Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
martedì 12 febbraio 2013
Sorprende la decisione del Papa nell'Anno della Fede, con le visite ad limina. Papabili italiani (Scola) ma anche americani (O'Malley)
PAPA: SORPRENDE DECISIONE IN ANNO DELLA FEDE,CON VISITE AD LIMINA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 11 feb.
La sua decisione di dimettersi Benedetto XVI potrebbe averla presa in questi ultimi giorni. Il Papa, infatti, aveva concordato le date per le "visite ad limina" dei vescovi italiani, iniziate lo scorso gennaio, innovandone la procedura, cioe' incontrandoli in gruppi e rivolgendo loro solo parole a braccio e non piu' il discorso ufficiale che seguiva le visite individuali. Anzi, la Radio Vaticana aveva fatto sapere che il discorso conclusivo delle visite averbbe coinciso con quello all'Assemblea della Cei del prossimo maggio.
Inoltre, appena qualche giorno fa, il presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, aveva confermato tutti gli impegni del Papa in occasione dell'Anno della Fede, comprese le cresime che doveva amministrare in San Pietro - fatto inusuale - e la trasferta a Rio de Janeiro per la Giornata Mondiale della Gioventu'.
Il Papa stesso aveva assicurato la sua presenza a Rio dal 23 al 28 luglio in una recente conversazione con l'arcivescovo Joao Orani Tempesta, che lo aveva poi confermato ai giornalisti. Benedetto XVI aveva anche insisitito sul suo dovere di andare parlando con altri vescovi durante incontri privati. Questo potrebbe portare a immaginare che i sanitari sconsigliassero il viaggio.
Benedetto XVI, forse, non poteva lasciare una Gmg senza il Papa, con i giovani di tutto il mondo che arrivavano a Rio per incontrarlo e non ce lo trovavano. Nelle ultime settimane, tuttavia, c'e' stato un caso molto difficile che potrebbe - ma e' solo un'ipotesi - aver creato grande preoccupazione in Benedetto XVI. A quanto sembra, infatti, la decisione dell'arcivescovo di Los Angeles, monsignor Jose' Gomez, di sollevare il suo predecessore, cardinale Roger Mahoney, da ogni responsabilita' e cerimonia pubblica a seguito di quanto emerso sull'insabbiamento di centinaia di casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti della diocesi, avrebbe provocato grandi proteste da parte di altri cardinali. Di queste proteste forse lo stesso decano Angelo Sodano si sarebbe fatto portavoce presso Benedetto XVI. Infatti il Codice di Diritto Canonico stabilisce che un cardinale possa essere punito solo dal Papa, il quale pero' - secondo quanto confermato dal portavoce della Santa sede padre Federico Lombardi - era informato della decisione di monsignor Gomez. Dunque il malumore dei cardinali verso la decisione di un semplice arcivescovo di sollevare uno di loro potrebbe aver assunto un significato molto grave.
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PAPA: PAPABILI ITALIANI (SCOLA) MA ANCHE STATUNITENSI (O'MALLEY)
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 11 feb.
E' gia' iniziato il "toto Papa". Il candidato che viene piu' accreditato dai giornalisti e' l'arcivescovo di Milano Angelo Scola, considerato molto vicino a Papa Ratzinger che lo ha recentemente spostato da Venezia alla sede di Milano, quasi un percorre a tappe verso Roma. In realta', pero', la Chiesa italiana ha anche altri possibili papabili, anche se con meno chance: in Curia il segretario di Stato Tarcisio Bertone e il capo del dicastero per il clero, Mauro Piacenza, nelle sedi principali del nostro Paese invece sono considerati papabili il presidente della Cei Angelo Bagnasco e l'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.
Se - come appare assai piu' probabile - la scelta cadra' invece su uno straniero, giochera' un ruolo importante il fatto che gli Stati Uniti sono l'Episcopato che ha affrontato con piu' decisione lo scandalo pedofilia. In questa ottica il nome piu' forte e' quello del cardinale cappuccino Sean O'Malley, che a Boston ha risollevato una situazione resa assai drammatica non solo dagli abusi ma anche dagli insabbiamenti del suo predecessore Bernard Law.
E' da segnalare che nelle scorse settimane Benedetto XVI ha chiamato a Roma come promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, competente per questi casi, proprio il "braccio destro" di O'Malley, padre Robert Oliver.
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