lunedì 4 febbraio 2013

Concerto in Aula Paolo VI con Benedetto XVI e Napolitano. Zubin Mehta: grande emozione suonare per loro


Concerto in Aula Paolo VI con Benedetto XVI e Napolitano. Zubin Mehta: grande emozione suonare per loro

Si terrà questa sera alle ore 18, in Aula Paolo VI, un Concerto offerto dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede in onore di Benedetto XVI e del presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, in occasione dell’84.mo anniversario dei Patti Lateranensi. L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretta dal maestro Zubin Mehta, eseguirà la Sinfonia n.3 di Beethoven e “La forza del Destino” di Giuseppe Verdi. “L’evento – si legge in un comunicato dell’ambasciata – mira a suggellare idealmente quella specialissima intesa e sintonia che ha legato negli anni queste due personalità, e che tanto ha contribuito alla stabilità di un Paese troppo spesso afflitto da travagliate divisioni”. Al microfono di Gabriella Ceraso, il maestro Zubin Mehta racconta l’emozione che precede l’evento:   

R. – Ho l’onore e il piacere di suonare per il Santo Padre. Il presidente Napolitano è già stato a Firenze, per una prima, due anni fa. Suonare ora di nuovo per tutti e due insieme, è un sogno che si realizza per me. L’ultima volta che ho suonato per il Papa è stato quando lui era arcivescovo a Monaco: abbiamo suonato in occasione di una Messa alla quale era presente anche lui.

D. – Sappiamo infatti di questa occasione: che ricordo ha? Ebbe modo di conoscere l’allora cardinale Ratzinger …

R. – E’ sempre stato un grande amante di musica. In questi anni del suo Pontificato ho sempre letto dei diversi concerti ai quali è stato presente: naturalmente, anche io desideravo suonare per lui! Per questo sono molto impaziente: non vedo l’ora che arrivi il momento!

D. – Entriamo allora nello specifico del programma: questa sinfonia di Verdi, “La forza del destino”, è una sinfonia su cui si è scritto tantissimo: è una sinfonia che vive di vita propria, rispetto all’opera, perché racchiude un po’ tutto quello che è narrato nell’opera di Verdi …

R. – Lei ha giàdetto tutto! Però, l’opera che veramente io voglio interpretare per il presidente e per il Papa è l’“Eroica” di Beethoven, che è la sua opera centrale. Con l’“Eroica”, Beethoven ha concluso l’epoca che era incominciata con Haydn, con il mondo classico e ha posto le basi per tutto il periodo romantico che poi proseguirà per altri cento anni. Questa sinfonia è integrale, e questo aspetto è importantissimo. So che il Papa apprezza moltissimo anche Beethoven. La nostra orchestra ha suonato la Sinfonia in tutta la tournée del Sudamerica, la scorsa estate, e quindi siamo veramente pronti per interpretarla ancora a Roma. 

D. – Abbiamo letto della sua tournée entusiasmante che l’ha portata con l’Orchestra del Maggio musicale fiorentino dal Sudamerica fino alla Turchia, attraversando l’Europa: ha attraversato il mondo. Che pubblico, che umanità ha trovato?

R. – Per tutta la vita, ho eseguito concerti ed opere per portare la musica, per unire le persone nel mondo: non si deve dimenticare la forza della musica! In particolare in Medio Oriente, in Israele, con molto impegno vedo poi quando arabi ed ebrei siedono insieme per due ore, in occasione di un concerto: non risolviamo i problemi, però si sorridono l’un l’altro. E questo va fatto mille volte, ogni giorno nel mondo, con la musica – non solo con la musica classica, ma in generale … Veramente, non ci si riesce ad immaginare quanto sia importante la musica per la gente, quanto sia importante per lo spirito e per l’anima. Spero che oggi, alla fine dell’esecuzione dell’“Eroica”, la gente abbia ricevuto un messaggio forte dal palco …

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