domenica 17 febbraio 2013

De Marco: e ora senza Benedetto chi salverà il Concilio?

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9 commenti:

Anonimo ha detto...

Già chi lo salverà? Il fatto è che i fedeli non credono più ai preti e forse è troppo tardi ...dopo cinquant'anni ci dicono che l'hanno interpretato male...invece di passare il tempo a rimuovere la tappezzeria forse Paolo VI avrebbe dovuto spiegarlo ai fedeli . Come sempre solo papa Benedetto è intervenuto facendo chiarezza.

Ambrosiano e cattolico ha detto...

A proposito di Paolo VI, la sua beatificazione è saltata?

Anonimo ha detto...

Caro Ambrosiano il vero santo umile e non urlato era ed è fra noi Papa Benedetto XVI, Vicario di Cristo,Servo dei Servi di Dio, vero successore di san Pietro.

Anonimo ha detto...

già, anonimo, i fedeli non credono più ai preti, e questo perché molti preti danno l'impressione di non credere più a Gesù Cristo

Fabiola ha detto...

Lucidissimo.
Chi salverà il Concilio, senza Benedetto?
Prego che, con il Conclave, lo Spirito Santo risponda, forte e chiaro.
Prego anche che aiuti la mia incredulità, perché ho paura.

Anonimo ha detto...

SEMPLICE!!!!
Pio XIII o Benedetto XVII...o lo stesso Benedetto XVI se il conclave va male...

Anonimo ha detto...

“vero successore di san Pietro”. Gli altri erano e saranno tutti falsi? Certo che si leggono cose ben strane su questo blog…

Anonimo ha detto...

"vero" nel senso di "fedele"....in quanto come sai non tutti lo sono stati anche nell'ultimo secolo. ... altrimenti non saremmo a questo punto.

Anonimo ha detto...

E' chiaro che questo "paradigma mediatico" che l'ha avuta vinta in questi cinquant'anni, procurando i danni gravi di cui il Papa Bendetto XVI parla coraggiosamente (non diversamente dai suoi Predecessori, ma certo con una chiarezza del tutto nuova e provvidenziale), non fu riconosciuto come tale dalla maggior parte degli stessi Padri, o per lo meno non fu riconosciuto con chiarezza o fu sottovalutato. Altrimenti dallo stesso Concilio sarebbero venuti gli antidoti efficaci.

Del resto questo è dimostrato dalla quasi inesistente opposizione di molti dei Padri conciliari all'autodemolizione della Chiesa, partita alla grande già nell'ultima fase del Concilio e dall'immediato post-concilio, quando non addirittura da un atteggiamento di connivenza con lo stesso processo di autodemolizione (per es., il Card. Suenens fu tra i capi della ribellione "teologica" all'Enc. Hunanae Vitae del Papa Paolo VI).

Se il Padrone della Vigna ha permesso tutto questo, evidentemente è per un superiore disegno provvidenziale. E il Papa Bendetto ha piantato semi imperituri per la restaurazione della Fede e per dare spazio alle VERITA' trasmesse dall'Assise Ecumenica del XX secolo.

Per me diventa chiarissimo che il CVII non è "IL" Concilio, ma "UN" Concilio della Chiesa Cattolica, e solo come tale riacquisterà il suo splendore nella ricezione viva a livello ecclesiale. Questo non accadrà "a prescidere" dagli altri e dall'intero patrimonio dogmatico in precedenza definito, il che è già evidente nel Catechismo Universale approvato dal Beato Giovanni Paolo II, del quale stranamente pochissimi ancora parlano, e ancor meno lo conoscono.

Sono sicuro anche che ci saranno successivi atti magisteriali di integrazione e chiarificazione.
A tutti spetta, in ogni caso, vivere di Fede con coerenza, e non solo di carta, di testi o di discussioni teologiche, e a questo indirizza continuamente il Magistero del Papa Benedetto. I suoi insegnamenti sono preziosi e da da tenere in particolare considerazione (come quelli di Paolo VI e di GPII), perché si tratta dell'ultimo "Papa del Concilio".

gianni