Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo l'omelia tenuta da Benedetto XVI il 24 dicembre 2011 in occasione della Santa Messa di Natale. Qui il testo integrale. Ancora tantissimi auguri a tutti nel ricordo costante degli insegnamenti di Papa Benedetto.
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Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera... (Benedetto XVI, 24 febbraio 2013)
martedì 24 dicembre 2013
lunedì 16 dicembre 2013
Benedetto XVI a Friburgo: Vi è una ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora di trovare il vero distacco del mondo, di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo e riascoltiamo lo storico discorso di Benedetto XVI in occasione dell'incontro con cattolici impegnati nella Chiesa e nella società nel Konzerthaus di Freiburg im Breisgau (25 settembre 2011).
Il testo dell'intervento (consultabile qui) passò sotto silenzio ma ha ancora oggi una portata storica straordinaria.
Chiediamoci come mai nel settembre 2011 nessuno parlò di "rivoluzione" o di "Papa che rompeva ogni schema". E' ragionevole pensare che passino solo quegli interventi che i media bollano come storici in un determinato momento e se pronunciati da determinate persone. Se vi è un anticipo di antipatia verso qualcuno non c'e' modo di rompere il muro di gomma.
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Il testo dell'intervento (consultabile qui) passò sotto silenzio ma ha ancora oggi una portata storica straordinaria.
Chiediamoci come mai nel settembre 2011 nessuno parlò di "rivoluzione" o di "Papa che rompeva ogni schema". E' ragionevole pensare che passino solo quegli interventi che i media bollano come storici in un determinato momento e se pronunciati da determinate persone. Se vi è un anticipo di antipatia verso qualcuno non c'e' modo di rompere il muro di gomma.
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mercoledì 11 dicembre 2013
Benedetto XVI: "Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge..." (YouTube)
Grazie al bellissimo lavoro della nostra Gemma riascoltiamo la straordinaria omelia pronunciata da Benedetto XVI il 7 maggio 2005 nella Basilica di San Giovanni in Laterano. In quel giorno egli si insediava sulla Cattedra del Vescovo di Roma.
Restano scolpite come pietre miliari del Pontificato le seguenti parole: "Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici…Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa.
Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero.
Non è così.
Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire.
La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede.
Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge.
Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola.
Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo".
Il testo integrale dell'omelia si trova a questo link.
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Restano scolpite come pietre miliari del Pontificato le seguenti parole: "Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici…Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa.
Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero.
Non è così.
Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire.
La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede.
Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge.
Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola.
Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo".
Il testo integrale dell'omelia si trova a questo link.
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giovedì 5 dicembre 2013
Benedetto XVI: La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo le immagini dell'atto di venerazione di Benedetto XVI alla Vergine Immacolata di Piazza di Spagna. Era l'8 dicembre 2009.
Il discorso diventò celebre per la profondità con cui il Papa trattò il rapporto fra gli "invisibili" ed i mass media. Il testo integrale dell'intervento è consultabile qui.
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Il discorso diventò celebre per la profondità con cui il Papa trattò il rapporto fra gli "invisibili" ed i mass media. Il testo integrale dell'intervento è consultabile qui.
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lunedì 2 dicembre 2013
Le tre Gmg di Benedetto XVI in un collage video (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma vediamo questo bellissimo speciale di TV2000 che ci introduce ad una serie di video dedicati alla Giornate Mondiali della Gioventù presiedute da Papa Benedetto XVI.
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lunedì 25 novembre 2013
Benedetto XVI abbraccia i fedeli al termine della Messa di insediamento (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma vediamo l'ultimo filmato relativo alla Messa di inizio di Pontificato di Benedetto XVI. Al termine della celebrazione il Santo Padre sale sulla papamobile e saluta le centinaia di migliaia di fedeli giunti in Piazza San Pietro. A breve verrà creata una "playlist" su YouTube contenente tutti i video relativi alla Santa Messa celebrata il 24 aprile 2005.
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mercoledì 20 novembre 2013
Santa Messa di insediamento di Benedetto XVI: la liturgia (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo la parte squisitamente liturgica della Messa di inaugurazione del Pontificato di Benedetto XVI.
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lunedì 18 novembre 2013
Benedetto XVI riceve il pallio e l'anello del Pescatore (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo un'altra parte della Santa Messa di inizio Pontificato di Benedetto XVI (24 aprile 2005). In questo video assistiamo alla consegna del pallio e dell'anello del Pescatore.
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venerdì 15 novembre 2013
L'omaggio alla tomba di Pietro e l'ingresso solenne di Benedetto XVI in Piazza San Pietro (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra impagabile Gemma rivediamo un documento davvero prezioso.
Il canto delle "Laudes Regiae" accompagna l'ingresso solenne di Benedetto XVI in Piazza San Pietro in occasione della Messa di inaugurazione del Pontificato (24 aprile 2005).
La Messa è preceduta dall'omaggio del Papa alla tomba dell'Apostolo Pietro.
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Il canto delle "Laudes Regiae" accompagna l'ingresso solenne di Benedetto XVI in Piazza San Pietro in occasione della Messa di inaugurazione del Pontificato (24 aprile 2005).
La Messa è preceduta dall'omaggio del Papa alla tomba dell'Apostolo Pietro.
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mercoledì 13 novembre 2013
L'omaggio di Benedetto XVI al Maestro Bartolucci (YouTube)
Grazie al sapiente lavoro della nostra Gemma vediamo questo omaggio al card. Domenico Bartolucci , Maestro perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina, recentemente scomparso. Fu Papa Benedetto XVI a creare cardinale il Maestro nel Concistoro del novembre 2010. Un pensiero speciale ed una preghiera al card. Bartolucci nel giorno dei suoi Funerali.
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domenica 10 novembre 2013
Benedetto XVI visita i bambini ricoverati al Gemelli (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo alcune immagini (con commento) della commovente visita di Benedetto XVI ai Bambini ricoverati nei Reparti di Pediatria del Policlinico “Agostino Gemelli” (5 gennaio 2011).
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giovedì 7 novembre 2013
Benedetto XVI prende possesso della Basilica di San Paolo Fuori le Mura (YouTube)
Grazie allo straordinario lavoro della nostra Gemma riviviamo il giorno della visita di Benedetto XVI a San Paolo Fuori le Mura in occasione della presa di possesso della Basilica. Era il 25 aprile 2005. Grazie ancora per i bellissimo dono.
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lunedì 4 novembre 2013
Benedetto XVI ed il matrimonio: la risposta ad una domanda sul viaggio in Spagna (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo questo stralcio tratto dall'intervista concessa da Benedetto XVI nell'agosto 2006 in vista del viaggio in Baviera del mese successivo.
Due cose colpiscono: la grande fiducia che traspare dal volto del Santo Padre, sereno e pieno di speranza per il futuro, e le parole di accoglienza e di affetto verso il prossimo. Mi dispiace molto che l'essenza di certi discorsi di Benedetto XVI non sia stata colta (i media hanno una grande e grave responsabilita' nella costruzione della leggenda nera) e che, piano piano, quella fiducia si sia affievolita non tanto in Benedetto XVI quanto in noi...
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Due cose colpiscono: la grande fiducia che traspare dal volto del Santo Padre, sereno e pieno di speranza per il futuro, e le parole di accoglienza e di affetto verso il prossimo. Mi dispiace molto che l'essenza di certi discorsi di Benedetto XVI non sia stata colta (i media hanno una grande e grave responsabilita' nella costruzione della leggenda nera) e che, piano piano, quella fiducia si sia affievolita non tanto in Benedetto XVI quanto in noi...
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mercoledì 30 ottobre 2013
"Chi crede non è mai solo": l'omelia di inizio Pontificato di Benedetto XVI (YouTube)
Grazie allo straordinario lavoro della nostra Gemma rivediamo l'omelia della Santa Messa per l'inizio del Magistero Petrino di Benedetto XVI. Era il 24 aprile 2005.
Si tratta di una vera e propria pietra miliare del Pontificato di Papa Benedetto. In particolare e' un testo a cui io sono personalmente molto legata. Grazie ancora a Gemma :-)
Qui trovate il testo completo dell'omelia.
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Si tratta di una vera e propria pietra miliare del Pontificato di Papa Benedetto. In particolare e' un testo a cui io sono personalmente molto legata. Grazie ancora a Gemma :-)
Qui trovate il testo completo dell'omelia.
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venerdì 25 ottobre 2013
Lino Banfi parla del suo commovente incontro con Benedetto XVI (YouTube)
Grazie allo straordinario lavoro della nostra Gemma vediamo questo intervento di Lino Banfi a Domenica In del 20 ottobre 2013. L'attore parla del suo intenso ed emozionante incontro con il Papa Emerito Benedetto XVI presso il Monastero Mater Ecclesiae.
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mercoledì 23 ottobre 2013
Benedetto XVI ed il suo amore per gli animali: istantanee musicali (You Tube)
Grazie al bellissimo lavoro della nostra Gemma vediamo questa raccolta di foto, con sottofondo musicale, che ritraggono Benedetto XVI in compagnia dei suoi (e nostri) amici animali. Bellissimo il sottofondo musicale.
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lunedì 21 ottobre 2013
Joseph Ratzinger-Benedetto XVI e Giovanni Paolo II: istantanee musicali
Grazie al lavoro della nostra Gemma vediamo questa raccolta di fotografie "musicate" che hanno come protagonisti Giovanni Paolo II e l'allora cardinale Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI.
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mercoledì 16 ottobre 2013
Benedetto XVI accoglie la statua della Madonna di Fatima: istantanee musicali (YouTube)
Grazie al lavoro della nostra imbattibile Gemma vediamo questo montaggio con le foto dell'accoglienza della statua della Madonna di Fatima da parte di Benedetto XVI. Bellissimo il sottofondo musicale. Le foto sono tratte dal sito dell'Osservatore Romano e recano il simbolo del diritto d'autore
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lunedì 14 ottobre 2013
Benedetto XVI e Francesco venerano la statua della Madonna di Fatima: istantanee musicali (YouTube)
Grazie allo straordinario lavoro della nostra Gemma vediamo questo collage di immagini che riproducono l'accoglienza della statua della Madonna di Fatima da parte di Papa Benedetto e di Papa Francesco.
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venerdì 11 ottobre 2013
Inaugurazione dell'Anno della Fede: omelia di Papa Benedetto XVI (video YouTube)
Grazie al lavoro della nostra Gemma rivediamo la registrazione dell'omelia tenuta da Benedetto XVI l'11 ottobre 2012. Di seguito trovate la trascrizione del testo.
Alle ore 10 di questa mattina, sul Sagrato della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI presiede la Celebrazione Eucaristica in occasione dell’apertura dell’Anno della fede. Concelebrano con il Santo Padre i Cardinali, i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche, i Vescovi Padri Sinodali, i Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo e alcuni Vescovi che parteciparono in qualità di Padri ai lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II, che si aprirono esattamente 50 anni fa, l’11 ottobre 1962.
Alla Celebrazione Eucaristica sono presenti il Patriarca Ecumenico Sua Santità Bartolomeo I e l’Arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione Anglicana, Sua Grazia Rowan Williams.
Al termine della Santa Messa il Santo Padre consegna ad alcuni fedeli i messaggi del Concilio Ecumenico Vaticano II all’umanità e il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia che il Papa pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo e il testo del saluto che il Patriarca Ecumenico S.S. Bartolomeo I rivolge al termine della Santa Messa:
OMELIA DEL SANTO PADRE
Alla Celebrazione Eucaristica sono presenti il Patriarca Ecumenico Sua Santità Bartolomeo I e l’Arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione Anglicana, Sua Grazia Rowan Williams.
Al termine della Santa Messa il Santo Padre consegna ad alcuni fedeli i messaggi del Concilio Ecumenico Vaticano II all’umanità e il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia che il Papa pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo e il testo del saluto che il Patriarca Ecumenico S.S. Bartolomeo I rivolge al termine della Santa Messa:
OMELIA DEL SANTO PADRE
Venerati Fratelli,
Se oggi la Chiesa propone un nuovo Anno della fede e la nuova evangelizzazione, non è per onorare una ricorrenza, ma perché ce n’è bisogno, ancor più che 50 anni fa! E la risposta da dare a questo bisogno è la stessa voluta dai Papi e dai Padri del Concilio e contenuta nei suoi documenti. Anche l’iniziativa di creare un Pontificio Consiglio destinato alla promozione della nuova evangelizzazione, che ringrazio dello speciale impegno per l’Anno della fede, rientra in questa prospettiva. In questi decenni è avanzata una «desertificazione» spirituale.
Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio, ai tempi del Concilio lo si poteva già sapere da alcune pagine tragiche della storia, ma ora purtroppo lo vediamo ogni giorno intorno a noi. E’ il vuoto che si è diffuso. Ma è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne.
cari fratelli e sorelle!
Con grande gioia oggi, a 50 anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, diamo inizio all’Anno della fede.
Sono lieto di rivolgere il mio saluto a tutti voi, in particolare a Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli, e a Sua Grazia Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury. Un pensiero speciale ai Patriarchi e agli Arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche, e ai Presidenti delle Conferenze Episcopali.
Per fare memoria del Concilio, che alcuni di noi qui presenti – che saluto con particolare affetto - hanno avuto la grazia di vivere in prima persona, questa celebrazione è stata arricchita di alcuni segni specifici: la processione iniziale, che ha voluto richiamare quella memorabile dei Padri conciliari quando entrarono solennemente in questa Basilica; l’intronizzazione dell’Evangeliario, copia di quello utilizzato durante il Concilio; la consegna dei sette Messaggi finali del Concilio e quella del Catechismo della Chiesa Cattolica, che farò al termine, prima della Benedizione. Questi segni non ci fanno solo ricordare, ma ci offrono anche la prospettiva per andare oltre la commemorazione. Ci invitano ad entrare più profondamente nel movimento spirituale che ha caratterizzato il Vaticano II, per farlo nostro e portarlo avanti nel suo vero senso. E questo senso è stato ed è tuttora la fede in Cristo, la fede apostolica, animata dalla spinta interiore a comunicare Cristo ad ogni uomo e a tutti gli uomini nel pellegrinare della Chiesa sulle vie della storia.
L’Anno della fede che oggi inauguriamo è legato coerentemente a tutto il cammino della Chiesa negli ultimi 50 anni: dal Concilio, attraverso il Magistero del Servo di Dio Paolo VI, il quale indisse un «Anno della fede» nel 1967, fino al Grande Giubileo del 2000, con il quale il Beato Giovanni Paolo II ha riproposto all’intera umanità Gesù Cristo quale unico Salvatore, ieri, oggi e sempre. Tra questi due Pontefici, Paolo VI e Giovanni Paolo II, c’è stata una profonda e piena convergenza proprio su Cristo quale centro del cosmo e della storia, e sull’ansia apostolica di annunciarlo al mondo. Gesù è il centro della fede cristiana. Il cristiano crede in Dio mediante Gesù Cristo, che ne ha rivelato il volto. Egli è il compimento delle Scritture e il loro interprete definitivo. Gesù Cristo non è soltanto oggetto della fede, ma, come dice la Lettera agli Ebrei, è «colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» (12,2).
Il Vangelo di oggi ci dice che Gesù Cristo, consacrato dal Padre nello Spirito Santo, è il vero e perenne soggetto dell’evangelizzazione. «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio» (Lc 4,18). Questa missione di Cristo, questo suo movimento continua nello spazio e nel tempo, attraversa i secoli e i continenti. E’ un movimento che parte dal Padre e, con la forza dello Spirito, va a portare il lieto annuncio ai poveri di ogni tempo – poveri in senso materiale e spirituale. La Chiesa è lo strumento primo e necessario di questa opera di Cristo, perché è a Lui unita come il corpo al capo. «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21). Così disse il Risorto ai discepoli, e soffiando su di loro aggiunse: «Ricevete lo Spirito Santo» (v. 22). E’ Dio il principale soggetto dell’evangelizzazione del mondo, mediante Gesù Cristo; ma Cristo stesso ha voluto trasmettere alla Chiesa la propria missione, e lo ha fatto e continua a farlo sino alla fine dei tempi infondendo lo Spirito Santo nei discepoli, quello stesso Spirito che si posò su di Lui e rimase in Lui per tutta la sua vita terrena, dandogli la forza di «proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista», di «rimettere in libertà gli oppressi» e di «proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19).
Il Concilio Vaticano II non ha voluto mettere a tema la fede in un documento specifico. E tuttavia, esso è stato interamente animato dalla consapevolezza e dal desiderio di doversi, per così dire, immergere nuovamente nel mistero cristiano, per poterlo riproporre efficacemente all’uomo contemporaneo. Al riguardo, così si esprimeva il Servo di Dio Paolo VI due anni dopo la conclusione dell’Assise conciliare: «Se il Concilio non tratta espressamente della fede, ne parla ad ogni pagina, ne riconosce il carattere vitale e soprannaturale, la suppone integra e forte, e costruisce su di essa le sue dottrine. Basterebbe ricordare [alcune] affermazioni conciliari (…) per rendersi conto dell’essenziale importanza che il Concilio, coerente con la tradizione dottrinale della Chiesa, attribuisce alla fede, alla vera fede, quella che ha per sorgente Cristo e per canale il magistero della Chiesa» (Catechesi nell’Udienza generale dell’8 marzo 1967). Così Paolo VI nel 1967.
Ma dobbiamo ora risalire a colui che convocò il Concilio Vaticano II e che lo inaugurò: il Beato Giovanni XXIII. Nel Discorso di apertura, egli presentò il fine principale del Concilio in questi termini: «Questo massimamente riguarda il Concilio Ecumenico: che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace. (…) Lo scopo principale di questo Concilio non è, quindi, la discussione di questo o quel tema della dottrina… Per questo non occorreva un Concilio… E’ necessario che questa dottrina certa ed immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo» (AAS 54 [1962], 790.791-792). Così Papa Giovanni all'inizio del Concilio.
Alla luce di queste parole, si comprende quello che io stesso allora ho avuto modo di sperimentare: durante il Concilio vi era una tensione commovente nei confronti del comune compito di far risplendere la verità e la bellezza della fede nell’oggi del nostro tempo, senza sacrificarla alle esigenze del presente né tenerla legata al passato: nella fede risuona l’eterno presente di Dio, che trascende il tempo e tuttavia può essere accolto da noi solamente nel nostro irripetibile oggi. Perciò ritengo che la cosa più importante, specialmente in una ricorrenza significativa come l’attuale, sia ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quell’anelito a riannunciare Cristo all’uomo contemporaneo.
Ma affinché questa spinta interiore alla nuova evangelizzazione non rimanga soltanto ideale e non pecchi di confusione, occorre che essa si appoggi ad una base concreta e precisa, e questa base sono i documenti del Concilio Vaticano II, nei quali essa ha trovato espressione. Per questo ho più volte insistito sulla necessità di ritornare, per così dire, alla «lettera» del Concilio – cioè ai suoi testi – per trovarne l’autentico spirito, e ho ripetuto che la vera eredità del Vaticano II si trova in essi. Il riferimento ai documenti mette al riparo dagli estremi di nostalgie anacronistiche e di corse in avanti, e consente di cogliere la novità nella continuità. Il Concilio non ha escogitato nulla di nuovo come materia di fede, né ha voluto sostituire quanto è antico. Piuttosto si è preoccupato di far sì che la medesima fede continui ad essere vissuta nell’oggi, continui ad essere una fede viva in un mondo in cambiamento.
Se ci poniamo in sintonia con l’impostazione autentica, che il Beato Giovanni XXIII volle dare al Vaticano II, noi potremo attualizzarla lungo questo Anno della fede, all’interno dell’unico cammino della Chiesa che continuamente vuole approfondire il bagaglio della fede che Cristo le ha affidato. I Padri conciliari volevano ripresentare la fede in modo efficace; e se si aprirono con fiducia al dialogo con il mondo moderno è proprio perché erano sicuri della loro fede, della salda roccia su cui poggiavano. Invece, negli anni seguenti, molti hanno accolto senza discernimento la mentalità dominante, mettendo in discussione le basi stesse del depositum fidei, che purtroppo non sentivano più come proprie nella loro verità.
Se oggi la Chiesa propone un nuovo Anno della fede e la nuova evangelizzazione, non è per onorare una ricorrenza, ma perché ce n’è bisogno, ancor più che 50 anni fa! E la risposta da dare a questo bisogno è la stessa voluta dai Papi e dai Padri del Concilio e contenuta nei suoi documenti. Anche l’iniziativa di creare un Pontificio Consiglio destinato alla promozione della nuova evangelizzazione, che ringrazio dello speciale impegno per l’Anno della fede, rientra in questa prospettiva. In questi decenni è avanzata una «desertificazione» spirituale.
Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio, ai tempi del Concilio lo si poteva già sapere da alcune pagine tragiche della storia, ma ora purtroppo lo vediamo ogni giorno intorno a noi. E’ il vuoto che si è diffuso. Ma è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne.
Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e così tengono desta la speranza. La fede vissuta apre il cuore alla Grazia di Dio che libera dal pessimismo.
Oggi più che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e così indicare la strada. La prima Lettura ci ha parlato della sapienza del viaggiatore (cfr Sir 34,9-13): il viaggio è metafora della vita, e il sapiente viaggiatore è colui che ha appreso l’arte di vivere e la può condividere con i fratelli – come avviene ai pellegrini lungo il Cammino di Santiago, o sulle altre Vie che non a caso sono tornate in auge in questi anni. Come mai tante persone oggi sentono il bisogno di fare questi cammini? Non è forse perché qui trovano, o almeno intuiscono il senso del nostro essere al mondo? Ecco allora come possiamo raffigurare questo Anno della fede: un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo, in cui portare con sé solo ciò che è essenziale: non bastone, né sacca, né pane, né denaro, non due tuniche – come dice il Signore agli Apostoli inviandoli in missione (cfr Lc 9,3), ma il Vangelo e la fede della Chiesa, di cui i documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II sono luminosa espressione, come pure lo è il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato 20 anni or sono.
Oggi più che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e così indicare la strada. La prima Lettura ci ha parlato della sapienza del viaggiatore (cfr Sir 34,9-13): il viaggio è metafora della vita, e il sapiente viaggiatore è colui che ha appreso l’arte di vivere e la può condividere con i fratelli – come avviene ai pellegrini lungo il Cammino di Santiago, o sulle altre Vie che non a caso sono tornate in auge in questi anni. Come mai tante persone oggi sentono il bisogno di fare questi cammini? Non è forse perché qui trovano, o almeno intuiscono il senso del nostro essere al mondo? Ecco allora come possiamo raffigurare questo Anno della fede: un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo, in cui portare con sé solo ciò che è essenziale: non bastone, né sacca, né pane, né denaro, non due tuniche – come dice il Signore agli Apostoli inviandoli in missione (cfr Lc 9,3), ma il Vangelo e la fede della Chiesa, di cui i documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II sono luminosa espressione, come pure lo è il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato 20 anni or sono.
Venerati e cari Fratelli, l’11 ottobre 1962 si celebrava la festa di Maria Santissima Madre di Dio. A Lei affidiamo l’Anno della fede, come ho fatto una settimana fa recandomi pellegrino a Loreto. La Vergine Maria brilli sempre come stella sul cammino della nuova evangelizzazione. Ci aiuti a mettere in pratica l’esortazione dell’apostolo Paolo: «La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda… E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di Lui a Dio Padre» (Col 3,16-17). Amen.
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