lunedì 18 febbraio 2013

Lotta agli abusi sessuali, l'eredità irremovibile di Benedetto XVI (Colagrande)


Lotta agli abusi sessuali, l'eredità irremovibile di Benedetto XVI 

"Nel campo della lotta agli abusi sessuali commessi da esponenti del clero Benedetto XVI ci lascia un'eredità irremovibile che segna il futuro della Chiesa". 
Lo afferma S. E. mons. Charles Scicluna, vescovo ausiliare di Malta che, per dieci anni, ha ricoperto l'incarico di Promotore di giustizia presso la Congregazione per la dottrina della fede, occupandosi proprio della lotta contro i casi di pedofilia nella Chiesa. Il presule ricorda che Joseph Ratzinger, già da cardinale, come prefetto della Congregazione per la dottrina, aveva coadiuvato il Beato Giovanni Paolo II in questo impegno. 
Ma poi, dal 2005, divenuto Papa, ha perseguito questo obiettivo con decisione e perseveranza, diventando il primo Pontfice ad incontrare e ascoltare le vittime di abusi sessuali. "Non possiamo più tornare indietro in questo impegno, perché l'eredità che ci lascia il Papa è, grazie a lui, non solo legge universale della Chiesa, ma anche prassi che diventa Vangelo, retaggio di una buona notizia di una Chiesa che, non solo vuole la purificazione all'interno, ma vuole anche rimanere, com'era da secoli, un ambiente sicuro per i nostri bambini e per i nostri giovani". 
"Benedetto XVI - aggiunge mons. Scicluna - si è impegnato con molto coraggio in particolare a rompere la cortina di silenzio che copriva molti casi, in rispetto al principio che solo la verità ci rende liberi". "Ci ha spinto a purificare il cuore per far sì che il volto della Chiesa risplenda della sua verà Santità". 
"La più grande difficoltà che ha avuto la Chiesa è stata quella di capire le cause di questa piaga. Siamo rimasti tutti scioccati da questa caduta morale del clero. Poi, un'altra sfida è stata quella di non dare solo una risposta a livello di legislazione ma anche di mentalità. Dobbiamo salvaguardare i giovani con misure molto concrete. La risposta degli episcopati è stata molto incoraggiante, c'è sempre molto da fare per prevenire casi futuri. Ma la determinazione di Benedetto XVI non solo rimarrà una memoria, ormai è parte della risposta della Chiesa. Mons. Scicluna racconta anche come ha accolto la scelta del Papa di rinunciare al Pontificato: "Con un grande lutto interno, ma con grande rispetto all'umiltà e al coraggio del Santo Padre che, come quel granellino che cade per terra e muore, porterà molti frutti". 
Ad esprimere gratitudine a Benedetto XVI per il suo impegno contro la pedofilia è don Fortunato Di Noto, sacerdote siciliano, fondatore dell'Associazione Meter, da 35 anni in primo piano nella protezione dei minori. Alla vigilia della presentazione del Report 2012 di Meter, che conferma la gravità del fenomeno, Don di Noto ringrazia il Papa per il coraggio e la capacità di caricarsi sulle spalle i peccati degli altri, per purificare la Chiesa e guarirla. Il Papa ha saputo lanciare il messaggio che bisogna sempre stare dalla parte delle vittime, cercando la verità riguardo a coloro che si sono macchaiti di questi peccati e reati
Ma Benedetto XVI ha anche invitato la pastorale ordinaria ad occuparsi sempre della protezione dei vulnerabili". 
"Le dimissioni di Benedetto XVI - aggiunge Don Di Noto - sono un grido che ci invita ad amare la Chiesa, a non deturparla. 
Sono un richiamo a tanti altri che fanno male alla Chiesa dall'interno, e che dovrebbero dimettersi perché non servono il Signore in maniera forte, degna, limpida e trasparente". (A cura di Fabio Colagrande) 

http://it.radiovaticana.va/105/Articolo.asp?c=666141

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