Papa: 3 Encicliche, su carita', speranza, temi sociali
Si attendeva nel 2013 un quarto documento dedicato alla fede
CITTA' DEL VATICANO - Nel suo pontificato, papa Benedetto XVI ha scritto tre encicliche, le prime due dedicate alle virtù teologali della Carità e della Speranza, la terza ai grandi temi sociali dell'economia, del lavoro e delle povertà. Spesso, negli ultimi tempi, si è parlato anche di una quarta enciclica, attesa per la prima parte del 2013 e dedicata alla fede, a completamento della trilogia sulle virtù teologali.
DEUS CARITAS EST - Firmata il 25 dicembre del 2005, il testo dell'enciclica, un libro di 73 pagine, fu reso pubblico il 25 gennaio 2006. Fu lo stesso papa Ratzinger a spiegare perché avesse deciso di cimentarsi sul tema dell'amore, "parola usata e abusata": "in un mondo in cui al nome di Dio viene a volte collegata la vendetta o persino il dovere dell'odio e della violenza, questo è un messaggio di grande attualità e di significato molto concreto", disse. Nella prima parte del documento, Benedetto XVI parla dell'amore umano, coniugando senza imbarazzi l'eros, ovvero il sesso, con l'agape, il sentimento condiviso. "L'uomo - rimarca - diventa veramente se stesso quando corpo e anima si ritrovano in intima unità". Nella seconda parte del documento, dove riprende appunti e riflessioni di Wojtyla e che il suo predecessore non aveva potuto completare in una propria enciclica, Benedetto XVI traghetta il lettore dall'amore alla carità. "L'amore per il prossimo è una strada per incontrare anche Dio e il chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche di fronte a Dio", spiega.
SPE SALVI - Nella seconda enciclica, pubblicata lo stesso giorno della firma ovvero il 30 novembre 2007, Benedetto XVI esorta il cristianesimo moderno a tornare a parlare di speranza, in un mondo dove tante ideologie, dall'illuminismo al marxismo, hanno fallito nei tentativi di costruire una nuova giustizia umana, lasciandosi dietro solo macerie, e dove la scienza e il progresso senza Dio rischiano di distruggere l'umanità e di portarla fino agli "abissi" del male. Un testo di 77 pagine di raffinata e appassionata teologia, la 'Spe Salvi' (Nella speranza siamo stati salvati), ammonisce sui vecchi e nuovi orrori che l'autosufficienza del pensiero scientifico, del progresso e, piõ in generale, della ragione umana e politica svincolate dalla fede, possono produrre.
CARITAS IN VERITATE - Firmata il 29 giugno del 2009 e presentata il 7 luglio dello stesso anno, è un'enciclica molto lunga (142 pagine nella versione italiana) frutto di un lavoro di quasi due anni, di numerose revisioni e di apporti diversi. In essa, Benedetto XVI invita tutti a seria riflessione sul senso stesso dell'economia e sulle sue finalità. L'economia - spiega - "ha bisogno dell'etica per il suo corretto funzionamento. La regola non può essere il solo profitto. Serve recuperare il principio di gratuità nell'economia di mercato". La finanza senza Dio ha causato danni incalcolabili, ha accresciuto povertà e disuguaglianza. Dalla recessione mondiale, scoppiata nel 2008, l'umanità deve uscire con un passo nuovo. Il documento, dal forte accento sociale, mette sotto accusa il liberismo sfrenato, rivendica come un diritto di base "un lavoro decente" per ogni uomo e donna della terra, chiede più presenza dello Stato nelle dinamiche economiche ed auspica una autorità mondiale che sappia gestire e guidare i processi della globalizzazione. Nelle sue intenzioni è un completamento delle riflessioni della Populorum Progressio, la famosa enciclica sociale nata dallo spirito del Concilio e firmata da Paolo VI nel 1967.
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