sabato 16 febbraio 2013

Card. Wuerl: l’eredità del Papa, aver riproposto il Vangelo nell’epoca dell’eclissi di Dio


Card. Wuerl: l’eredità del Papa, aver riproposto il Vangelo nell’epoca dell’eclissi di Dio

Portare il mondo secolarizzato a un nuovo incontro con Dio. È in questo sforzo pastorale che brilla – e che resterà come eredità alla Chiesa – l’impegno profuso in questi anni da Benedetto XVI. Ad affermarlo è l’arcivescovo di Washington, il cardinale Donald Wuerl. La collega Susy Hodges della nostra redazione inglese gli ha chiesto quali momenti-simbolo del Pontificato conservi nel cuore: 

R. – I have two. One is an actual moment in time…

Ne ho due. Uno è un momento concreto nel tempo, e come può immaginare, essendo io arcivescovo di Washington, include la sua visita negli Stati Uniti, circa cinque anni fa, e come egli abbia catturato il cuore delle persone, non solo dei cattolici, ma di tutto il Paese. La sua eccezionale omelia al Nationals Park ha posto a noi tutti la sfida di portare la nostra fede in quella che lui ha chiamato una “nuova Pentecoste” per fronteggiare il secolarismo crescente. Il secondo, probabilmente è il suo Sinodo per la Nuova evangelizzazione, che in un certo modo rappresenta il culmine di tutto quello che ha predicato nel corso del suo Pontificato: che questo è un momento nuovo nella vita della Chiesa, rigenerato del manifestarsi dello Spirito, e che il nostro compito è quello di rivolgerci a tutte quelle persone che si sono allontanate dalla pratica della fede: tutte quelle persone, specialmente quei giovani adulti, che pensano che la Chiesa non abbia niente da portare loro e quindi reintrodurre, riproporre loro il Vangelo di Cristo. Penso che questa sarà la sua perdurante eredità. Lui ha chiamato l’intera Chiesa universale a incentrare la sua attenzione su quello che potrà essere la missione della Chiesa nel futuro: portare questa generazione, questo mondo secolarizzato, a riconoscere di nuovo che Gesù è quella risposta a tutte quelle sconcertanti preoccupazioni del cuore umano, che non s’incontra altrove. 

D. – Cosa cambia con la rinuncia di Benedetto XVI al suo ministero?

R. – I think that as he has related...

Penso che, come lui ha detto nell’incontro con gli altri cardinali, abbia vagliato le esigenze del Papato contemporaneo. Ci sono due elementi nuovi nel Papato contemporaneo. Primo, la necessità di viaggiare, che ormai è diventata un’esigenza. Il ministero della presenza: il Papa deve essere presente per il suo gregge nel mondo. Questo, in sé è straordinariamente impegnativo. Secondo, il fatto che viviamo in un’epoca di comunicazione istantanea. Questa è un’epoca in cui le persone traggono la maggior parte delle loro informazioni da fonti differenti da quelle tradizionali, siamo nel mondo dei social media. Penso che abbia fatto un lavoro straordinario: ha viaggiato e allo stesso tempo ha iniziato a utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione per rivolgersi al mondo. Ma sembra che ora lui stia dicendo che non ha più le energie per fare questo e che sia venuto il tempo che un'altra persona venga a continuare in quella direzione, andando avanti.

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