giovedì 20 dicembre 2012

Nuovo regolamento della Prefettura degli Affari Economici: non solo vigilanza, ma anche indirizzo e programmazione


Nuovo regolamento della Prefettura degli Affari Economici: non solo vigilanza, ma anche indirizzo e programmazione

Non solo vigilanza e controllo ma anche indirizzo e programmazione: questi i compiti istituzionali della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, alla luce del nuovo Regolamento, illustrati stamane ai giornalisti dal cardinale Giuseppe Versaldi, presidente del dicastero, durante un incontro nella Sala stampa vaticana, presenti anche mons. Lucio Ángel Vallejo Balda e Stefano Fralleoni, segretario e ragioniere generale della stessa Prefettura. Il servizio di Roberta Gisotti:

Un briefing con la stampa voluto nel segno della trasparenza dopo l’incontro a porte chiuse di lunedì scorso con tutti i responsabili dei dicasteri e uffici vaticani per presentare il nuovo Regolamento della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, promulgato nel febbraio scorso. Così, il cardinale Versaldi, presidente del dicastero:

“Questo incontro ne è una prova, un incoraggiamento e anche un segnale per uno sviluppo di questa trasparenza e comunicazione, che è importante all’interno della Chiesa, ma anche al di fuori della Chiesa”.

Un regolamento varato per ridare “piena valenza istituzionale” alla Prefettura degli Affari economici, “preposta - recita l’articolo 1 - all’indirizzo e alla programmazione economica, come pure alla vigilanza e al controllo delle Amministrazioni della Santa sede o che ad essa fanno capo, quale che sia l’autonomia di cui esse godano”: 

“Tale ritorno alla pienezza del significato originale si è reso necessario per il fatto che, con il passare del tempo e nella prassi, la Prefettura si era limitata ad una sola funzione, quella di controllo e di vigilanza dei bilanci, delle amministrazioni a lei affidate, senza svolgere l’altro compito, quello di programmazione e di indirizzo dell’intera economia della Santa Sede, che era la ragione principale per cui il Concilio Vaticano II aveva voluto questo organismo, dopo i mutamenti storici, che risalgono fino alla fine dello Stato pontificio, successivamente con la stipula dei Patti Lateranensi e la loro revisione”.

Tale recupero di operatività della Prefettura si rende tanto più necessario – ha sottolineato il porporato - nella “particolare perdurante contingenza critica in cui versano l’economia e la finanza mondiale entro cui la Chiesa si muove”, perché questa possa usare i grandi beni che le derivano dalla offerte dei fedeli per sostenere la sua azione spirituale, beni temporali e materiali “saggiamente e correttamente amministrati e debitamente compilati, nonché chiaramente trasmessi alla considerazione sia all’interno della Chiesa che di fronte al mondo”.

Per questo “si è chiesta – ha confidato il cardinale Versaldi – piena comunione ed efficace collaborazione” a tutte le Amministrazioni:

“Vincendo la tentazione, che nella Chiesa a volte si conserva, di una fiducia solo sulle persone, trascurando che sono necessari dei procedimenti per assicurare correttezza, trasparenza e verità. Non perché non ci fidiamo delle persone, ma perché uno dei dogmi della Chiesa cattolica è il peccato originale. Quindi, anche l’uomo più buono può essere tentato e c’è bisogno di organismi di controllo senza mancare alla carità, ma per favorire la giustizia nella verità”.

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