mercoledì 5 dicembre 2012

Ormai è cosa fatta: il 12 prossimo anche il Papa entra in twitter (Morra)

Dopo la radio, la tv e il web viene benedetto un altro strumento di comunicazione

Adesso anche il Papa si mette a cinguettare, con Twitter

di Gianfranco Morra  

Ormai è cosa fatta: il 12 prossimo anche il Papa entra in twitter. Niente di strano, anzi. La Chiesa dura da due millenni perché ha sempre saputo adattarsi ai mutamenti epocali, conservando intatta (o quasi) la sua tradizione. Nova et vetera. Era naturale che si aprisse ai nuovi media: Pio XI lo fece con la radio (1931), Giovanni Paolo II con la Tv (1983), ora Benedetto XVI con twitter.
A domanda, risponde. E non solo, ma il Vaticano avrà anche un app per smartphone: tutto il Papa, minuto per minuto. E la notizia è stata accolta con entusiasmo: sono giunti centinaia di migliaia di messaggi da tutto il mondo. Se lo fanno Obama e Putin, perché non deve farlo anche il papa? Se i followers di twitter sono nel mondo più di 500 milioni, la Chiesa non può trascurarli.
Anche perché papa Ratzinger è l'uomo adatto per twitter. La sua mente filosofica si esprime con un linguaggio denso ed essenziale, non avrà alcuna difficoltà ad accettare il «capestro» dei 140 caratteri. Che sono, del resto la lunghezza media dei versetti biblici: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me» (appunto 140, un preciso «twoost»!).
Ma che cosa diventerà il messaggio religioso su twitter? Che cosa c'è da attendersi da questa innovazione? La scienza delle comunicazioni ci aiuta a rispondere. I mass-media non sono strumenti neutri, come se tutti trasmettessero lo stesso messaggio in modo diverso. In realtà ciascuno modifica il messaggio: «Il medium è il messaggio» (McLuhan).
Vale anche per twitter, che non solo «ha» un messaggio, ma soprattutto «è» un messaggio diverso dagli altri. E' un messaggio «cinguettato». Che offre risposte all'uomo di oggi, frettoloso e disincantato, ironico e onnivoro, incapace spesso di scrivere e anche di memorizzare. Che ha bisogno di stimoli quotidiani, subito cancellati, come avviene coi media elettronici: con il sentimentale ed empatico facebook e con il freddo e razionale twitter. Con tutti gli inevitabili pericoli: superficialità, banalizzazione, impazienza, una sorta di «cazzeggio compulsivo», nel quale il discorso diviene slogan e il dibattito formula.
Pericoli reali, dei quali si deve tener conto. Ma che non possono impedire l'uso di un medium, che può anche comunicare messaggi di consolazione e sollecitare non pochi a riflettere. Milioni di messaggi non arrivano a caso, mostrano che la gente cerca qualcosa. In fondo twitter l'ha inventato la Chiesa più di un secolo or sono. Fu Pio X col suo inimitabile «Catechismo minore». La presunzione dei teologi postconciliari (che il Signore ce ne scampi) lo ha ibernato e sostituito con altri catechismi lunghi, prolissi e presuntuosi, che cominciano con Kant e finiscono con Bonhoeffer, per fortuna nessuno li legge. I loro autori, per rispondere hanno bisogno di 140.000 caratteri. Non così le 313 risposte di papa Sarto (in gran parte dentro i 140 caratteri): «Dio è l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra». Più twitter di così_ Ma, si dirà, allora erano in gran parte analfabeti. Giusto. Ma anche twitter si rivolge a degli «analfabeti» (quelli che i pedagogisti chiamano «di ritorno»).
L'Herr Doktor Professor Joseph Ratzinger, del resto, non usa solo twitter: ogni giorno parla con una gradevole mistura di precisione tedesca e di chiarezza mediterranea (viene dalla Baviera), scrive e pubblica libri in testa alle classifiche, come il recente «L'infanzia di Gesù», che non è twitter, ma una avvincente, documentata e ragionata biografia. Benedetto XVI ne ha per tutti. Anche per i twitteriani. Sa che «lo spirito soffia dove vuole». Anche in twitter, che vola nell'etere, in quanto non è un medium materiale, come la posta, ma postmaterialistico. L'etere, ci insegnava già Aristotele, è la quinta essenza, che riempie gli spazi celesti, al di sopra del mondo terrestre e dei suoi quattro elementi materiali.

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