Benedetto XVI all’Angelus: il Natale non è una festa esteriore! Accogliamo la Parola che salva
Il Natale non è una festa esteriore: il richiamo all’Angelus di Benedetto XVI, in preparazione della venuta di Gesù. Nel tempo di Avvento il pensiero del Papa è corso a tutti i migranti lontani dalle proprie case, cosi spesso incompresi nelle loro sofferenze. Il servizio di Roberta Gisotti
Si è soffermato Benedetto XVI sulla figura di Giovanni Battista, al centro del Vangelo odierno di san Luca, che racconta la sua vita e quindi offre il “quadro storico” del “vero grande avvenimento, la nascita di Cristo, che i contemporanei - ha sottolineato il Papa - non noteranno neppure”.
“Per Dio i grandi della storia fanno da cornice ai piccoli!”
Giovanni Battisti – ha poi spiegato - si definisce “la voce di uno che grida nel deserto”. La voce che proclama la Parola di Dio che precede.
“Giovanni è la voce che passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio. Se alla voce togli la parola, che cosa resta? Un vago suono”.
“La voce senza parola colpisce bensì l’udito, ma non edifica il cuore”
A noi il compito di dare oggi ascolto a quella voce per concedere spazio e accoglienza nel cuore a Gesù, Parola che ci salva.
Allora “in questo Tempo di Avvento, – l’invito di Benedetto XVI - prepariamoci a vedere, con gli occhi della fede, nell’umile Grotta di Betlemme, la salvezza di Dio”.
“Nella società dei consumi, in cui si è tentati di cercare la gioia nelle cose, il Battista ci insegna a vivere in maniera essenziale, affinché il Natale sia vissuto non solo come una festa esteriore, ma come la festa del Figlio di Dio che è venuto a portare agli uomini la pace, la vita e la gioia vera”.
Quindi l’affidamento a Maria, Vergine dell’Avvento:
“..affidiamo il nostro cammino incontro al Signore che viene, per essere pronti ad accogliere, nel cuore e in tutta la vita, l’Emmanuele, il Dio-con-noi”.
E tra quanti sono in cammino, sovente nella sofferenza e nell’incomprensione sono i migranti in tutto il mondo, che abbandonano le loro case per la guerra o la povertà. A loro è corso il pensiero del Papa, dopo la preghiera mariana, nei saluti finali ai pellegrini di lingua francese.
“Puissent-ils être accueillis et avoir une existence digne!...... ”
“Possano essere accolti ed avere un’esistenza degna”, il richiamo del Papa perché “in questo tempo di preparazione al Natale una solidarietà fraterna e gioiosa venga in aiuto ai loro bisogni e a sostegno delle loro speranze”
Un indirizzo particolare è andato infine ai partecipanti al Congresso dell’Unione Giuristi Cattolici, accompagnati dal cardinale Coccopalmerio.
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