lunedì 25 febbraio 2013

Quel che Martini voleva dire al Papa secondo Georg Sporschill

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Mah! In questi giorni c'e' l'ossessivo tentativo di paragonare la scelta di Benedetto a quella di Martini.
In realta' c'e' una bella differenza: Martini si ritiro' a Gerusalemme ma non smise mai di parlare e di scrivere.
Non si puo' dire che non abbia provocato sconcerto in molti ("indimenticabile" la sua ultima intervista). Benedetto ha fatto una scelta opposta: rinuncia al Ministero Petrino, compiendo l'estremo sacrificio. Decide di rinunciare a se stesso, di eclissarsi in preghiera. Sale al Monte per il bene della Chiesa. Non si possono fare paragoni...

11 commenti:

Andrea ha detto...

Il Papa non "rinuncia a se stesso", cara Raffaella.
Questa è l'interpretazione dei nichilisti, fuori e dentro la Chiesa (sulla traccia dell'hegeliano/satanico "Dio Si nega creando il Mondo"; "Cristo Si nega incarnandoSi").

Il Papa si vede non all'altezza del munus, fisicamente parlando, e lo riconsegna a Dio (non alla Chiesa!). Ancora all' "Angelus" di ieri le parole e l'atteggiamento sono stati chiarissimi e umanissimi.

Non parlerà perché sarebbe devastante, quello sì, avere "due Papi". Anche padre Livio diceva "potrebbe benissimo scrivere libri" - questo sarebbe vero se Egli fosse un normale Vescovo non in servizio (ecclesiale!)

Raffaella ha detto...

Ed e' proprio questo che non accetto trovandolo uno "spreco".
Io vedo la rinuncia come l'estremo sacrificio di un uomo che da' tutto se stesso a Dio.
R.

Anonimo ha detto...

Ma Benedetto XVI dopo la rinuncia resterà Vescovo, anche se non "in servizio". Sarà il Papa emerito finché vivrà, ritirato per quanto si voglia, ma non certo assente. Perché questo spaventa? E perché la Chiesa non dovrebbe continuare a fare tesoro del suo pensiero, dei suoi insegnamenti, delle sue meditazioni, anche se non più rivestite dal munus petrinum che apparterrà al successore?

Per esempio, quella che doveva essere la quarta enciclica sulla Fede potrà essere pubblicata sotto altra forma e costituire un prezioso orientamento per tutti, compreso il nuovo Papa. Ratzinger resta un grandissimo teologo oltre che vescovo.

Certo è una novità che può spiazzare, ma fino a un certo punto. Gli insegnamenti di tutti i più grandi papi della storia non continuano forse ad essere ripresi e a fecondare la vita della Chiesa?

gianni

Anonimo ha detto...

Benedetto xvi con il suo clericalismo era spinto da forze centripete.....puntava sulle elite....Ora ci vuole l'agere contra come coraggiosamente faceva notare il cardinale martini.........................................................................................................................................................................................................................................................................................,................................ Filling in the blanks (lascio a voi l'onere di commentare questa avvincente considerazione. Io non posso. C'ho provato ma non posso. Mi riesce impossibile. Mi parte in automatico la parte oscura e volgare che e' in me)

Anonimo ha detto...

Una cosa la voglio dire pero'. Se fosse stato per il cardinal martini oggi il Vaticano sarebbe una sorta di museo delle cere buono come spazio espositivo o location per film e spot pubblicitari e del cattolicesimo, a parte il buon nome del cardinale e la sua figura da sai baba in salsa cristiana, si sarebbe fatto carne di porco. NOOOOOOO, LA PARTE OSCURA HA PRESO IL SOPRAVVENTO

Raffaella ha detto...

Rispondo a Gianni.
La chiesa e' ad un bivio: o sceglie di andare avanti sulla linea di Papa Benedetto oppure decide di tornare indietro.
In quest'ultima ipotesi temo che si fara' di tutto per dimenticare gli insegnamenti di Benedetto.
R.

Anonimo ha detto...

D'accordo sul bivio, Raffaella. Ma una delle due strade ha il "senso vietato" e il bivio è vigilato; indietro non si torna.

gianni

Raffaella ha detto...

Spero e prego, caro Gianni!
R.

Andrea ha detto...

Devi accettarlo, cara Raffaella (9:17), sia perché è un gesto del Papa sia perché è un gesto di questo Papa.

Ieri (io c'ero, come accennavo) ha usato per la prima volta l'espressione "il Signore mi chiama sul monte". È un'espressione fortissima, di Vocazione.
Abbiamo una persona meravigliosa (un Santo, ne sono convinto) con noi, che ci ripete che vuole restare con noi in spirito di "famiglia": non amareggiamoLo e non amareggiamoci dicendo "Ti vogliamo come protagonista del dibattito"

Raffaella ha detto...

Lo so, Andrea, ma e' molto difficile e richiede tempo.
R.

Andrea ha detto...

L'importante è continuare a essere Sua "famiglia" (non più "famiglia pontificia"..).
Questo a Lui interessa molto - lo diceva anche ieri, alla conclusione.

Già in passato disse che "La più convincente rappresentazione dell'Amore di Dio rimane ciò che regnava in casa, nella sua famiglia" (non sono le parole esatte)