sabato 2 febbraio 2013

Immigrati, la preghiera del Papa a sostegno delle mamme in difficoltà. Crisi, i vescovi: fare figli sarebbe vera via d'uscita per Italia. Sant'Egidio: con clochard a Stazione Termini per ricordare Modesta (Izzo)


IMMIGRATI: PREGHIERA PAPA A SOSTEGNO DELLE MAMME IN DIFFICOLTA'


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 2 feb, 

"Perche' le famiglie migranti, in particolare le madri, siano sostenute e accompagnate nelle loro difficolta'". E' questa l'intenzione di preghiera suggerita da Benedetto XVI per il mese di febbraio. 

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CRISI: VESCOVI, FARE FIGLI SAREBBE VERA VIA D'USCITA PER ITALIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 feb. 

"Generare la vita vince la crisi". E' questo lo slogan coraggioso scelto dai vescovi italiani per la prossima Giornata della Vita, che sara' celebrata domani, 3 febbraio, in tutte le parrocchie del Paese. "Donare e generare la vita - spiegano i presuli - significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un'Italia che si rinnova: e' questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi". 
"La disponibilita' a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani, e' tutt'uno - scrivono i presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali e delle Commissioni Cei riunti nel Consiglio Episcopale - con la possibilita' di crescita e di sviluppo: non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l'aborto, bensi' facendo forza sulla verita' della persona umana, sulla logica della gratuita' e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in un una situazione di crisi".
Secondo i vescovi, "in questa, come in tante altre circostanze, si riconferma il valore della persona e della vita umana, intangibile fin dal concepimento; il primato della persona, infatti, non e' stato avvilito dalla crisi e dalla stretta economica. Al contrario, la fattiva solidarieta' manifestata da tanti volontari ha mostrato una forza inimmaginabile".
"Tutto questo - affermano i presuli - ci sprona a promuovere una cultura della vita accogliente e solidale". In buona sostanza la Cei e' preoccupata per "il progressivo invecchiamento della popolazione" che "priva la societa' dell'insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea difficolta' relative al mantenimento di attivita' lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere di nuove iniziative".
I vescovi sono convinti che crisi economica e crisi demografica si influenzano a vicenda e oggi, affermano, la mancanza di lavoro "aggrava la crisi della natalita' e accresce il preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese".
I vescovi rilevano che "la grave difficolta' nel fare famiglia" oggi in Italia e' causata dalle "condizioni di precarieta' che influenzano la visione della vita e i rapporti interpersonali, suscitano inquietudine e portano a rimandare le scelte definitive e, quindi, la trasmissione della vita all'interno della coppia coniugale e della famiglia". Il testo cita in proposito una testimonianza molto drammatica, letta a Milano in presenza del Papa in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie, dove una coppia ha raccontato il penoso baratro che si e' aperto ai suoi piedi con il fallimento della piccola ditta da cui traevano il sostentamento. Nelle nostre citta' oggi "la gente gira a testa bassa, nessuno ha piu' fiducia di nessuno, manca la speranza", denunciarono quegli sposi e il messaggio diffuso oggi proprio mentre il Papa leggeva l'elenco dei nuovi cardinali in piazza San Pietro, riporta le loro parole e ricorda le puntuali indicazioni di Benedetto XVI che in risposta propose "gemellaggi tra citta', tra famiglie, tra parrocchie potrebbero aiutare" e piu' in generale chiese "che realmente una famiglia assuma la responsabilita' di aiutare un'altra famiglia". "La logica del dono - concludono i vescovi - e' la strada sulla quale si innesta il desiderio di generare la vita, l'anelito a fare famiglia in una prospettiva feconda, capace di andare all'origine, in contrasto con tendenze fuorvianti e demagogiche, della verita' dell'esistere, dell'amare e del generare". 

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S.EGIDIO: CON CLOCHARD A  STAZIONE TERMINI PER RICORDARE MODESTA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 2 feb. 

Almeno 500 persone, la meta' delle quali senza fissa dimora, hanno partecipato alla Stazione Termini di Roma ad una commovente marcia silenziosa, promossa dalla Comunita' di Sant'Egidio, per  ricordare Modesta Valenti, la barbona morta di freddo 30 anni fa e che non era stata soccorsa perche' sporca e con i pidocchi a causa delle condizioni in cui viveva.
A guidare la processione e' stato monsignor Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma Centro, che ha sottolineato come "la memoria di Modesta, conservata in questi 30 anni dal cuore della Comunita' di Sant'Egidio" sia stata trasmessa "a tutta la citta', e da quella memoria e' partita l'attenzione a ricordarsi di tanti altri".
"Solo l'Amore -  ha detto Zuppi - e' capace di farci guardare chi soffre per strada. I poveri sono visibilissimi in questa stagione, ma l'indifferenza non fa vedere le dure condizioni in cui vivono
 quelli che si chiamano "invisibili", ma che sono sotto gli occhi di tutti". Francesca Zuccari, responsabile della Comunità di Sant'Egidio per i senza fissa dimora, ha ricordato che Modesta Valenti era di Trieste, e che raccontava di essere venuta a Roma per vedere il Papa. A trent'anni dalla sua morte e' ricordata ogni anno in 20 parrocchie ma allora ci vollero 10 mesi per riuscire a farle il funerale a Sant'Egidio".
"Grazie alla memoria di questi trent’anni, Modesta - ha aggiunto - e' un po' come una Patrona per chi vuole lottare per una citta' capace di prendersi cura di chi e' piu' debole e abbandonato".
Domani, domenica, Modesta Valenti sara' ricordata con una celebrazione liturgica nella Basilica di Santa Maria in Trastevere alle 10. 

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