greg Burke, da qualche mese «media adviser» della Segreteria di Stato, «sarebbe sorprendente se il Papa non fosse su Twitter. I social media sono il nuovo mercato delle idee e la Chiesa deve esserci». Per ora l'account sarà in sette lingue, compreso l'arabo. Per l'italiano la sigla sarà @pontifex–it. E se la versione inglese ieri era già oltre quota 100.000 followers, per l'italiano erano circa 10.000. 
I primi tweet di Benedetto XVI saranno risposte alle domande sulla fede che sarà possibile inviare fino al 12 dicembre a #askpontifex. Inizialmente i tweet saranno lanciati in occasione delle udienze del mercoledì ma in seguito è previsto sia l'ampliamento delle lingue che degli eventi (ad esempio l'Angelus domenicale) in cui saranno pubblicati. Al momento non è previsto il cinese perché Twitter in Cina non funziona. La Radio Vaticana sta sperimentando un altro sistema per rivolgersi a quel Paese. Ma non c'è solo Twitter nell'orizzonte multimediale della Chiesa. Sta per arrivare un'applicazione «papale» per iPhone e iPad, che da gennaio sarà disponibile anche per tablet e smartphone che utilizzano il sistema Android. L'app permetterà di seguire in diretta i discorsi del Pontefice e di essere aggiornati su attività e incontri di Benedetto XVI. Mons. Celli ha anche annunciato una serie di sei ebook per l'Anno delle fede. «Abbiamo già chiesto alla conferenze episcopali di mandarci documenti scritti e video sulle celebrazioni- Un volume sarà dedicato ai testi del Papa, gli altri alle attività delle Chiese dei cinque continenti».

© Copyright Il Tempo, 4 dicembre 2012 consultabile online anche qui.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Repubblica dedica ben tre pagine a un evento indubbiamente molto "cool". Peccato che, come altri, ignori completamente i discorsi del Papa su questioni parecchio d'attualità, drammaticamente d'attualità, direi.
Comunque, incondizionata ammirazione per il nostro grande Papa che a quasi 86 anni ci dimostra come si possa essere giovani e pieni di speranza.
Alessia

Fabiola ha detto...

Controcorrente: io di questa storia di Twitter non ne posso già più. Non si parla d'altro.
Ho persino qualche dubbio sull'opportunità della scelta. Nessun delitto di lesa maestà, credo. Talora ho la sensazione che su certe questioni"cool" il nostro Benedetto lasci fare, forse perchè le ritiene, in fondo, irrilevanti. Scusate la pretesa di interpretazione; dal canto mio continuerò ad ascoltarlo e a leggere i suoi libri. Non mi bastano 140 caratteri.

Anonimo ha detto...

Hai ragione, è bello ascoltarlo, leggerlo e percepirne l'infinita bontà e profondità di pensiero che riesce a rendere accessibile a chiunque.
Alessia

Anonimo ha detto...

Concordo con Fabiola,anch'io preferisco ascoltarlo e leggerlo(e rileggerlo),ma purtroppo i giovani non hanno cultura e non leggono,scrivono smozzicando e quindi per arrivare a loro bisogna abbassarsi agli infimi livelli di comunicazione attuali,per quanto riguarda il papa penso sia un atto coraggioso,mettersi in gioco e metterci pure la faccia esponendosi anche al pericolo di turpiloqui e blasfemie di vario genere,d'altra parte esistono decine di siti blasfemi con vere e proprie gare a chi le spara più grosse; è inutile nascondersi dietro ad un dito,siti 'demoniaci' pullulano per ogni dove,anche ben mascherati,si spera che qualcuno,magari dando una scorsa veloce ai tweet di BXVI accenda il cervello,non si sa mai....GR2

Anonimo ha detto...

Quel che viene dal cuore di un santo, che come tutti i santi brucia dal desiderio di appiccare il fuoco, diventa strumento di grazia e di conversione, al di là di quel che dica o scriva, perché si nasconde in Cristo.
Non penso proprio che il Papa Benedetto stia pensando in primo luogo ai suoi lettori abituali. E non crediate che i giovani che vivono nella rete siano senza cultura o freddi. Son molto più caldi di tanti di noi, pronti a divampare.