venerdì 7 dicembre 2012

Il testo del discorso del card. Scola alla città di Milano

Clicca qui per leggere il testo integrale. Qui il video.
Consiglio a tutti di attingere alla fonte originale visto che i titoli che leggo su agenzie e siti internet non colgono il senso della riflessione dell'arcivescovo.

14 commenti:

Andrea ha detto...

Pes-si-mo !

Anonimo ha detto...

E perché? A me pare ot-ti-mo.

E' di estremo interesse il contenuto del cap. 4, e anche del 5.
Scola individua esattamente nella necessità di perseguire e promuovere «quel dovere e quindi il diritto di cercare la verità» il nuovo compito delle compagini sociali e dei poteri civili, e nel superamento delle "profonde fragilità sia nell’assunzione del pensiero di Cristo che nella pratica sacramentale e del senso cristiano della vita" la chiave - nella comunità ecclesiale - per abbandonare finalmente gli equivoci e cristianizzare il mondo contemporaneo.

Non ci sono altre strade, ed è anche l'unico modo per uscire indenni dalle ossessioni "passatiste".

gianni

Andrea ha detto...

Pessimo, caro Gianni, perché sposa espressamnete la tesi di un "nuovo inizio della Chiesa" in occasione del Vaticano II, inserendoLa nella "società plurale" come "una delle fedi presenti".

Il punto è questo: è impossibile, in termini corretti, parlare di "fedI", per il semplice fatto che "fede" vuol dire "fare affidamento a qualcuno (o Qualcuno) che si rivolge a noi".
Questa realtà fondante è assente dallE religioni, e non potrebbe essere altrimenti: nessuno si rivolge né si è rivolto all' homo religiosus in generale. Solo Dio Uno e Trino si è rivolto, progressivamente, ad Abramo e alla sua discendenza.

Tutto il resto ne consegue - in particolare la vexata quaestio dell'ccupazione dello spazio sociale e pubblico (che non esiste in quanto tale, ma è a sua volta "creato" dalla Fede- ma questa è un'altra questione)

Anonimo ha detto...

Copio incollo da un altro blog

C’è un problema di fondo, per ogni coscienza libera di esercitare questa libertà che è dono di Dio: che se la libertà scivola nell’indifferentismo e nel relativismo, se scivola il fondamento, si costruisce sul nulla e si fa in fretta, con le migliori intenzioni, a prendere la deriva di cui sono lastricate le strade verso il peggiore dei luoghi possibili.

La pretesa di chi dice che non c’è una verità vincolante, che segue l’istinto, lo “spirito”, non meglio identificato, se pure resta valido il “diritto di sbagliare” non dà “diritti all’errore”.

Perciò l’errore rimane tale anche se l’errante mantiene dirittti.

Lo Stato però non può fingersi indifferente nell’imporre, come propria “fede”, la riduzione della fede altrui a folclore e la propria errabonda libertà di non ricercare la verità a regola per tutti.

La Verità cerca noi prima che noi cerchiamo lei e questa realtà sta nell’anelito con cui l’uomo aspira a cercarla.

Un anelito che rispetta anche chi non cerca, sia esso ateo, agnostico, differentemente credente o in odore d’eresia rispetto alla propria stessa fede.

Non si può essere indifferenti per essere pastori: l’indifferenza come neutralità scade nell’ostilità verso la fede e nella prevaricazione della retta fede. Sotto l’ipocrisia della falsa tolleranza crolla il convivere buono di chi cerca la Verità sapendosene già cercato.

Se non si persegue il diritto e il dovere di anelare alla Verità, conoscendone il deposito storico, la libertà di sperimentare vie nuove non scade nell’indiffrentismo e non svende la fede alla secolarizzazione che non è neutrale ma è un pericolosissimo fondamentalismo che minaccia la stessa nozione di Verità.

Quella deriva illiberale e massonica che è la dittatura del relativismo abbondantemente denunciata da Papa Benedetto, pesantemente in atto e alimentata da chi -dentro la Chiesa- partecipa al gran varietà senza selezionare cantanti e suonatori…

ruggero

Anonimo ha detto...

Discorso di altissimo spessore politico (cortaggioso) e di altrettanta onestà intellettuale.

Intanto denuncia la presenza di centri effettivi di potere che sono e saranno sempre più dis-locati "altrove" in Europa e nel mondo; poteri mai neutri che vedranno sempre più accresciuta la capacità di presentarsi come attori sociali e gruppi di pressione...

Idee chiare anche per i nostri "politici" burattinati, che prendono ordini dai vertici della piramide.

Sul versante cattolico il cardinale ha ricordato che gli ambrosiani vivono un periodo non privo di profonde fragilità sia nell'assunzione del pensiero di Cristo che nella pratica sacramentale e del senso cristiano della vita...

Ha le idde chiare, non vende fumo, sa delle zoppie del cavallo su cui corre e denuncia che il contrasto prima che con le altre fedi viene da chi ha fatto della propria laicità un pericolosissimo fondamentalismo...

Andrea ha detto...

Non ho capito (sinceramente) se il commento che lei introduce sia a favore o contro il discoso del card. Scola, caro Riggero.

Credo che sia a favore.
Se è così, immagino che si dovrebbe correggere il "Se non si persegue..." in "Se si persegue..."

Potrebbe chiarirmi la situazione?
Grazie

Anonimo ha detto...

"Tutto il resto ne consegue - in particolare la vexata quaestio dell'ccupazione dello spazio sociale e pubblico (che non esiste in quanto tale, ma è a sua volta "creato" dalla Fede- ma questa è un'altra questione)"
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Non so, caro Andrea, forse non colgo bene questo punto, ma non importa in questa sede.

Ho letto e ascoltato Scola: non ha trattato il tema delle "fedi", che in effeti sarebbe un non senso teologico.

L'argomento è la libertà religiosa (dunque semmai "le religioni") nella società contemporanea. Mi pare che per intenderlo bene è necessario avere capito e fatto proprio l'insegnamento vero di DH. Più che mai conviene rileggerla.
Scola la attualizza in modo molto efficace.

Anonimo ha detto...

Andrea:

hai visto giusto. Lasciarsi cercare dalla Verità (esercitando il diritto dovere di anelare ad essa) è antidoto al fondamentalismo di un relativismo che discende dalla pretesa secolaristica di fare a meno di Dio.

L'ha detto ieri il Card. Scola e ho appena letto che l'ha ribadito oggi Benedetto XVI

In questo senso anche dentro la Chiesa troppa libertà di sperimentare vie nuove è scaduta in non svendita della fede e della retta dottrina. E non si può farne una colpa al Concilio, ma all'eccesso di zelo dei novatores nel partire per la tangente, "illuminati" più che dallo Spirito santo dal luccichio di sedicenti portatori di lumi, facilmente definibili luciferini...
assurti a "verità" della propria superbia.

Perciò ieri il Card. Scola ha interpretato al massimo livello la retta dottrina della libertà religiosa, agostinianamente intesa nel primato della coscienza nella relazione tra uomini e nel primato di Dio nell'essere fattore di progresso, tanto quanto il fare a meno di Dio lo è di barbarie.

ruggero

Andrea ha detto...

Mettiamola pure come "le religioni" (o "le comunità religiose"), caro Anonimo delle 14:02: comunque è un binario morto.

Non è possibile pensare ai "Cristiani" (o ai "Cattolici") come "una fra le religioni". Bisogna avere assolutamente chiaro che il Cristiano non è un "appartenente a un gruppo", più o meno ampio, ma è una persona nuova, resa tale dall'incontro con Cristo, che agisce ANCHE secondo modalità religiose (S.Messa ecc.).
Le dimensioni di risposta personale (e strutturante la persona) a Dio e di responsabilità culturale e sociale sono intrinseche al Battesimo, che non è un "rito di ingresso in un gruppuscolo religioso".

Ecco cosa accadde davvero con Costantino: che la suprema autorità civile (con caratteri provvidenziali, dirà poi Dante) riconobbe l'immensa costruttività di quella "strana" gente, segnata dalla Croce.
Non certo che tale autorità diede un "liberi tutti in campo religioso".

C'è del buono nel discorso del Cardinale, ovviamente, ma c'è una matrice totalmente erronea: la stessa che conduce oggi i Vescovi USA a dire a Obama "Noi difendiamo i princìpi della nostra Costituzione" (massonica), anziché dirgli "Tu vuoi strangolare la vera Chiesa di Cristo Re, insieme ai bimbi e ai vecchi"

Anonimo ha detto...

Scusi Andrea, con rispetto, ma che dottrina è questa?

Nulla da eccepire sulla legittimità di queste sue visioni (non per nulla siamo in tema di libertà), ma mi piacerebbe sapere da quale "scuola" provengono, visto che la portano a interpretare autenticamente la mens di Costantino e ad attribuire errori esiziali e gravissimi al Card. Scola come all'intero episcopato USA.

Grazie della eventuale risposta che, comunque, sia chiaro, non mi è affatto dovuta se non lo ritiene.

gianni

Andrea ha detto...

Grazie, caro Gianni.

Per la "mens" di Costantino mi rifaccio all'evidente sincerità della sua adesione alla visione di Roma, prima della battaglia di Ponte Milvio (non si recò a ringraziare Giove per la vittoria, scardinando una tradizione imprescindibile) e alla tradizione costante della Chiesa, che identifica nell'Editto di Milano l'atto di nascita della Societas Christiana, che continuò e sostituì l'Impero.

Per il Cardinale e i Vescovi USA, basta leggere: non fanno che richiamare la pluralità di opzioni religiose nell'odierna società in ebollizione.
Il Cardinale ha detto espressamente che la questione della libertà religiosa è rimasta male impostata dal 313 al Concilio Vaticano II. I Vescovi USA richiamano ogni giorno i "sacri princìpi costituzionali".

Questa non è dottrina cattolica.
La dottrina cattolica è quella della Regalità di N.S.G.C. e della collaborazione, per quanto umanamente possibile, fra l'autorità pontificia (non quella "repubblicana" dei singoli Vescovi) e quella civile.
Si aggiunge una grande valorizzazione delle nazionalità, che in un certo senso sono state tutte partorite dalla Chiesa

Anonimo ha detto...

Grazie del chiarimento, caro Andrea, che rende possibile una migliore comprensione dei suoi interventi, nella categoria del Mito applicato alla vita della Chiesa.

Considero dottrina cattolica, tuttavia, non questa da Lei riportata, ma quella proposta dal Magistero della Chiesa come istituito dal Risorto, che comprende gli insegnamenti del Card. Scola e dell'Episcopato nord-americano in comunione col Papa. E' questo Magistero che rende viabile alla Chiesa la modernità e il villaggio globale, non meno dell'impero di qualche secolo fa.

gianni

Andrea ha detto...

Ma l'Impero non è morto, bensì vive cristiano, caro Gianni.
Ne parlavamo giorni fa a proposito del professor Dionigi (nuova Accademia Pontificia di Latinità): egli si pregia di riferire il Latino a un "nobile passato". A mio parere, è completamente fuori strada.

Per quanto riguarda la dottrina cattolica, quella della Regalità di Cristo e dell'autorità universale del Suo Vicario certamente lo è; crede che gli abitanti del "villaggio globale" non abbiano diritto ad avere l'unico vero Re, e a beneficiare dell'influenza del Papa ? O crede che i massoni Washington, Jefferson, Lincoln, Roosevelt, i cui volti giganteschi sono scolpiti su un monte degli Stati Uniti, ci possano insegnare qualcosa?

Il Papa parla quasi ogni giorno contro il naturalismo e l'umanitarismo massonico.

Infine: il mito è una struttura tipicamente pagana (una narrazione imprecisata nei tempi e nei luoghi, che veicola un messaggio); la visione di Costantino è precisata nel tempo e nello spazio, e veicolò un messaggio operativo a Costantino, non all' "uditorio" !

Anonimo ha detto...

Il Suo Regno "non è di questo mondo", caro Andrea.

C'é differenza tra mito e fantasia; il primo muove anche da fatti e figure precisati nel tempo (passato) per idealizzarli e "veicolare un messaggio". Anche nei termini profani e minori del bel tempo andato...

Il messaggio cristiano, cioé la Rivelazione, che è Cristo, è per l'uditorio, per tutti gli uditorii riuniti della terra, i più profani, che parlano tutte le lingue.
Non fu dato a Costantino alla stregua di una Illuminazione per farne il Gran Maestro dell'Impero contrapposto a Jefferson.

La sua visione è parente stretta della gnosi massonica (quella "gnosi tradizionalista" di cui scrisse, come di un rischio, il perito-teologo J. Ratzinger per chiedere la completa rielaborazione del primo schema della Costituzione conciliare sulla Divina Rivelazione, e l'ottenne) E non è dottrina cattolica.

Il Papa insegna quasi ogni giorno, insieme al Concilio Ecumenico Vaticano II, al Card. Scola e all'Episcopato nord-americano, che il Cristianesimo ha portato sulla terra la Libertà religiosa, che è per la Verità. Questa è dottrina cattolica e meno male.

gianni