Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
sabato 9 febbraio 2013
Il Papa all’Ordine di Malta: la vostra opera non è filantropia, ma fede in azione
Il Papa all’Ordine di Malta: la vostra opera non è filantropia, ma fede in azione
Non rinunciate mai agli ideali originari, specie alla vita spirituale: è quanto sottolineato da Benedetto XVI nel discorso ai membri del Sovrano Militare Ordine di Malta, incontrati, stamani, nella Basilica Vaticana in occasione del nono centenario del riconoscimento ufficiale dell’Istituzione da parte di Papa Pasquale II. Il Pontefice, salutando il Gran Maestro Fra’ Matthew Festing, ha ringraziato l’Ordine per una donazione che ha destinato ad un’opera di carità. Prima dell’incontro con il Papa, il cardinale Tarcisio Bertone aveva celebrato una Messa per la ricorrenza nella quale ha ribadito che “amare la Chiesa e difenderla dai nemici” è “un dovere di ogni cristiano”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Da nove secoli al servizio della Chiesa e dei più bisognosi. Benedetto XVI ha voluto sottolineare con forza l’originalità dell’Ordine di Malta. La vostra “preziosa opera”, ha detto, “non è semplice filantropia, ma espressione efficace e testimonianza viva dell’amore evangelico”:
“In questo senso, il vostro Ordine, rispetto ad altre realtà impegnate in ambito internazionale nell’assistenza ai malati, nella solidarietà e nella promozione umana, si distingue per l’ispirazione cristiana che costantemente deve orientare l’impegno sociale dei suoi membri”.
Il Papa ha così esortato i membri dell’Ordine a “conservare e coltivare” questo “carattere qualificante”, operando “con rinnovato ardore apostolico” sempre in “profonda sintonia con il Magistero della Chiesa”. Per questo, ha soggiunto, nel servizio degli ammalati e dei poveri non si deve “mai rinunciare agli ideali originari, specialmente quello dell’intensa vita spirituale dei singoli membri”. In questa direzione, ha avvertito, “deve proseguire il vostro impegno con un’attenzione del tutto particolare alla consacrazione religiosa” dei professi “che costituisce il cuore dell’Ordine”:
“Per dare amore ai fratelli è necessario attingerlo alla fornace della carità divina, mediante la preghiera, il costante ascolto della Parola di Dio e un’esistenza incentrata sull’Eucaristia. La vostra vita di ogni giorno dev’essere penetrata dalla presenza di Gesù, sotto il cui sguardo siete chiamati a porre anche le sofferenze degli ammalati, la solitudine degli anziani, le difficoltà dei disabili”.
Del resto, il Papa ha rammentato che gli ideali fondamentali dell’Ordine sono ben racchiusi nel suo motto: Tuitio fidei et Obsequium pauperum, “difendere la fede e servire i poveri”:
“Queste parole ben sintetizzano il carisma del vostro Ordine che, come soggetto di diritto internazionale, non ambisce ad esercitare poteri ed influenze di carattere mondano, ma desidera svolgere in piena libertà la propria missione per il bene integrale dell’uomo, spirito e corpo, guardando sia ai singoli che alla comunità, soprattutto a coloro che più hanno bisogno di speranza e di amore”.
Il Papa ha, quindi, incoraggiato i membri dell’Ordine di Malta a continuare ad “operare nella società e nel mondo, lungo le strade maestre indicate dal Vangelo: la fede e la carità per ravvivare la speranza”. Prima dell’incontro con Benedetto XVI, era stata celebrata in San Pietro una Messa per la ricorrenza, presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone. Il porporato ha ripercorso la storia dell’Ordine di Malta ed ha affermato che esso “mancherebbe alla propria vocazione se la diffusione della fede cattolica non fosse più il suo primo dovere”. E ha aggiunto: “La fede è l’anima della sua carità”. Concludendo la sua omelia, il cardinale Bertone ha quindi affermato che “amare la Chiesa e difenderla dai nemici, occulti o palesi che siano, è un dovere di ogni cristiano”, ancor più se impegnato in un ordine religioso.
E l’Ordine di Malta è in prima linea, in questo periodo, negli aiuti umanitari alla popolazione della Siria, sconvolta dalla guerra civile. Al riguardo ecco la testimonianza del Grande Ospedaliere, Albrecht Boeselager, al microfono di Emer McCarthy:
R. – We are concerned about the development in Syria. …
Siamo preoccupati per l’evoluzione della situazione in Siria. Le condizioni umanitarie stanno peggiorando di giorno in giorno, il numero delle vittime è in aumento. Noi cerchiamo di fare il possibile per aiutare i profughi che sono in Turchia, in Libano e gli sfollati in Siria. La maggior parte dei rifugiati che sono in Turchia sono radunati in campi profughi e noi distribuiamo kit di sopravvivenza in questi campi, dove la nostra attenzione è incentrata sui bambini e sulle mamme. Per quanto riguarda gli sfollati in Siria, cerchiamo di distribuire beni di soccorso a Damasco e nelle aree circostanti, mentre in Libano l’Ordine è ben diffuso attraverso la nostra realtà libanese: in Libano, infatti, gestiamo nove ambulatori; in particolare quelli nel Nord del Paese assistono i profughi. L’Ordine è impegnato anche ad aiutare, con sostegno finanziario, l’associazione libanese a far fronte alle enormi richieste in continuo aumento.
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