venerdì 21 dicembre 2012

Le cicale (vaticane) di Twitter e la formica del “Financial Times” (Magister)

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' dura essere all'altezza di Papa Benedetto, un gigante. Anche Gesù era preso a male parole. Gli insulti non sono un buon motivo per rinunciare a tentare di mettere qualche granello di buon senso in certe zucche vuote irraggiungibili attraverso altri canali, alcuni veri casi patologici. Mi domando poi in che senso sarebbero "timidi" questi messaggini. Piuttosto quello che si dovrebbe tentare di fare è limitare gli eccessi e rispondere alle diffamazioni.
Ps.: sulla "dignità" del mezzo FT nutro qualche ragionevole dubbio.
Alessia

Anonimo ha detto...

Concordo con Alessia. I messaggi del Papa su Twitter sono giganteschi e granitici, gli sberleffi a confronto non sono che polvere: l'inevitabile rumore del mondo. cerchiamo di non di mettere anche noi il Papa sotto una teca, e sostendiamolo nella sua difficile missione. Il messaggio di Cristo può e deve raggiungere chiunque. Ovunque.

Anonimo ha detto...

Concordo. In ogni caso chi lo ha convinto a inserirsi in twitter dovrebbe anche farsi carico di gestire e sostenere questa presenza, in modo adeguato al mezzo, per esempio partecipando con qualche messaggio o risposta.
Dove va il Papa, non si può lasciare tutto allo spontaneismo.

gianni