venerdì 7 dicembre 2012

In piazza San Pietro l'albero natalizio che il comune molisano di Pescopennataro ha donato al Papa (Valiante)

In piazza San Pietro l'albero natalizio che il comune molisano di Pescopennataro ha donato al Papa

Dal paese degli abeti e della pietra


di Francesco M. Valiante


È partito mercoledì pomeriggio da Pescopennataro proprio mentre la neve imbiancava i tetti e le strade del paese. Tutto secondo il più classico dei copioni natalizi per l'albero donato quest'anno al Papa dal piccolo centro molisano in provincia di Isernia. L'imponente esemplare di abete bianco -- 25 metri di altezza, 12 metri di estensione della chioma, 95 quintali di peso -- è arrivato in piazza San Pietro nelle prime ore di stamane, giovedì 6 dicembre, ed è stato innalzato accanto al presepe in allestimento al centro del colonnato berniniano.

La pianta era stata prelevata domenica scorsa nella zona denominata «Bosco degli abeti soprani», un'area annoverata tra i siti di importanza comunitaria che si estende per oltre 3.000 ettari (di cui circa 1.000 di abetina allo stato puro) nell'alto Molise, fra i comuni di Sant'Angelo del Pesco, Agnone e lo stesso Pescopennataro. Grazie a una gru fornita dalla Protezione civile regionale, l'albero -- avvolto in una rete per preservarne i rami -- è stato issato su un autoarticolato di circa 30 metri di lunghezza, a bordo del quale ha viaggiato per tutta la notte tra mercoledì e giovedì prima di giungere in Vaticano.
Dopo le operazioni di posizionamento e innalzamento, i lavori di addobbo dell'abete cominceranno lunedì 10. Per le decorazioni, curate dalla direzione dei Servizi tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, saranno adoperate 1.800 sfere colorate. Rigorosamente all'insegna del risparmio energetico l'illuminazione, con l'utilizzo di 2.500 led bianchi e gialli. La cerimonia di accensione è in programma nel pomeriggio di venerdì 14.
È la prima volta che il Molise offre l'abete al Papa da quando, nel 1982, è iniziata l'usanza di allestire l'albero in piazza San Pietro. Un piccolo “primato” di cui è particolarmente orgoglioso il sindaco Pompilio Sciulli, al quale va il merito di aver lanciato l'idea fin dal 2004, seguendone passo dopo passo la realizzazione in questi anni. Per i suoi concittadini c'è oltretutto un motivo di soddisfazione in più, visto che da Pescopennataro viene anche l'albero natalizio collocato nei giorni scorsi dal comune di Roma accanto al Colosseo.
Fiera di questo privilegio, la piccola comunità pescolana -- appena 300 persone che abitano il delizioso borgo isernino arroccato a 1.200 metri di altitudine su uno spuntone di roccia da cui si domina tutta la vallata del Sangro -- si prepara a trasferirsi in massa a Roma per incontrare Benedetto XVI. Cinque pullman partiranno alla volta del Vaticano. Il gruppo di 400 fedeli (ai residenti si uniranno altri 150 pellegrini provenienti da diverse regioni italiane) sarà ricevuto in udienza dal Pontefice a mezzogiorno del 14 dicembre, nella Sala Clementina. In prima fila ci saranno il sindaco Sciulli, il vice sindaco Carlo De Simone e il parroco don Antonio Iacovetta, memoria storica del paese, dove risiede fin dagli anni del secondo dopoguerra. Al Papa regaleranno un calice in pietra realizzato da Edoardo Lalli, l'ultimo dei grandi “scalpellini” di Pescopennataro, e una targa con incisa una poesia composta per l'occasione da uno studioso di cultura locale.
«Paese degli abeti e della pietra» -- come recita il cartello di benvenuto alle porte dell'abitato -- il piccolo comune molisano può vantare un patrimonio ambientale e paesaggistico che ha pochi eguali nella regione. La foresta di abete bianco che ricopre il suo territorio rappresenta una preziosa riserva di biodiversità, oltre che una peculiarità naturalistica rara nelle condizioni climatiche dell'Appenino centro meridionale.
Gelosa custode di questa ricchezza, la comunità pescolana è da sempre all'avanguardia nella conservazione e nella valorizzazione dell'ambiente. A cominciare dalla tutela delle sue risorse boschive, sottoposte a regolari operazioni di manutenzione, sfoltimento e reimpianto affidate alla comunità montana dell'alto Molise.
Da parte sua, il comune assicura annualmente la collocazione a dimora di 50 nuovi esemplari di abete bianco. Un numero che quest'anno -- grazie a uno speciale finanziamento -- crescerà esponenzialmente, raggiungendo addirittura la cifra di 2.600 specie vegetali diverse.
Anche il prelievo dell'albero per il Papa è avvenuto rispettando il più possibile l'ambiente. Non a caso è stata scelta una pianta sul ciglio della strada, in modo da evitare qualsiasi danno al bosco circostante. E, come già avvenuto in passato, si è deciso di utilizzare il legno dell'abete -- una volta dismesso -- per la fabbricazione di giocattoli destinati ai bambini.
Il pellegrinaggio a Roma sarà l'occasione per far conoscere al grande pubblico anche un'altra peculiare vocazione del territorio pescolano, quella della lavorazione della pietra. Un'arte -- le cui antichissime origini sono testimoniate dai numerosi reperti preistorici rinvenuti nella zona (oggi esposti nel Museo civico della pietra) -- che ha dato vita nel Settecento a una vera e propria scuola, grazie alla quale i maestri “scalpellini” di Pescopennataro sono diventati famosi nelle altre regioni d'Italia e in vari Paesi del mondo.
Proprio per conservare e tramandare questa consuetudine è nata l'iniziativa -- affidata alla direzione artistica di Giuseppe Colangelo -- del simposio di scultura live, giunto alla sesta edizione, la prima a svolgersi fuori dei confini del paese. In coincidenza con il dono dell'abete, infatti, la manifestazione si terrà quest'anno a Roma. Dal 13 al 16 dicembre, nel piazzale Garibaldi, al Gianicolo, otto artisti si misureranno sul tema della natività realizzando dal vivo una o più sculture in pietra destinate al comune capitolino, che le allestirà in forma permanente sul proprio territorio. Il pubblico sarà coinvolto direttamente e avrà non solo la possibilità di assistere alle diverse fasi della lavorazione ma anche di incontrare e conoscere di persona gli scultori.

(©L'Osservatore Romano 7 dicembre 2012)

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