mercoledì 26 dicembre 2012

Il Papa: pace e giustizia possibili ma rifiutiamo il messaggio del Bambino. Accoglienza immigrati è la grande questione morale. Con il fondamentalismo la religione può ammalarsi (Izzo)


PAPA: PACE E GIUSTIZIA POSSIBILI MA RIFIUTIAMO IL MESSAGGIO DEL BAMBINO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 dic. 

Con la nascita di Gesu' Bambino "la verita' e' germogliata dalla terra".  In quell'evento, ha affermato Benedetto XVI nel suo Messaggio di Natale, "realmente l'amore e la verita' si sono incontrati, la giustizia e la pace si sono baciate; la verita' e' germogliata dalla terra e la giustizia si e' affacciata dal cielo". Ma e' una pace che il mondo non conosce, perche', in qualche modo, non l'accetta, come mostrano i troppi confitti e
erre che ancora lo insanguinano.
Nell'Anno della Fede, le parole del Papa ricordano che "Dio ha fatto tutto, ha fatto l'impossibile: si e' fatto carne. La sua onnipotenza d'amore ha realizzato cio' che va al di là dell'umana comprensione: l'Infinito si e' fatto bambino, e' entrato nell'umanita'". "Eppure - ha osservato Ratzinger nell'omelia della messa di mezzanotte - questo stesso Dio non puo' entrare nel mio cuore se io non gli apro la porta".
Ed oggi, ha lamentato, "diffuse correnti di pensiero" accusano le religioni, e in particolare il monoteismo, di essere "la causa della violenza e delle guerre nel mondo; occorrerebbe prima liberare l'umanita' dalle religioni, affinche' si crei poi la pace; il monoteismo, la fede nell'unico Dio, sarebbe prepotenza, causa di intolleranza, perche' in base alla sua natura esso vorrebbe imporsi a tutti con la pretesa dell'unica verita'", ma anche se "nella storia, il monoteismo e' servito di pretesto per l'intolleranza e la violenza", la storia stessa ci insegna che quando "la luce di Dio si spegne, si spegne anche la dignita' divina dell'uomo. Allora egli non e' piu' l'immagine di Dio, che dobbiamo onorare in ciascuno, nel debole, nello straniero, nel povero. Allora non siamo piu' tutti fratelli e sorelle, figli dell'unico Padre che, a partire dal Padre, sono in correlazione vicendevole".
"Che generi di violenza arrogante allora compaiono e come l'uomo disprezzi e schiacci l'uomo lo abbiamo visto in tutta la sua crudelta' - ha rilevato il Pontefice tedesco - nel secolo scorso. Solo se la luce di Dio brilla sull'uomo e nell'uomo, solo se ogni singolo uomo e' voluto, conosciuto e amato da Dio, solo allora, per quanto misera sia la sua situazione, la sua dignita' e'  inviolabile".
La nascita di Gesu', e' stata 12 ore dopo la conclusione del Papa nel Messaggio che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi, "e' un germoglio di vita nuova per tutta l'umanita'.  
La presenza sulla terra "dell'uomo nato a Betlemme da Maria", ha spiegato, e' garanzia che esiste "una terra buona". "Possa ogni terra - e' stata quindi l'invocazione conclusiva di Joseph Ratzinger - diventare una terra buona, che accoglie e germoglia l'amore, la verita', la giustizia e la pace. Buon Natale a tutti!". 

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PAPA: ACCOGLIENZA IMMIGRATI E' LA GRANDE QUESTIONE MORALE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic. 

"La grande questione morale su come stiano le cose da noi riguardo ai profughi, ai rifugiati, ai migranti" e' stata posta dal Papa al centro della sua omelia della Notte di Natale. "Abbiamo veramente posto per Dio, quando Egli cerca di entrare da noi? Abbiamo tempo e spazio per Lui? Non e' forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi?", si e' chiesto Benedetto XVI, osservando che "riempiti da noi stessi, non lasciamo spazio agli altri, ai bambini, ai poveri, ai sofferenti, agli stranieri, agli emarginati".
"Sempre - ha detto il Papa teologo nella Basilica di San Pietro - di nuovo ci commuove il fatto che Dio si fa bambino, affinche' noi possiamo amarlo, affinche' osiamo amarlo, e, come bambino, si mette fiduciosamente nelle nostre mani". "Sempre di nuovo mi tocca anche la parola dell'evangelista, detta quasi di sfuggita, che per loro non c'era posto nell'alloggio. Inevitabilmente sorge la domanda su come andrebbero le cose, se Maria e Giuseppe bussassero alla mia porta. Ci sarebbe posto per loro?".
Una domanda che si allarga a quella se "nel mondo di oggi, c'è posto per Dio". "Abbiamo tempo e spazio per Lui? Non e' forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi? Cio' comincia col fatto che non abbiamo tempo per Lui. Quanto più velocemente possiamo muoverci, quanto piu' efficaci diventano gli strumenti che ci fanno risparmiare tempo, tanto meno tempo abbiamo a disposizione. E Dio?".  "Anche se sembra bussare alla porta del nostro pensiero, Egli deve essere allontanato con qualche ragionamento. Per essere ritenuto serio, il pensiero deve essere impostato in modo da rendere superflua l''ipotesi Dio'. Non c'e' posto per Lui. Anche nel nostro sentire e volere non c'e' lo spazio per Lui. Noi vogliamo noi stessi, vogliamo le cose che si possono toccare, la felicita' sperimentabile, il successo dei nostri progetti personali e delle nostre intenzioni. Siamo completamente 'riempiti' di noi stessi, cosi' che non rimane alcuno spazio per Dio. E per questo non c'e' neppure spazio per gli altri, per i bambini, per i poveri, per gli stranieri". 

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PAPA: CON IL FONDAMENTALISMO LA RELIGIONE PUO' AMMALARSI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 dic. 

Benedetto XVI ha condannato con forza ogni forma di fondamentalismo religioso nella sua omelia della Notte di Natale. "E' vero - ha detto parlando dei monoteismi ai 6 mila fedeli che gremivano la Basilica di San Pietro - che una religione puo' ammalarsi e giungere cosi' ad opporsi alla sua natura piu' profonda, quando l'uomo pensa di dover egli stesso prendere in mano la causa di Dio, facendo cosi' di Dio una sua proprieta' privata". "Contro questi travisamenti del Sacro - ha esortato il Pontefice tedesco - dobbiamo essere vigilanti".
Secondo il Papa, pero', anche "se un qualche uso indebito della religione nella storia e' incontestabile, non e' tuttavia vero che il 'no' a Dio ristabilirebbe la pace. Se la luce di Dio si spegne - infatti - si spegne anche la dignita' divina dell'uomo" in quanto essa poggia sull'essere tutti figli di un unico Padre e quindi fratelli tra noi. Cosi' nel buio del peccato e della violenza,  la fede, ha osservato il Papa teologo, "ha inserito un raggio luminoso di pace e di bonta' che continua a brillare".
Ed e' con questa convinzione che Benedetto XVI ha dunque elevato la sua preghiera per la pace: "Signore, fa' che anche oggi le spade siano forgiate in falci, che al posto degli armamenti per la guerra subentrino aiuti per i sofferenti. Illumina le persone che credono di dover esercitare violenza nel tuo nome, affinche' imparino a capire l'assurdita' della violenza e a riconoscere il tuo vero volto. Aiutaci a diventare uomini secondo la tua immagine e cosi' uomini di pace".

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