mercoledì 6 febbraio 2013

Il cammino di Pietro in mostra a Castel Sant'Angelo

Il cammino di Pietro in mostra a Castel Sant'Angelo

Cosa Dio può fare di un uomo


Un percorso espositivo articolato in nove momenti diversi, allestito nelle sale che si affacciano alla destra e alla sinistra del cortile al quarto livello di Castel Sant'Angelo, dedicato al cammino interiore del figlio di Jonas, il pescatore a cui Gesù ha affidato per primo la sua Chiesa: la mostra «Il Cammino di Pietro», che sarà inaugurata dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone mercoledì 6 febbraio alle ore 18, è stata presentata ai giornalisti martedì 5 nella Sala Stampa della Santa Sede; sono intervenuti monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, il curatore don Alessio Geretti e Daniela Porro, soprintendente al Polo museale romano.

«Un'occasione preziosa -- ha detto la soprintendente durante il suo intervento -- per vedere da vicino e gustare la bellezza del più caravaggesco dei quadri di Mattia Preti, solitamente custodito a Palazzo Corsini insieme a molte altre opere, in un punto della galleria che non ne permette una fruizione agevole».
«Il Cammino di Pietro» è un viaggio per immagini, musica e video -- saranno proiettate anche scene tratte dal Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini in cui compare il principe degli Apostoli -- pensato per coinvolgere credenti, non credenti e “diversamente credenti” nel fascino suggestivo di un racconto, in una rappresentazione drammatica della potenza trasformante della fede.
«Quando uscendo dalla mostra il percorso conduce alla trifora che si apre sulla vista della Basilica di San Pietro -- si legge nel comunicato stampa che descrive l'allestimento, realizzato in coproduzione dal friulano Comitato di San Floriano di Illegio e dalla Soprintendenza speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Roma -- ciò che hai appena guardato e ciò che hai davanti agli occhi (uno dei più bei panorami di Roma) ti fa sentire per un momento come se Castel Sant'Angelo sorgesse sulle rive del lago di Tiberiade, dove tutto, per i credenti, cominciò e dove tutto, per Pietro, ricominciò dopo la sua notte più lunga». (silvia guidi)

(©L'Osservatore Romano 6 febbraio 2013)

3 commenti:

Andrea ha detto...

Eresia galoppante: il traguardo della mostra sarebbe l'illusione di trovarsi sul Lago di Tiberiade, "perduto Eden" del Cristianesimo.

Si dovrebbe perciò sostituire il culto alle Reliquie di San Pietro in Roma con il sogno irrealizzabile di trovarsi accanto al giovane Simone di Giona, prima che Egli diventasse Pietro/Pietra (destinata a essere posata in Roma)

Anonimo ha detto...

Antonio Socci lancia un appello perché il Papa venga tolto dalla gogna di twitter. L'articolo è su libero e tra breve sarà su facebook.
Inoltre, c'è anche una ignobile pagina facebook che diffama il Papa nell'assordante silenzio del Vaticano, un "illustre", in ignominia, precedente, fatto meglio bisogna ammettere, si trova nel libro di Eric Frattini smontato a suo tempo da Andrea Tornielli.
http://www.uccronline.it/2013/02/05/la-foto-del-giovane-ratzinger-con-hitler-nuova-bufala-anticlericale/
Alessia

Anonimo ha detto...

Ho letto il pezzo di Socci ora disponibile su facebook e devo dire che non sono d'accordo con lui. Il Papa non è un ingenuo e sa benissimo ciò che può venire da twitter e, da uomo curioso e innamorato dell'umanità qual è, non escludo legga parte dei messaggi che gli pervendono senza filtri. In questi otto anni ho letto centinaia di articoli sul Papa e sul suo pontificato e se ho imparato una cosa è che insulti e disprezzo possono venir espressi anche in toni flautati e apparentemente rispettosi. Cristo nei suoi 33 anni in questo mondo a nulla si è sottratto per la nostra salvezza, dovrebbe farlo il suo Vicario? Ammiro profondamente il nostro coraggiosissimo Papa per la sua decisione di caricarsi della croce del pontificato per seguire fedelmente il Maestro consapevole che essere Suo Vicario non significa mietere allori, ma catalizzare sulla propria fragile persona la cattiveria e l'incomprensione del mondo. Magari una rilettura delle Beatitudini non sarebbe una cattiva idea.
Alessia