giovedì 6 dicembre 2012

Il consiglio dello Ior e la scelta del presidente (Calabrò)


Il consiglio dello Ior e la scelta del presidente

di Maria Antonietta Calabrò

La festa di oggi, 6 dicembre (San Nicola/Santa Claus), non porterà in dono il nome del nuovo presidente dello Ior, che pure ha la sua unica sede nel torrione di Niccolò V addossato al Palazzo apostolico dove vive il Papa. Ma la riunione odierna del board dell'Istituto costituirà un passo avanti nel percorso di nomina del successore di Ettore Gotti Tedeschi, che in ogni caso spetta alla Commissione cardinalizia presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone. 
Il Vaticano è infatti alla ricerca del nuovo presidente che accompagni l'imponente lavoro di adeguamento alle norme internazionali, dopo il superamento con una buona «pagella» della prima valutazione del Comitato Moneyval, nel luglio scorso. Del board dello Ior fanno parte: il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz, di provenienza Deutsche Bank che dal 25 maggio ha assunto l'incarico di presidente ad interim, lo statunitense Carl A. Anderson, Cavaliere supremo dei cavalieri di Colombo — che nella funzione di segretario del board ha firmato il memorandum di sfiducia (no confidence) votato all'unanimità nei confronti di Gotti — lo spagnolo Manuel Soto Serrano, del Banco Santander e il notaio torinese Antonio Maria Marocco. Sempre più la scelta sembra indirizzarsi verso un candidato straniero. «Là ci vuole un presidente straniero, foresto come direbbe Cuccia» ha affermato Cesare Geronzi che in estate alcuni rumors avevano indicato come candidato alla presidenza Ior. 
Durante la trasmissione l'Infedele di lunedì scorso, alla domanda di Gad Lerner «Lei lo farebbe?», Geronzi ha risposto: «Mai nella vita». «A qualcuno — ha poi aggiunto — che mi ha chiesto consiglio gliel'ho dato: è giunto forse il momento che ci sia una cesura un pochino più approfondita tra il Vaticano e l'Italia».

© Copyright Corriere della sera, 6 dicembre 2012

1 commento:

Anonimo ha detto...

Geronzi l'ha detta giusta. Ebbene sì, una cesura con l'Italia, o meglio con i suoi uomini di potere politico, economico e mediatico,
è necessaria, direi vitale per la Chiesa.
Alessia