martedì 18 dicembre 2012

Il card. Bertone sul ruolo della Prefettura degli Affari economici (Sir)


SANTA SEDE: CARD. BERTONE SUL RUOLO DELLA PREFETTURA DEGLI AFFARI ECONOMICI

La Chiesa si è “sempre preoccupata di considerare la mera strumentalità dei beni temporali in rapporto allo svolgimento della propria missione, precisando i fini istituzionali che rendono lecito l’acquisto, il possesso, l’alienazione e l’amministrazione dei beni temporali, e cioè il culto divino, le opere di apostolato e di carità, l’onesto sostentamento del clero e degli altri ministri”: lo ha detto oggi in Vaticano il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato, in occasione della presentazione del nuovo regolamento della Prefettura degli Affari economici. 
Tale dicastero - ha spiegato - “fu voluto da Paolo VI all’interno del piano di riforma della Curia Romana con compiti di conoscenza, controllo, vigilanza e coordinamento di ‘tutti gli investimenti e le operazioni economiche più importanti della Santa Sede’”. Il cardinale ha proseguito ricordando “i crescenti deficit nei bilanci vaticani” e la conseguente esigenza di “conoscenza e controllo di tutte le attività economiche legate al patrimonio della Santa Sede”. Ha poi rilevato come la Prefettura sia stata ultimamente considerata “una sorta di ragioneria generale”, “offuscandone il compito di programmazione e coordinamento economico generale”. “Con il nuovo Regolamento promulgato il 22 febbraio 2012, si ritorna allo spirito originario”, ha affermato. 
Nel suo discorso ai responsabili della Prefettura degli Affari economici e delle altre amministrazioni della Santa Sede, il card. Bertone ha messo in luce che il dicastero deve “avere un quadro completo e veritiero delle attività economiche di tutte le Amministrazioni ad essa soggette” come pure di “vedere osservate dalle stesse le linee guida di indirizzo e programmazione concordate preventivamente con la Segreteria di Stato”. Un altro aspetto toccato nel discorso è stato quello della “necessaria trasparenza delle attività economiche e finanziarie” sia per una questione di “correttezza” interna, sia per “l’impegno della Santa Sede di ottemperare alle norme internazionali di controllo finanziario che gradualmente si stanno adempiendo, come è stato pubblicamente riconosciuto a livello europeo”. Il cardinale ha anche toccato il tema della riduzione delle spese istituzionali, affermando che “specialmente nelle attuali circostanze storiche” non si può che “procedere ad una riduzione graduale, ma effettiva dei costi a fronte di una perdurante impossibilità di aumentare i ricavi, almeno in proporzione ai disavanzi che ultimamente si stanno registrando nei consuntivi consolidati”. Il card. Bertone ha infine esortato i responsabili dei diversi enti economici a collaborare “in clima di cordialità, dialogo e di reciproca fiducia” per il bene della Chiesa. 

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