lunedì 24 dicembre 2012

Il 2012 di Benedetto XVI. Il Papa tra viaggi e il caso «Vatileaks»

IL 2012 DI RATZINGER

Il Papa tra viaggi e il caso «Vatileaks»

Bilancio Un anno particolare con ombre e luci che si sta concludendo positivamente Nell'ultimo Angelus ha sottolineato: «Dio è dove c'è accoglienza,visitate carcerati e malati»

«Dove c'è' accoglienza reciproca, ascolto, il fare spazio all' altro, lì c'è Dio e la gioia che viene da Lui».
Lo ha affermato Benedetto XVI nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus, dedicato oggi alla Visita di Maria ad Elisabetta, ricordata dalla liturgia. Una scena che, ha spiegato il Papa, «esprime anche la bellezza dell'accoglienza» .
Il 2012 sta per volgere al termine e il Vaticano fa il bilancio di un anno molto difficile e particolare per Benedetto XVI e la Chiesa universale: 12 mesi segnati, come rilevato dall'Osservatore romano, «da ombre ma anche da luci».
Il caso «Vatileaks», vale a dire la vicenda del furto di documenti riservati dagli appartamenti del Pontefice, ha caratterizzato il 2012 in Vaticano. La Santa Sede è stata messa a dura prova da una vicenda complicata che ha avuto poi la sua conclusione nei due processi ai due imputati Paolo Gabriele, l'ex assistente di camera del Papa e Claudio Sciarpelletti, il tecnico informatico della Segreteria di Stato condannato per favoreggiamento. La storia del cosiddetto 'corvò si è chiusa poi in due fasi successive: prima con la condanna di Gabriele a un anno e 6 mesi e successivamente con la concessione della 'grazià da parte del Papa. Sciarpelletti è invece stato condannato a quattro mesi ridotti poi a due con la condizionale. Anche per lui è in arrivo un provvedimento di perdono. La concessione della grazia a Gabriele, secondo quanto ha sottolineato il Vaticano, è stata «un gesto paterno verso una persona con cui il Papa ha condiviso per alcuni anni una quotidiana familiarità». Ma nell'anno che si sta per chiudere si devono registrare anche due importanti viaggi del Papa, entrambi in regioni del mondo delicate e strategiche sia sotto il profilo politico che per quanto concerne il ruolo della Chiesa e dei cristiani. Benedetto XVI è stato a Cuba e in Messico nel marzo scorso e poi in Libano a settembre. Nell'isola caraibica la Chiesa prova a giocare un ruolo centrale nella lenta evoluzione del regime attraverso una presenza diffusa sul territorio in ambito sociale, assistenziale e educativo. Benedetto XVI, da parte, sua ha condannato l'embargo cui è sottoposta Cuba, incoraggiato il cambiamento e chiesto piena libertà per la Chiesa, quindi ha incontrato Raul e Fidel Castro. Anche la tappa in Messico, un Paese devastato dalla violenza del narcotraffico dove si contano decine di migliaia di morti, è stata significativa e lo stesso Ratzinger lo ha ricordato nel discorso di fine anno alla Curia romana. Il Papa ha infatti parlato della grande religiosità del Messico e dell'accoglienza ricevuta «sullo sfondo dei problemi di un Paese che soffre per molteplici forme di violenza e per le difficoltà di dipendenze economiche». «Sono problemi che - ha detto Ratzinger - certo, non possono essere risolti semplicemente mediante la religiosità, ma lo possono ancor meno senza quella purificazione interiore dei cuori che proviene dalla forza della fede, dall'incontro con Gesù Cristo».
La ricorrenza dei cinquant'anni dal Concilio Vaticano II ha riaperto un dibattito intenso sul significato della grande assise convocata da Giovanni XXIII, sulla sua attualità e sulla sua applicazione. Fra le iniziative che hanno preso consistenza e sono state appoggiate dal Papa, c'è il cosiddetto «cortile dei gentili» - cioè il dialogo della Chiesa con i non credenti - lanciato dal Pontificio consiglio per la cultura guidato dal cardinale Gianfranco Ravasi, biblista di fama, che ha promosso numerose iniziative di dialogo pubblico in Italia e in Europa. Da rilevare poi che il Pontefice ha proceduto a diversi cambi significativi all'interno della Curia. In questo senso di particolare rilievo è stata certamente la nomina del cardinale Gehrard Muller, ex arcivescovo di Ratisbona, alla guida della Congregazione per la dottrina della fede. Muller ha preso il posto dell'americano William Levada, chiamato dal Papa all'inizio del pontificato. Muller ha dovuto gestire fra l'altro il difficile dossier della trattativa con la Fraternità di San Pio X. Il ritorno del gruppo tradizionalista all'interno della Chiesa di Roma è stato per ora rinviato, il Papa ha infatti chiesto ai lefebvriani il riconoscimento pieno del Concilio Vaticano II e lo stesso Muller si è fatto interprete pubblicamente di questa linea della Santa Sede. La richiesta è però stata respinta dalla Fraternità guidata da monsignor Fellay. Va poi sottolineato che il Papa ha chiamato al Pontificio consiglio per la famiglia monsignor Vincenzo Paglia, esponente della comunità di Sant'Egidio. Le ultime settimane del 2012 sono state anche segnate da un evento che ha fatto scalpore, ovvero l'approdo - il 12 dicembre scorso - del Papa su Twitter con l'account pontifex che ha raccolto in pochi giorni milioni di followers. Benedetto XVI ha anche dato alle stampe il terzo volume della sua biografia di Gesù, «L'infanzia di Gesù», con il quale ha concluso la sua riflessione sui Vangeli. Il libro, come del resto i due precedenti, è diventato rapidamente un best-seller che ha scalato le classifiche in Italia e nel mondo.

© Copyright Il Tempo, 24 dicembre 2012 consultabile online anche qui.

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