lunedì 3 dicembre 2012

Il Papa: l'idea dell'Autorità Mondiale non è stata ben compresa. Crisi, Benedetto XVI: la persona non può essere degradata a capitale umano (Izzo)


PAPA: L'IDEA DELL'AUTORITA' MONDIALE NON E' STATA BEN COMPRESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic. 

Benedetto XVI torna a proporre l'idea (lanciata per primo oltre 50 anni fa da Pio XII) di un'Autorita' Mondiale che con la sua azione slegata da interessi particolari favorisca la pace e la giustizia, difendendo i diritti dei piu' deboli. 
Un'idea che non e' stata forse ben compresa nemmeno nella Chiesa (e in effetti due anni fa un documento vaticano in materia aveva suscitato una levata di scudi anche nella Curia Romana). "Non si dovrebbe immaginare - spiega il Papa nel discorso rivolto al Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, che a causa di quel documento ricevette parecchie autorevoli critiche - un superpotere, concentrato nelle mani di pochi che dominerebbe su tutti i popoli, sfruttando i piu' deboli".
"Qualunque autorita' - ricorda infatti Papa Ratzinger - deve essere intesa, anzitutto, come forza morale, facolta' di influire secondo ragione, ossia come autorita' partecipata, limitata per competenza e dal diritto". D'altra parte, per il Pontefice "la Chiesa non ha certo il compito di suggerire, dal punto di vista giuridico e politico, la configurazione concreta di un tale ordinamento internazionale, ma offre a chi ne ha la responsabilita' quei principi di riflessione, criteri di giudizio e orientamenti pratici che possano garantirne l'intelaiatura antropologica ed etica attorno al bene comune". A dettare l'urgenza di una tale innovazione, che sarebbe in effetti un salto di qualita' delle competenze e dell'azione dell'attuale Onu, e' per il Papa la situazione di evidente ingiustiza che penalizza grande parte dell'umanita'. 

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CRISI: PAPA, PERSONA NON PUO' ESSERE DEGRADATA A CAPITALE UMANO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 dic. 

"L'obiettivo dell'accesso al lavoro per tutti e' sempre prioritario, anche nei periodi di recessione economica". Lo afferma il Papa, per il quale troppo spesso "l'uomo d'oggi e' considerato in chiave prevalentemente biologica o come 'capitale umano', 'risorsa', parte di un ingranaggio produttivo e finanziario che lo sovrasta". "Sebbene la difesa dei diritti abbia fatto grandi progressi nel nostro tempo, la cultura odierna, caratterizzata tra l'altro da un individualismo utilitarista e un economicismo tecnocratico, tende - rileva Ratzinger - a svalutare la persona".
Di fatto nel nostro tempo, afferma Benedetto XVI nel discorso rivolto al Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, "la persona viene concepita come un essere 'fluido', senza consistenza permanente". E' questo in definitiva il risultato di una secolarizzazione forzata che ha reso l'uomo "indifferente rispetto al rapporto costitutivo del suo essere, che e' la radice di tutti gli altri rapporti, quello con Dio" a causa di cio'". Dunque, "nonostante sia immerso in una rete infinita di relazioni e di comunicazioni", ognuno di noi "paradossalmente appare spesso un essere isolato". E mentre "si continua a proclamare la dignita' della persona", in realta' avanzano "nuove ideologie, come quella edonistica ed egoistica dei diritti sessuali e riproduttivi o quella di un capitalismo finanziario sregolato che prevarica sulla politica e destruttura l'economia reale". Per questo, in sostanza, "il lavoratore dipendente e il suo lavoro" vengono considerati solo "come beni 'minori'" e si continua "a minare i fondamenti naturali della societa', specialmente la famiglia". Per il cristianesimo, invece, "il lavoro e' un bene fondamentale per l'uomo, in vista della sua personalizzazione, della sua socializzazione, della formazione di una famiglia, dell'apporto al bene comune e alla pace". 

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