martedì 12 febbraio 2013

Benedetto XVI, ora più che mai è il successore di Pietro (Bianchi)

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Laura.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho letto stamattina appena sveglio. Mhhh che nervoso che mi fa venire il Rag. Bianchi! :)

Anonimo ha detto...

Uh, che delicatezza! ..Pare un "coccodrillo" scritto dal futuro Bonifacio VIII, all'indomani delle dimissioni celestiniane..


(E notare il compiacimento con cui sottolinea e risottolinea come, dalle 20:01 del 28 febbraio, qualunque elemento di Grazia dovuto anche solo all'aver ricoperto per otto anni 'quella funzione', scomparirà inesorabilmente, come la carrozza che diventa zucca a mezzanotte..: null, nichts, nada, rien...

Non mi pare molto di "delicatezza patristica" come si sforza ognor di essere, il Bianchi. Che Augustinus lo illumini.)

Anonimo ha detto...

Un addendum al mio commento sopra: dietro la cortina fumogena delle considerazioni tecnicamente lapalissiane stile "un quarto d'ora dopo le dimissioni il Sig. Ratzinger non sarà più Papa", pare scorgere un tentativo del Bianchi di nascondere premurosamente (ma ahilui maldestramente) quel che gli anglosassoni chiamerebbero in questo caso l' "elephant in the room", ovvero tutto quell'abbondantissimo e ricchissimo (e cogentissimo) Magistero di Benedetto e, prima ancora, Joseph cardinale.

E non entro nei dettagli di tale (spesso 'controverso') magistero, ché tutti qui lo conoscono bene, e spero capiscano quel che intendo.

Della serie: viva "le encicliche", "le belle omelie", sinché restano parole ispiratrici (e forse forse ispirate) di un "primus inter pares", ma quanto al resto...

Insomma: deconstructing Joseph.

Anonimo ha detto...

Studio in una università pontificiae e vi dico che non vwete idea di quanto i preti siano stronzi e quanto abbiano odiato il papa .Un domenicano, quelli con l'abito bianco ma l'animo sempre nero, lo chiamava pubblicamente e con disprezzo il pastore tedesco...e altre mille cose orribili che raccontero!
Non censurare raffaella è meglio si sappia di che gente è composta la Chiesa...accanto ai santi i gaglioffi!

Anonimo ha detto...

Beh, anonimo studente, sono l'anonimo dei due commenti precedenti al tuo, e ti dirò: mesi prima della morte di Giovanni Paolo II, regalai al mio parroco per il quarantesimo di sacerdozio dei libri (vecchi e nuovi) di Joseph Raztinger.

Un suo occasionale collaboratore, padre vincenziano, di per sé valente ecclesiastico nonché accademico a livello locale, mi disse istintivamente(forse perché mi conosceva sin da bambino, chierichetto), sarcasticamente, quando gli mostrai i libri che avrei offerto al parroco : "Oh, vedo che ci porti le ultime novità teologiche... Certo che non potevi scegliere qualcosa di più 'moderno', diciamo..", etc.. etc..

Ora saranno tutti (pirricamente?) contenti.

un passante ha detto...

Adesso non esageriamo. Paradossalmente potrei dire che fuori dalla chiesa ne ho conosciuti un tot di uomini di cultura molto curiosi e ben disposti nei confronti degli scritti di Benedetto XVI , forse il problema maggiore per lui sta proprio dentro, altrimenti non si spiegherebbe la crudeltà di certi attacchi, con l'uomo di chiesa di riferimento sempre a sostegno del giornalista suo ventriloquo, e chi doveva intervenire che non è' intervenuto mai. Parla bene ora padre Lombardi, ma lasciamo stare va'...
Ps. Siccome i detti popolari non mentono mai, esiste un proverbio che dice " le perle ai porci"...mi pare giusto il caso dell'atteggiamento verso gli scritti di Ratzinger di cui sopra. E aggiungerei che ho sempre notato un po' di schizofrenia in chi esaltava allo spasimo Giovanni Paolo II e poi buttava nel cestino gli scritti del suo teologo di riferimento, come se la teologia fosse irrilevante in un pontificato

Anonimo ha detto...

J. Ratzinger - Benedetto XVI non è mai stato un "tradizionalista", né mai si è convertito al tradizionalismo, è ovvio che si è illuso chi lo ha pensato. Il suo Pontificato è profondamente radicato nel Concilio Ecumenico Vaticano II, quello VERO, che ha apportato VERE NOVITA' nella vita della Chiesa, e perciò è parte integrante della sua Tradizione viva, l'unica capace di conservarLa SEMPER IDEM semza rotture, sempre uguale a sé stessa nella dinamica della storia, che è storia di salvezza, sino alla fine dei tempi.

E' chiaro che questa scelta sconvolgente della quale siamo testimoni, pure incapaci di comprenderla, costituisce anche una spinta possente sul cammino dell'ecumenismo più ortodosso, della ricerca dell'unità visibile della Catholica, della Chiesa di Cristo, anche attraverso il ritrovamento pieno dei modi propri del Ministero Petrino che già era nelle preoccupazioni del Beato Giovanni Paolo II (L.E. Ut unum sint). Solo un Papa che avesse la statura dei Padri della Chiesa poteva esserne capace, e Bendetto lo è.

Rileggiamo in proposito l'ultima Lectio divina del Papa: è illuminante. Ringraziamo Dio per il dono della Fede e chiediamo che ce l'aumenti.

gianni