venerdì 15 febbraio 2013

Come tedesco Benedetto XVI ha condannato con forza i crimini del nazismo (Izzo)


PAPA: COME TEDESCO HA CONDANNATO CON FORZA I CRIMINI DEL NAZISMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 feb. 

"Papa Giovanni Paolo II era qui come figlio del popolo polacco. Io sono oggi qui come figlio del popolo tedesco, e proprio per questo devo e posso dire come lui: 'Non potevo non venire qui. Dovevo venire'". Sono le parole di Benedetto XVI nella visita del 28 maggio 2006  al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, "luogo di orrore, di accumulo di crimini contro Dio e contro l'uomo che non ha confronti nella storia". Parole emblematiche, pronunciate con sofferenza perche' "e' particolarmente difficile e opprimente per un cristiano, per un Papa che proviene dalla Germania" trovarsi, disse," in un luogo come questo, dove  vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio, un silenzio che e' un interiore grido verso Dio: ‘Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo?’".
"Il grido delle vittime della Shoah - che per il Papa sono state sei milioni - echeggia ancora nei nostri cuori, e' un grido che si leva contro ogni atto di ingiustizia e di violenza: e' il grido di Abele che sale verso l'Onnipotente", ha detto nella commovente visita allo Yad Vashem di Gerusalemme, l'11 maggio 2009, quando per indicare quanto disumanizzante fosse la follia del nazismo ha esclamato: "per quanto ci si sforzi, non si può mai portare via il nome ad un altro essere umano". E due mesi prima, nel discorso all'aeroporto di Luanda, al termine della sua prima visita in Africa, aveva confidato:  "provengo  da un Paese dove la pace e la fraternità sono care ai cuori di tutti i suoi abitanti, in particolare di quanti, come me, hanno conosciuto la guerra e la divisione tra fratelli appartenenti alla stessa Nazione a causa di ideologie devastanti e disumane, le quali, sotto la falsa apparenza di sogni e illusioni, facevano pesare sopra gli uomini il giogo dell'oppressione".
Se Papa Wojtyla aveva interpretato la sua ascesa al Pontificato anche come una chiamata per i polacchi a riscoprire la loro dignità offuscata dalla dittatura comunista, il Pontefice tedesco si e' sentito chiamato a sradicare i germi ancora vivi del nazismo, di qui l'accostamento fatto nell’agosto 2009 a Castelgandolfo tra i lager hitleriani e le conseguenze del nichilismo nella società di oggi: "i lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati  simboli estremi del male, dell'inferno che si apre sulla terra quando l'uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa e' bene e che cosa e' male, di dare la vita e la morte", ha detto infatti Benedetto XVI ricordando i due martiri di Auschwitz canonizzati dal predecessore: Edith Stein e Massimiliano Kolbe, per denunciare che "purtroppo questo triste fenomeno non e' circoscritto ai lager. Essi sono piuttosto la punta culminante di una realtà ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti".
Nello stesso discorso, il Pontefice ha esortato a "riflettere sulle profonde divergenze che esistono tra l'umanesimo ateo e l'umanesimo cristiano; un'antitesi che attraversa tutta quanta la storia, ma che alla fine del secondo millennio, con il nichilismo contemporaneo, e' giunta ad un punto cruciale, come grandi letterati e pensatori hanno percepito, e come gli avvenimenti hanno ampiamente dimostrato".
    "Da una parte - ha rilevato il Pontefice - ci sono filosofie e ideologie, ma sempre più anche modi di pensare e di agire, che esaltano la libertà quale unico principio dell'uomo, in alternativa a Dio, e in tal modo trasformano l'uomo in un dio, che fa dell'arbitrarietà il proprio sistema di comportamento. Ma per Papa Ratzinger, anche oggi "la 'dittatura del relativismo’ minaccia di oscurare l'immutabile verità sulla natura dell'uomo, il suo destino e il suo bene ultimo". Servono "voci chiare, che propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà auto-distruttive ed arbitrarie", ha ricordato a circa 100 mila fedeli radunati nel Bellahouston Park di Glasgow, nel viaggio del settembre 2010. "Vi sono oggi alcuni - ha denunciato nella sua omelia - che cercano di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica, di privatizzarlo o addirittura di presentarlo come una minaccia all'uguaglianza e alla libertà". Per il Papa teologo, "al contrario, la religione e' in verità una garanzia di autentica libertà e rispetto, che ci porta a guardare ogni persona come un fratello od una sorella". "Per questo motivo - ha spiegato - faccio appello in particolare a voi, fedeli laici, affinche', in conformità con la vostra vocazione e missione battesimale, non solo possiate essere esempio pubblico di fede, ma sappiate anche farvi avvocati nella sfera pubblica della promozione della sapienza e della visione del mondo che derivano dalla fede". 
L'esortazione rivolta ai responsabili della società e' dunque a lavorare "per il vero benessere dei cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze e fragilità". "Non abbiate paura - ha chiesto Ratzinger ai cattolici della Scozia - di dedicarvi a questo servizio in favore dei vostri fratelli e sorelle, e del futuro della vostra amata nazione. Desidero incoraggiare i professionisti, i politici e gli educatori cattolici scozzesi a non perdere mai di vista - ha scandito - la loro chiamata ad usare i propri talenti e la propria esperienza a servizio della fede, confrontandosi con la cultura scozzese contemporanea ad ogni livello".

© Copyright AGI

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Eppure, all'indomani della visita ad Auschwitz-Birkenau, il Papa era stato trattato malissimo dai media, che ritenevano il discorso non sufficiente.

Anonimo ha detto...

L'essere tedesco gli è stato contestato anche adesso come un impedimento per svolgere il suo ministero,l'unica cosa che si può dire è che non è un 'vero tedesco',è troppo buono,signorile e rispettoso,quello che mi preoccupa è che entrino in conclave Lehmann,Kasper et alios,insomma tutta gente che stravedeva per Ratzinger papa;un'ultima perla,ha parlato Fellay,un altro di quelli buoni,che ha auspicato che il papa come ultimo atto del suo pontificato li riaccolga motu proprio,nel seno della comune chiesa cattolica,per la serie che facce di tolla(o forse hanno mangiato la foglia...)se vuoi taglia.GR2