venerdì 1 febbraio 2013

Quel candelabro che diffonde la luce del Papa. Messa dell'arcivescovo Becciu per L'Osservatore Romano e la Tipografia Vaticana

Messa dell'arcivescovo Becciu per L'Osservatore Romano e la Tipografia Vaticana

Quel candelabro che diffonde la luce del Papa


Da settantacinque anni la missione dei salesiani in Vaticano è paragonabile a quella di un candelabro: sostenere la luce del Papa, affinché illumini e giunga ovunque. È l'immagine scelta dall'arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, per introdurre l'omelia della celebrazione eucaristica presieduta giovedì mattina, 31 gennaio, nella cappella del Coro della basilica Vaticana, nella memoria di san Giovanni Bosco.

Ricordando che fu Pio XI nel 1937 a chiamare in Vaticano i salesiani per affidare loro la Tipografia Poliglotta e quella dell'Osservatore Romano, il presule ha detto che la comunità che «vive entro le mura leonine continua a mettere competenza e capacità manageriali a servizio della diffusione capillare della Parola di Dio e dei documenti del magistero pontificio, con pubblicazioni ben curate tipograficamente e tradotte in più lingue». I salesiani e i loro collaboratori sono quindi -- ha sottolineato il sostituto -- «a servizio della Parola di Dio, strumento per la sua irradiazione».
Dell'importanza fondamentale della Parola di Dio nella vita di san Giovanni Bosco monsignor Becciu ha parlato citando alcuni episodi. A cominciare dalla scelta di far raffigurare sotto i portici di Valdocco alcune storie della Bibbia. A queste “citazioni” dipinte sui muri si aggiungono poi quelle contenute nei suoi scritti e nelle sue conversazioni. Lo scopo era sempre lo stesso, come scrisse lo stesso don Bosco nella prefazione alla prima edizione della Storia Sacra: «Illuminare la mente per rendere buono il cuore».
Per il sostituto la Parola di Dio è stata «una delle fonti privilegiate della sua impostazione educativa -- nella predicazione, nella catechesi, nella liturgia, nella comunicazione, nei Regolamenti». Ecco perché l'immagine del candelabro per i salesiani -- ha fatto notare -- «non può certo esaurirsi nel lavoro tecnico, pur così prezioso e di cui siamo profondamente grati. A ognuno di noi Gesù domanda non soltanto di annunciare la sua Parola, ma di viverla».
«Come vorremmo i salesiani in Vaticano?» si è chiesto il presule. La risposta non lascia ombre di dubbio: «Come uomini evangelici, che si lasciano illuminare loro stessi da quella luce che contribuiscono a diffondere». Monsignor Becciu ha fatto notare, in particolare, che Pio XI «non chiamò qualche singolo salesiano esperto nell'arte della stampa, ma una comunità». È ciò di cui la Chiesa «ha bisogno ancora oggi», ha detto: «una presenza non soltanto di singoli uomini evangelici, ma la testimonianza di una comunità evangelica. La Sede Apostolica vive anche grazie alla vita di grazia di quanti vi lavorano, alla loro testimonianza di vita».
Ricordando che don Bosco «non si è mai stancato di inculcare l'unità tra tutti i membri della sua famiglia religiosa», l'arcivescovo ha aggiunto che «vorremmo anche noi dalla comunità salesiana, la testimonianza di un cenacolo di vita fraterna, di una comunione di vita informata dalla carità. È anche e soprattutto così che si dà visibilità alla luce, come ha ricordato don Bosco citando il Vangelo di Giovanni: “Vi riconosceranno per miei discepoli, se vi amerete a vicenda”».
Il sostituto ha poi richiamato un altro aspetto del carisma salesiano: «il senso dell'ecclesialità di don Bosco». Infatti, ha aggiunto, «il vostro particolare legame con l'Osservatore Romano lo si può far risalire a lui stesso, fedele sostenitore di Pio IX. Il quotidiano della Santa Sede nasce nel 1861, lo stesso anno nel quale don Bosco ottiene il decreto di via libera alla prima tipografia di Valdocco». Il rapporto con Papa Mastai è pieno di aneddoti, così come quello con Leone XIII. «A fondamento di questo rapporto cordiale e sincero -- ha evidenziato il presule -- vi era un'autentica visione di fede, che lo portava a ripetere le famose parole: “Amiamoli i Romani Pontefici, e quando ci danno consiglio e più ancora quando manifestano un desiderio, questo sia per noi un comando”».
All'inizio della celebrazione, don Sergio Pellini, direttore della Tipografia Vaticana Editrice L'Osservatore Romano, ha pronunciato un breve saluto. «Siamo lieti di pregare per le necessità del Papa e per il nostro lavoro», ha detto rivolgendosi all'arcivescovo Becciu e assicurandogli che «la sua presenza ci riporta al Papa e ci ricorda che la nostra missione è quella di don Bosco: servire la Chiesa e i giovani».
Oltre a don Pellini, con il sostituto hanno concelebrato il vescovo Giorgio Corbellini, presidente dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, monsignor Markus Graulich, prelato uditore del Tribunale della Rota Romana, il gesuita Władisław Gryzło, incaricato dell'edizione polacca del nostro giornale.
Erano presenti, tra gli altri, Giovanni Battista Dadda e Gino Raineri, del Consiglio di Sovrintendenza; Luciano La Camera, Francesco Perrotta e Giorgio Ciccioriccio, del Collegio dei Revisori dei Conti; Antonio Maggiotto, direttore commerciale, Giuseppe Canesso, direttore tecnico, e Claudio Alpigiani, direttore amministrativo della Tipografia Vaticana; il vice direttore e il direttore del nostro giornale. Ha animato la liturgia il coro del Vicariato Vaticano, diretto dal maestro Temistocle Capone. Alla messa ha partecipato anche il gruppo delle nuove reclute del Corpo della Gendarmeria Pontificia.
Successivamente, nei locali della Tipografia Vaticana, è stato proiettato un documentario sui 75 anni della presenza dei salesiani in Vaticano. Il video -- preparato da Domenico Nguyen Duc Nam -- mostra alcune foto storiche e qualche breve filmato delle visite dei Pontefici alla Tipografia. L'arcivescovo Becciu ha poi benedetto il locale dove è stata collocata la nuova macchina da stampa digitale a foglio Meteor dp8700 xl della Mgi Digital graphic technology. Canesso ha spiegato le funzioni dell'impianto, in grado di produrre supporti stampati fino a 1020 millimetri di lunghezza, formato fino a oggi realizzabile solo in offset. Con questa macchina si potranno realizzare stampe personalizzate di banner, calendari, fotografie panoramiche, brochure, segnaletiche anche a basse tirature.

(©L'Osservatore Romano 1° febbraio 2013)

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