domenica 17 febbraio 2013

Il Papa: la Lombardia deve essere il cuore credente dell'Europa (Izzo)

PAPA: LOMBARDIA DEVE ESSERE IL CUORE CREDENTE DELL'EUROPA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 feb. 

Tra le "indicazioni pastorali" che Benedetto XVI ha offerto oggi ai vescovi della Lombardia, "c'e' n'e' una che si impone su tutte: a un certo momento, pensando alla Lombardia, alla centralita' della Lombardia, ha detto che la Lombardia deve essere il cuore credente dell'Europa". 
Lo ha affermato l'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, intervistato dalla Radio Vaticana dopo l'udienza concessa (l'ultima in calendario in questo Pontificato che si conclude il 28 febbraio) a 13 vescovi della Lombardia. All'incontro ha partecipato, in qualita' di amministratore apostolico di Vigevano, anche l'ex arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, anche lui tra i cardinali elettori, e che nel 2005 era il piu' gettonato tra gli italiani come papabile, mentre ora lo e' il successore".
Riguardo all'invito a un rinnovato impegno dei cristiani della Lombardia, "a me sembra - ha commentato Scola - che questo sia piu' che un programma pastorale per le nostre diocesi". Da parte nostra, ha aggiunto il cardinale, "abbiamo messo in evidenza anche il grande lavoro con gli immigrati, l'aspetto del dialogo interreligioso, l'ecumenismo, il rapporto con gli ebrei". Inoltre, ha continuato Scola, "molto tempo dell'udienza, che e' durata piu' di un'ora, e' stato preso dalle riflessioni sul nostro clero, sull'aiuto di accompagnamento del clero giovane, la prima destinazione di inserimento nella vita pastorale, l'unita' del presbiterio". Nell'intervista a Radio Vaticana, Scola si e' soffermato anche sul tema dell'attuazione del Concilio invitando - in sintonia con quello che il Papa dimissionario ha detto giovedi' scorso al clero di Roma - a "non separare l'evento dal corpo dottrinale che il Concilio ci ha fornito, che pero', come ha detto il Santo Padre, va letto in unita', a partire dalle quattro Costituzioni, che allora riveleranno una freschezza, un'attualita' e un compito di attuazione, che ci sta ancora davanti". 
"Io sono convinto di questo - ha confidato il cardinale - senza contare il fatto che, se prendiamo per esempio il documento sulla liberta' religiosa o quello sul rapporto con i nostri fratelli ebrei, vediamo come e' ancora tutto da approfondire, da attuare, da esperire". "Pensiamo - ha osservato - al nostro Paese, l'Italia: quando e' nato, il problema dell'immigrazione non esisteva, adesso stiamo assistendo ad un mescolamento di popoli, che produrranno il nuovo cittadino europeo, assolutamente inedito". "Io credo quindi - ha infine concluso Scola - che questi tre fatti insieme, il 50.mo del Concilio, l'Anno della Fede e questo gesto del Santo Padre - ridiano al Vaticano II tutto il suo spessore e ne mostrino tutta l'attualita'. A noi di assumerlo responsabilmente". 

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