lunedì 4 febbraio 2013

Nella visita ''ad limina'', illustrati anche i punti di debolezza: disoccupazione e fuga dei giovani. L'invito al Papa a visitare la Basilicata (Sir)

Famiglia e fede popolare

Nella visita ''ad limina'', illustrati anche i punti di debolezza: disoccupazione e fuga dei giovani. L'invito al Papa a visitare la Basilicata.


Una Regione con “due grandi punti di forza, rappresentati dalla famiglia e dalla fede popolare”, ma anche con “alcuni nodi problematici, come l’atmosfera secolarizzata, le situazioni di povertà, la disoccupazione e l’emigrazione dei giovani laureati”. È la “fotografia” della Basilicata, che i vescovi lucani hanno presentato al Papa nella loro recente “visita ad limina” (18 gennaio 2013). Un incontro nel quale Benedetto XVI si è interessato delle problematiche e delle ricchezze della Regione, che si estende su una superficie di 9.966 Kmq, per un totale di 599.453 abitanti, è suddivisa in 6 diocesi e conta 273 parrocchie. A pochi giorni dalla visita, Vincenzo Corrado, per il Sir, ha incontrato il presidente della Conferenza episcopale della Basilicata e arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, mons. Agostino Superbo, chiedendogli un bilancio dell’incontro con il Papa.


Eccellenza, qual è stato l’incoraggiamento più forte che è venuto dal Papa? E come i vescovi lucani hanno accolto le sue parole? Siete usciti rafforzati e “confortati” da questo incontro? 


“Il Santo Padre ci ha dato coraggio, ci ha detto di non fermarci mai di fronte alle difficoltà, di mostrare sempre a tutti l’amore tenero e paterno di Dio. La gioia e l’aiuto, ricevuti dal successore di Pietro, sono stati profondi e grandi. Ci ha toccato il cuore. Deo Gratias!”. 


Che quadro della Basilicata avete presentato al Papa? 


“Il Santo Padre ha accolto, con grande interesse, la descrizione della nostra Regione nei suoi aspetti di ricchezza e di forza: la famiglia, e la sua solidità, e la fede popolare, ancora molto viva e profonda anche nelle giovani generazioni. Ma è stato molto attento anche alla descrizione degli aspetti problematici più significativi, come l’atmosfera secolarizzata, che tocca le realtà più esposte della nostra comunità, o le situazioni di povertà che vanno sempre più crescendo in numero e in sofferenza, sia familiare, sia sociale”. 


Cosa preoccupa di più, oggi, i vescovi lucani? Alla precedente “visita ad limina”, nel 2006, indicava nello spopolamento e nella disoccupazione i maggiori nodi problematici della Regione. È ancora così? 


“Ancora oggi la disoccupazione giovanile, che va al di là della media nazionale, ci preoccupa molto. Essa, infatti, provoca il protrarsi di situazioni di sudditanza, l’emigrazione dei giovani laureati, il ritardo nella costruzione delle nuove famiglie, la precarietà delle giovani famiglie, una delusione sociale che rende difficile la speranza”. 


Quali le proposte a livello ecclesiale? 


“L’impegno per la nuova evangelizzazione da noi diventa annuncio di Gesù Cristo e testimonianza che rende credibile il Vangelo, soprattutto nell’impegno dei cristiani nel creare una società lucana completamente rinnovata, fondata sulla fede, alimentata dalla speranza e veramente operosa nella carità. Come vescovi, stiamo anche pensando ad alcuni segni di vicinanza ai giovani in difficoltà e ai poveri”. 


In che modo le Chiese lucane si collocano nel cammino della Chiesa italiana, disegnato dagli Orientamenti pastorali sull’educazione e proiettato al prossimo convegno ecclesiale, nel 2015, sul tema della fede? 


“Stiamo già lavorando in questa prospettiva. È, infatti, all’esame uno studio della situazione catechistica nella Regione, in modo da ricavarne indicazioni per il futuro. Per quanto riguarda la questione educativa: attraverso il lavoro unitario di tutti i laici associati, sta emergendo sempre di più tale consapevolezza. L’obiettivo è raggiungere il maggior numero possibile di cristiani, in modo tale da rendere le nostre comunità parrocchiali entusiaste nella fede, nell’annuncio e nell’accoglienza dei giovani, in cammino verso l’incontro con il Signore”. 


Durante la “visita”, lei ha invitato il Papa a venire in Basilicata. Qual è stata la sua reazione a un gesto, che sottolinea un forte legame, rappresentato anche dal presepe in piazza San Pietro allestito, quest’anno, proprio dalla sua Regione... 


“Abbiamo espresso con molto rispetto questo desiderio, condiviso dalle nostre Chiese e anche dalle autorità civili. Sentiamo il bisogno di sperimentare da vicino la forza del ministero del Santo Padre, in un momento delicato e decisivo per la nostra Regione”. 


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