lunedì 18 febbraio 2013

Negli Usa ed in Italia firme per interdire il conclave a Mahony (Izzo)


IN USA E ITALIA FIRME PER INTERDIRE CONCLAVE A   MAHONY

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 feb. 

A otto giorni dall'annuncio delle dimissioni di che ritiene di non avere piu' le forze fisiche e d'animo per guidare la Chiesa, arriva al pettine il nodo degli abusi sessuali, combattuti da Ratzinger tra critiche piu' o meno velate di importanti esponenti del Collegio Cardinalizio (il decano Angelo Sodano parlo' di "chiacchiericcio" per ridimensionare lo scandalo dei preti pedofili e solo i cardinali Schoenborn di Vienna e O'Malley di Boston insorsero in difesa delle vittime e dell'azione purificatrice di Ratzinger). 
"Mahony al Conclave, si' o no?", chiede Famiglia Cristiana ai suoi lettori, riguardo alla partecipazione all'elezione del Papa di un uomo come il cardinale Roger Mahony accusato di aver insabbiato 129 casi di abusi sessuali su minori, compiuti da ecclesiastici della diocesi di Los Angeles. Anche negli Stati Uniti, spiega Famiglia Cristiana, "un gruppo assai determinato di fedeli cattolici ha annunciato una petizione per chiedere al cardinale di rinunciare a partecipare al Conclave". 
E "il Washington Post - sottolinea Famiglia Cristiana - scrive di lui che 'e' fortunato a non essere in prigione'" mentre il suo successore, monsignor Jose' Gomez lo ha sollevato da tutti gli incarichi. 
E ora che Joseph Ratzinger, campione della lotta agli abusi, ha scelto di "nascondersi al mondo e ritirarsi in preghiera", un passo indierto e' proprio quello che ci si aspetta da cardinali che hanno riconosciuto le proprie colpe, come Mahony, ma anche il primate irlandese Sean Brady, e l'ex arcivescovo di Bruxcelles, Godfried Dannells.
"Le dimissioni di Benedetto XVI sono un grido che ci invita ad amare la Chiesa, a non deturparla. Sono un richiamo a tanti altri che fanno male alla Chiesa dall'interno, e che dovrebbero dimettersi perche' non servono il Signore in maniera forte, degna, limpida e trasparente", afferma, ai microfoni di Radio Vaticana, don Fortunato Di Noto, il sacerdote che ha fondato l'Associazione Meter, da 35 anni in primo piano nella protezione dei minori.
"Nel campo della lotta agli abusi sessuali commessi da esponenti del clero Benedetto XVI ci lascia un'eredità irremovibile che segna il futuro della Chiesa"commenta monsignor Charles Scicluna, lo storico promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, da qualche mese promosso vescovo e trasferito a Malta. Per circa 20 anni, il prelato ha condiviso prima con il cardinale Ratzinger e poi con Benedetto XVI l'impegno forte per estirpare questo cancro dalla Chiesa.
"Dal 2005, divenuto Papa - sottolinea l'ex promotore di giustizia g della CdF - ha perseguito questo obiettivo con decisione e perseveranza, diventando il primo Pontfice ad incontrare e ascoltare le vittime di abusi sessuali".
"Non possiamo piu' tornare indietro in questo impegno, perche' - rileva Scicluna - l'eredita' che ci lascia il Papa e', grazie a lui, non solo legge universale della Chiesa, ma anche prassi che diventa Vangelo, retaggio di una buona notizia di una Chiesa che, non solo vuole la purificazione all'interno, ma vuole anche rimanere, com'era da secoli, un ambiente sicuro per i nostri bambini e per i nostri giovani". "Benedetto XVI - ricorda il coraggioso pg - si e' impegnato con molto coraggio in particolare a rompere la cortina di silenzio che copriva molti casi, in rispetto al principio che solo la verita' ci rende liberi".
Benedetto XVI "ci ha spinto a purificare il cuore per far si' che il volto della Chiesa risplenda della sua vera Santita", conclude Scicluna, per il quale "la piu' grande difficolta' che ha avuto la Chiesa e' stata quella di capire le cause di questa piaga". 

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Potrebbe inventarsi di essere malato così non va in conclave evitando tutto questo clamore...

Anonimo ha detto...

che rinunci lui visto lo scalpore sarebbe fattibile, ma che gli venga imposto dall'alto mi pare improbabile.