domenica 24 febbraio 2013

L'ultima puntata del dossier di Concita de Gregorio (Repubblica)

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Un appunto: Benedetto XVI non parla di carrierismo, sporcizia o cattiveria dall'ottobre dello scorso anno.
Basta leggere i discorsi, le omelie e gli interventi del professor Ratzinger, del cardinale Ratzinger e di Papa Ratzinger per accorgersi di come il tema gli sia e gli sia sempre stato a cuore. E' stato ascoltato dalla sua chiesa? No! E ora si raccolgono gli amari frutti. Speriamo in una conversione dei cuori. La vedo difficile ma Dio compie miracoli.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggi la signora de gregorio ha toccato il top. Nel suo articolo la poveretta, evidentemente su risposta alle critiche di aver usato fonti anonime e quindi non verificabili, ha usato virgolettati per riferire dichiarazioni di persone di cui non dice il nome ma la "provenienza" (un importante prelato vicino a martini, un altro vicino a oullet e un banchiere). Naturalmente essendo piu' circostanziata sulle fonti ha dovuto usare dichiarazioni generiche che vogliono dire tutto e il contrario di tutto, tali comunque da poter essere usati arbitrariamente nella costruzione della sua tesi complottistica. Quale? Il Papa e' un poveraccio, isolato, non addentro alle divisioni vaticane e incapace di domarle. Un Papa che dal dossier in poi si fa intendere abbia subito delle sottili pressioni che lo hanno costretto a rinunciare al ministero. Il tutto contornato dalle solite considerazioni sul potere dei liguri grazie alla longa manus del "perfido tarcisio". Quindi la poverella e' giunta alla conclusione che Benedetto sia di fatto una sorta di mammoletta delicata dedita alle poesiole spaesato nel feroce mondo vaticano. Naturalmente alla mancata vamp sfugge il periodo di isolamento precedente al suo pontificato, quando Ratzinger, anche allora solo contro tutti, nel suo studiolo lavorava sui dossier inerenti fatti di pedofilia e si sbatteva e batteva contro una curia nella migliore delle ipotesi indifferente. Quella solitudine allora non gli ha impedito di prendere decisioni, di andare contro il muro di gomma, di volerne sapere di piu', di non lasciarsi ingabbiare da arruffianamenti, di seguire unicamente la propria coscienza e la sua fede in Cristo. Ma evidentemente quella parte alla di gregorio non interessa, poco si confa' al suo teorema di pitagora. Quello di cui parla lei e' un altro ratzinger e come accade ad ogni film che si rispetti all'atto del montaggio le scene poco consoni con l'idea narrativa del regista vanno doverosamente tagliate.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo totalmente con cc.

rosadeldeserto68 ha detto...

Ottimo commento, grande cc!

gemma ha detto...

Ma lasciatela perdere Concita de Gregorio. Troppa importanza Raffaella gli stiamo dando, davvero. In genere le fonti anonime dovrebbero stare dove compete a chi non ha il coraggio delle sue azioni, vedasi spazzatura. Proprio esempio di giornalismo etico, fatto con sensibilità femminile... vi confesso che non ne ho letta una di queste puntate

un passante ha detto...

Quello di occuparsi della chiesa impura, sporca e dei suoi dossier interni e' stato un ottimo alibi per non occuparsi delle magagne della propria parte politica di riferimento. In fondo oggi c'è' anche il loro conclave laico, scusate il paragone blasfemo, ma tanto ci sarebbe stato da dire sulla sporcizia della politica, dei partiti, delle loro segreterie, dei loro di candidati. Occuparsi dei dossier della chiesa, dei cardinali, e' più comodo, e può distrarre da altro, secondo loro. Secondo loro, secondo noi no, e dalla fumata di domani forse si svegliano. Continuano a trattarci come poveri decerebrati che pendono dalle loro boccucce snob, come se non sapessimo che ciascuno quando scrive lo fa anche in base alla sua editoria di riferimento.

Eugenia ha detto...

La descrizione che ha dato la De Gregorio di Benedetto è la stessa che il suo compare di penna Politi ha dato nella puntata del programma Mistero qualche giorno fa. STESSA PASTA E STESSO VELENO