domenica 17 febbraio 2013

Il Papa a Seewald: In Vatileaks non ho fatto il sovrano assoluto (Galeazzi)


L’intenzione di lasciare anticipata a dicembre in un’intervista

“Sono anziano, quel che ho fatto può bastare”

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

«In Vatileaks non ho fatto il sovrano assoluto». La verità di Benedetto XVI. «Sono un uomo anziano, credo che possa bastare quello che ho fatto». A meno di due settimane dalla fine del suo pontificato, emerge il pensiero del diretto interessato, Papa Ratzinger, risalente ad alcune sue conversazioni col suo biografo Peter Seewald. «La psicologia di Paolo Gabriele mi è semplicemente incomprensibile». Benedetto XVI non solo spiega come abbia vissuto e gestito l’incandescente caso «Vatileaks», da cui è stato investito come da una bufera, ma pronuncia parole che lasciano intravedere quella che di lì a poco sarebbe stata la sua scelta. Le frasi del Papa sono infatti passaggi di alcune conversazioni che il Pontefice ha avuto nei mesi scorsi con il giornalista tedesco e che escono oggi sulla rivista tedesca Focus. Le conversazioni sono state due e risalgono una a quest’estate e l’altra a dicembre. In Vatileaks, era importante che venisse «garantita l’indipendenza della giustizia, che un monarca non dicesse, adesso prendo io le cose in mano». Un atteggiamento, quello di Ratzinger, teso a lasciare piena libertà alla magistratura affinché facesse luce sull’intricato scandalo. Il Papa dimissionario tocca però anche gli aspetti umani legati all’affaire per il quale è stato condannato e poi graziato il suo ex maggiordomo. «Non potrei dire che io sia caduto in qualche sorta di disperazione o dolore universale». Paolo Gabriele «mi è semplicemente incomprensibile. Anche se vedo la persona, non posso capire, che cosa ci si possa aspettare. Non riesco a penetrare in questa psicologia». Inoltre il Pontefice assicura di non essersi sentito «né spaesato né stanco, dopo Vatileaks», ma, alla domanda su che cosa ci fosse ora da aspettarsi da lui, risponde con parole che risultano adesso un’anticipazione delle sue future intenzioni: «Non molto. Sono un uomo anziano le mie forze diminuiscono. Credo che possa anche bastare quel che ho fatto». Insomma, era già vicino a maturare l’addio al soglio di Pietro. Sul fronte della vicenda Vatileaks, intanto, fonti vicine al Vaticano riferiscono che nonostante tutto «dopo la concessione della grazia, Benedetto XVI ha continuato ad avere contatti e rapporti con il suo ex maggiordomo, dimostrando a lui e alla sua famiglia interessamento e grande affetto paterno». Inoltre Gabriele si impegna formalmente al silenzio con la Santa Sede. A giorni firmerà le carte preparate dall’ufficio legale vaticano con cui assicurerà di non divulgare alcuna informazione appresa durante il suo servizio nell’appartamento papale. Pur avendola maturata facendo affidamento su un carattere mite ma deciso, nella scelta più difficile della sua vita, Benedetto XVI non è stato completamente solo. Ha avuto accanto a sé, ad ascoltarlo, a consigliarlo e ad offrirgli sostegno incondizionato, il fratello Georg. Figura centrale come nessun’altra nella biografia di Ratzinger che solo in presenza del fratello maggiore si apre e si confida fino in fondo, tornando Joseph.

© Copyright La Stampa, 17 febbraio 2013 

1 commento:

Luisa ha detto...

"..risponde con parole che risultano adesso un’anticipazione delle sue future intenzioni: «Non molto. Sono un uomo anziano le mie forze diminuiscono. Credo che possa anche bastare quel che ho fatto»."

Quello è ciò che ne deduce chi estrapola quelle parole, fidandosi della loro esatezza, chi le interpreta, senza conoscere il contesto, il tono del Papa che era forse scherzoso, ma come si può pensare che il Papa sia andato a dire ad un giornalista , quasi come un`anticipazione della sua scelta, che ha fatto abbastanza per la Chiesa? Ma siamo seri?
Che poi Seewald sfrutti il momento difficile e delicato che stiamo vivendo per attirare la luce su di sè, non mi sembra molto corretto.